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«La misura è colma» ?

Il giorno 25 aprile 2012 "Il Fatto Quotidiano" ha pubblicato un articolo di Jiga Malik (pseudonimo di Alessandro Schwed, scrittore israeliano) dal significativo titolo: "La misura è colma".

Partendo da un episodio verificatosi nella Palestina occupata da Israele (un tenente colonnello sionista colpisce in pieno volto ed a freddo un pacifista con il calcio del mitra), Jiga Melik invita gli ebrei del mondo a criticare questo governo che «fa più danni dei missili di Hamas».

A dire il vero e nella buona sostanza è anche un articolo che non dice molto su quella che è la realtà dell’occupazione, e mostra debolezza anche quando invita Israele a scommettere sulla pace.

Il vero problema non è la scommessa che Israele può fare sulla pace, non sono gli inviti a tornare alle trattative che possono risolvere il problema della democrazia in Israele o addirittura la pace, ma resta il nodo fondamentale dell’occupazione, delle 73 risoluzioni dell’ONU che lo stato sionista continua a considerare carta straccia, la questione delle migliaia di palestinesi prigionieri, ecc...

Nonostante tali dimenticanze l’articolo ha fatto perdere la testa ad un “amico di Israele” come Furio Colombo, portandolo a scrivere come risposta un articolo pieno di censure ma soprattutto che cerca di spostare l’argomento su altre questioni.

Crediamo che la risposta di Furio Colombo sia mistificatoria innanzitutto perché si limita a giustificare l’episodio con il fatto che il fascista militare israeliano sarebbe stato sospeso dall’esercito per due anni, come se questo tipo di violenza fosse un fatto del tutto casuale e fuori dalle pratiche quotidiane dell'IDF cui i palestinesi sono vittime da oltre 64 anni e cui, ultimamente, sono vittime anche gli internazionali, che sempre più numerosi partecipano alle manifestazioni accanto al popolo palestnese.

In un recente articolo Ilan Pappè scriveva: «L’apartheid sudafricano “è un picnic in confronto a quello che stanno subendo i palestinesi». Scrive invece Colombo: «In altre parole, in un Paese con i nervi tesi e sotto assedio è meno facile che in Italia vi siano caserme Diaz». Israele sarebbe un paese sotto assedio? Ha per questo i nervi tesi? Per afferire tali falsità è necessario essere completamente sottomessi al sionismo e alle sue logiche imperialiste.

Israele tiene sotto assedio l'intera regione mediorentale (negli ultimi mesi i quotidiani sono stati quasi quotidianamente riempiti dalle minacce di attacchi israeliani verso l'Iran) e i palestinesi da decenni; diverse migliaia di loro sono rinchiusi illegalmente nelle prigioni sioniste in condizioni impronunciabili. Forse Israele ha i nervi tesi per questo, per la continua paura dell'arabo che deve iniettare quotidianamente nei pensieri dei suoi cittadini, altro che “posto sotto assedio”.

Nella caserma Diaz alcune centinaia di fascisti in divisa su ordini di politici corrotti ed altrettanto fascisti hanno picchiato e torturato altrettante centinaia di uomini e donne assolutamente disarmati, ma nulla a confronto dell'Operazione Piombo Fuso compiuta dagli amici di Furio Colombo.

Ma la malafede del "servo dei sionisti", perché non possiamo chiamare Colombo in altro modo, non si ferma qui, arriva ad usare la memoria dei deportati ebrei per suo personale uso e consumo, esattamente come fanno i sionisti per cercare di avvicinare sempre più le loro vili pratiche alla memoria ebraica, che nulla centra con il sionismo.

Provocatoriamente, Colombo cerca di far pesare il ricatto dei ricatti affinché non si debba parlare dell’occupazione e dei crimini di cui è responsabile Israele, perché gli ebrei hanno subito la Shoah. Troppo semplice, e ormai consunta, argomentazione di chi non è in grado di giustificare una occupazione che dura da più di sessant'anni.

Nel suo delirio di spostare l’argomento Colombo tira in ballo anche Vittorio Arrigoni, genuino attivista che ha trascorso parte della sua vita a denunciare i crimini commessi dagli stessi che Colombo difende a spada tratta. Bisogna poi sottolineare che quanto è successo a Vittorio ed al processo, va letto guardando alla condizione di occupazione che vive il popolo di Gaza, perché qualsiasi cosa succeda in Palestina ha innanzitutto come responsabile Israele, aldilà di come sono andati veramente alcuni eventi.

Fino all’ultima riga Colombo elimina ogni responsabilità di Israele e infatti conclude: «Ma qui vorrei riprendere quel “ognuno risponda per sé”. Se le democrazie, a cominciare dall’Europa, smettono di essere finti tribunali che prima si indignano e poi si astengono, se imparano a essere presenti e vicini all’uno e all’altro dei due popoli, esigendo democrazia e riconoscimento reciproco, forse comincia la pace».

Già, alla fine Colombo arriva anche a contraddirsi, e nel suo vano tentativo di salvare Israele dall’insalvabile, finisce per affermare che appunto Israele non sa fare la pace, essendo un paese i cui unici scopi sono la guerra e l’oppressione.
Noi abbiamo deciso al fianco di chi stare, e di certo anche Furio Colombo: ma mentre questi si schiera dalla parte di Israele, noi ci posizioniamo dalla parte della libertà, dell'uguaglianza, della giustizia e dei diritti umani.

Redazione PalestinaRossa
 

Informazioni sul Fronte Palestina

Per sviluppare un lavoro di classe nel sostegno alla lotta di liberazione della Palestina e degli altri popoli oppressi e aggrediti dall'imperialismo, oltre alle sterili e dannose concezioni del pacifismo e dell'equidistanza tra aggressori e aggrediti che hanno in gran parte contribuito ad affossare il movimento contro la guerra nel nostro paese negli ultimi anni, si è deciso di fondare l'organismo nazionale Fronte Palestina.

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