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C’è il Mossad dietro gli omicidi degli scienziati iraniani

Funzionari statunitensi confermano al New York Times la responsabilità israeliana negli assassini degli scienziati impegnati nel programma nucleare iraniano. La divergenza tra Usa e Israele sui tempi e i modi dell’attacco all’Iran rischia di far volare parecchia immondizia.

Dietro gli omicidi di almeno cinque scienziati nucleari iraniani c'è il Mossad, il servizio segreto israeliano, che ha finanziato, addestrato e armato un gruppo iraniano, i Mujaheddin del Popolo, che ha poi materialmente eseguito le uccisioni. E’ quanto hanno confidato funzionari americani, confermando così di fatto le accuse di Teheran. Parlando con la Nbc News, e chiedendo di mantenere l'anonimato, i funzionari hanno anche precisato che l'amministrazione Obama è al corrente della campagna di omicidi ma non ne è in alcun modo coinvolta, mentre il governo iraniano accusa degli omicidi anche la Cia e i servizi segreti britannici. I Mujaheddin del Popolo sono nella “lista nera” degli Usa sin dal 1997 in quanto ritenuti una organizzazione terroristica, accusata di essere responsabile della morte di sei militari americani negli anni '70 e di aver sostenuto anche la presa dell'ambasciata degli Stati Uniti a Teheran, prima di rompere con il regime degli ayatollah nel 1980.

Gli attacchi in cui dal 2007 e fino al 12 gennaio 2012 sono stati uccisi almeno cinque scienziati nucleari - e che potrebbero essere all'origine dell'esplosione che ha distrutto un centro per la ricerca missilistica - sono stati condotti con un'alta professionalità, nota l'Nbc, che cita anche Javad Larijani, uno stretto collaboratore della guida suprema iraniana Ali Khamenei, secondo cui i rapporti tra Mossad e Mujaheddin del popolo (Mek) sono «molto intricati e stretti». Molto di quanto Teheran sa riguardo agli attacchi e ai rapporti tra Mossad e Mek, ha detto Larijani, lo ha appreso dagli interrogatori a cui è stato sottoposto «un assassino» che non è riuscito a portare a compimento la sua operazione e dal materiale che è stato trovato in suo possesso. Come in passato, il ministero degli Esteri israeliano si è rifiutato di confermare o smentire il presunto rapporto tra il Mossad e il Mek, che invece l'ha seccamente negato Anche gli Usa, tramite il segretario di stato Hillary Clinton, hanno negato «categoricamente» qualsiasi coinvolgimento «in qualsiasi tipo di atto di violenza all'interno dell'Iran». Di certo, tra i governi americano e israeliano su vari aspetti del nucleare iraniano ci sono divergenze di vedute. Ad esempio, scrive il New York Times, sulla «cruciale» questione dei tempi. Vale a dire entro quanto tempo Teheran sarà in grado di rendere «impermeabili» le difese dei suoi impianti nucleari. La questione è di fondamentale importanza, dal momento che secondo fonti di stampa Israele potrebbe bombardare le installazioni nucleari iraniane in primavera. E in questo senso, il New York Times nota che di recente alti funzionari israeliani, tra cui il ministro degli Esteri e il capo del Mossad, si sono recati a Washington per affermare che quel momento è vicino, mentre funzionari americani sono stati a Tel Aviv per sostenere che c'è ancora tempo, e che è necessario aspettare affinchè facciano effetto le sanzioni e le operazioni sotto copertura.

Alessandro Avvisato

Fonte: ControPiano

 

