La sezione carceri del PFLP: "Boicattare i programmi radio e TV dell’autorita Palestinese che hanno posto un veto all’attivista per i prigionieri Wafa Abu Ghoulmeh".
La sezione del Fronte Popolare di Liberazione della Palestina nelle carceri dell’occupazione ha denunciato Ahmad Zaki, il direttore dei programmi della televisione e della radio Palestinese - canali TV e radio controllati dall’Autorità Nazionale Palestinese - per aver impedito alla compagna Wafa Abu Ghoulmeh di affrontare nel suo programma la questione dei prigionieri.
Il programma, che va in onda via radio ed è così uno dei pochi programmi che possono essere ascoltati dai prigionieri in isolamento cui viene negato l’accesso alla televisione, trasmette interviste e messaggi dalle famiglie dei prigionieri. Wafa Abu Ghoulmeh è una grande e carismatica attivista per la causa dei prigionieri, oltre ad essere la moglie del compagno Ahed Abu Ghoulmeh. Ahed Abu Ghoulmeh è un leader del PFLP che è stato sequestrato insieme al segretario generale Ahmed Sa’adat dalla prigione dell’Autorità situata a Jericho nel 2006 per essere portato nelle prigioni dell’occupante, dove tutt'ora si trova. Il ramo del Fronte nelle carceri ha definito deplorevole questa irresponsabile decisione nei confronti della leader, che le toglie oltretutto la possibilità di far sentire la sua voce e la voce dei suoi figli a suo marito rinchiuso in cella di isolamento.
Questo programma, hanno notato i compagni imprigionati, è l’unico mezzo per rassicurare il compagno sulle condizioni di sua moglie e dei suoi figli, dato che al compagno Ahed Abu Ghoulmeh sono state proibite le visite da parte della famiglie dal dipartimento dei carceri dell’occupazione. I prigionieri hanno fatto appello ai compagni e ai sostenitori del Fronte e della causa dei prigionieri affinché boicottino il direttore Ahmed Zaki ed i suoi programmi per il suo atteggiamento discriminatorio e oppressivo contro i prigionieri e le loro famiglie. Questa azione, hanno notato, è più di un semplice errore, riguarda una pretesa monopolistica su quelle che dovrebbero essere una radio e una televisione pubbliche che trasmettono programmi appartenenti all’intero popolo palestinese.
Tale scelta è un crimine contro i prigionieri e le loro famiglie, che si integra perfettamente con il divieto delle visite da parte dei familiari imposto dal dipartimento penitenziario israeliano e con l’arbitrario e punitivo isolamento: in questo modo non si fa altro che appoggiare il gioco delle autorità carcerarie israeliane, che continuano ad intensificare le pratiche di isolamento dei prigionieri.
Fonte: PFLP