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L’affermazione che l’Organizzazione dei Mojahedin del Popolo dell’Iran (OMPI / MEK) abbia avuto alcun ruolo nell’assassinio di scienziati nucleari iraniani e che l’OMPI / MEK collabori con il Mossad è una menzogna totale e non contiene nemmeno un elemento di verità.
Il Consiglio Nazionale della Resistenza Iraniana ha ripetutamente negato l’accusa infondata di avere giocato un ruolo nell’assassinio di scienziati nucleari, la cui fonte primaria sono stati gli organi di propaganda del regime clericale e funzionari del regime. L’ultima smentita è stata l’11 gennaio 2012. Come accennato, la principale fonte di diffusione di tutte queste menzogne senza vergogna è il regime dei mullah. Di fronte a sanzioni rafforzate, al crescente isolamento interno ed internazionale, alla prospettiva di perdere il suo alleato strategico in Siria e all’aumento delle faide interne, il regime clericale è paranoico circa la prospettiva che l’OMPI sia cancellata dalla lista delle ‘organizzazioni terroristiche straniere’ del Dipartimento di Stato degli Stati Uniti. Così, il regime ricorre a qualsiasi fabbricazione e narrazione di storie false, compresa quella che è stata rimaneggiata dalla NBC, per evitare tale cancellazione.
La resistenza iraniana ha rivelato l’anno scorso che la ‘guida suprema’ Ali Khamenei aveva ordinato a un’unità speciale del Corpo delle Guardie Rivoluzionarie Islamiche (IRGC) di eliminare qualsiasi dirigente o esperto in progetti nucleari, se si fosse scoperto che intendesse prendere le distanze dal regime o avesse intenzione di lasciare il Paese; aveva anche detto che le uccisioni dovevano essere imputate ai Mojahedin del Popolo (OMPI / MEK), ad agenti statunitensi o israeliani o all’“arroganza mondiale”.
Il 7 gennaio Fereydoon Abbassi, il direttore dell’Organizzazione Atomica dell’Iran, riferendosi al diffuso malcontento fra gli esperti nucleari del regime dichiarò all’agenzia di stampa Fars, controllata dall’IRGC: “Non si deve perdere di vista il fatto che, come abbiamo avuto disertori durante la guerra, ci sono scienziati che si astengono dal collaborare con i progetti nucleari, al fine di mantenere i loro legami internazionali... Certo, non siamo mai stati preoccupati e non siamo preoccupati per questo problema in quanto abbiamo abbondanza di risorse umane e di esperti nel Paese. Al momento, vi è più richiesta di attività in progetti nucleari che possibilità”. Egli predisse curiosamente che, poiché il nemico non può impedire l’ingresso della scienza in Iran, “ricorre all’assassinio di scienziati iraniani”.
La storia totalmente inventata sul MEK non è altro che il rimaneggiamento della propaganda logora e senza fondamento del regime clericale. Essa viene ripetuta per un unico obiettivo politico: per giustificare il proseguimento illegale, immorale e infondato della designazione come organizzazione ‘terroristica’ del MEK da parte del Dipartimento di Stato. Una designazione che è completamente screditata, bucata da tutte le direzioni e che è ormai sul suo letto di morte. Va ricordato che nessuna storia di fantasia, come quella della NBC e le osservazioni da parte di anonimi funzionari che secondo l’articolo fanno commenti vaghi come “tutte le vostre propensioni sono corrette”, può fornire ossigeno dell’ultimo minuto per mantenere la designazione in vita.
La Corte d’Appello del District of Columbia ha stabilito nel luglio 2010 che non ci sono prove credibili per l’inserimento del MEK nella lista e che tutti i documenti forniti dal Dipartimento di Stato sono stati non adeguati e non corroborati da prove. Per questo la Corte ha ordinato al Dipartimento di Stato di riesaminare l’inserimento nella lista. Più di 100 membri del Congresso, compreso il deputato Rogers, presidente della Commissione della Camera dei Rappresentanti per il controllo sui servizi segreti, in una rara iniziativa bipartisan hanno chiesto la revoca dell’inserimento.
Contrariamente a quanto sostiene l’articolo, questo raro consenso è stato dovuto al fatto che, come è stato confermato da decine dei più alti dirigenti della sicurezza nazionale delle ultime quattro Amministrazioni che hanno aderito a tale campagna, non esiste alcuna prova che colleghi il MEK con il terrorismo e il governo degli Stati Uniti non è stato in grado di fornire neanche un singolo documento in tal senso.
Non è una coincidenza che la fonte principale di questa storia, che è simile agli spettacoli trasmessi dai mullah sulle loro televisioni di Stato, sia Mohammad Javad Larijani, che è stato presentato come consulente di Ali Khamenei. La missione principale di Mohammad Javad Larijani, che in realtà è stato uno degli ideologi del “ruolo del velayat-e faqih” (‘tutela del sommo giureconsulto’, ovvero tutti i poteri sottoposti alla ‘suprema guida spirituale’, Khamenei), è quella di giustificare sulla scena internazionale la brutale repressione, le impiccagioni pubbliche e la lapidazione a morte del popolo iraniano da parte del regime dei mullah.
Incolpare gli altri per quello che fa esso stesso è una delle caratteristiche principali del regime iraniano e dei suoi funzionari. In realtà Mohammad Javad Larijani è la stessa persona che nel 1990 ha ufficialmente dichiarato che l’unico modo per la sopravvivenza del regime dei mullah è quello di espandersi in altri paesi islamici. È chiaro che il mezzo principale di questa espansione è stata l’esportazione del terrorismo e del fondamentalismo.
Al fine di dimostrare in che misura tali affermazioni sono infondate, si ricorda l’accusa in passato di una cooperazione del MEK con Ramzi Yousef per l’esplosione al santuario dell’Imam Reza a Mashad nel 1994, una mera diffamazione. Il MEK non ha mai avuto alcun contatto o connessione con Ramzi Yousef. È molto significativo che quando questa tragica esplosione ebbe luogo, il 20 giugno 1994, Ali Khamenei personalmente entrò in scena e attribuì l’attentato al MEK, qualcosa che il MEK negò recisamente. Pochi anni dopo, durante faide tra fazioni del regime, un ex membro del Ministero dell’Intelligence ha rivelato che l’attentato era stato perpetrato dal ministero stesso e in particolare dalla fazione di Saeed Emami, allora uno dei suoi alti funzionari.

Consiglio Nazionale della Resistenza Iraniana
9 febbraio 2012

Informazioni sul Fronte Palestina

Per sviluppare un lavoro di classe nel sostegno alla lotta di liberazione della Palestina e degli altri popoli oppressi e aggrediti dall'imperialismo, oltre alle sterili e dannose concezioni del pacifismo e dell'equidistanza tra aggressori e aggrediti che hanno in gran parte contribuito ad affossare il movimento contro la guerra nel nostro paese negli ultimi anni, si è deciso di fondare l'organismo nazionale Fronte Palestina.

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