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Come farà la Palestina a liberasi dai regimi dei paesi arabi che la circondano?

Il ruolo dei paesi arabi nel 48 e ora. Due momenti storici descritti di seguito. Non cambia molto. Non è su di loro che può contare la Palestina. Diversi sono i popoli dai regimi che li governano. Perché i popoli arabi possano solidarizzare con il popolo palestinese dovranno prima liberarsi dei loro regimi. Come noi d'altra parte per solidarizzare con i palestinesi avremo bisogno di liberarci dei Salvini, fraterni amici dei Netanyahu.

I paesi arabi nel 1948

[...] Inizialmente Israele schierava più di 35.000 soldati, in luglio ne furono mobilitati altri 65.000 che in dicembre divennero 96.441, mentre le truppe arabe, regolari e irregolari, all'inizio del conflitto non raggiungevano le 25.000 unità, e anche se il numero dei mobilitati aumentò in seguito, fu sempre molto inferiore agli effettivi dell'IDF, l'Israeli Defence Force. Nella fase finale della guerra il rapporto a favore degli israeliani fu di circa 2 contro 15. Inoltre le truppe regolari della Lega Araba che entrarono in Palestina il 15 maggio – quando ormai un quarto di milione di palestinesi erano stati espulsi, duecento loro villaggi distrutti e dozzine di città svuotate – non avevano un comando unitario e cooperavano le une con le altre con difficoltà. Nonostante la formazione di questa Lega in difesa della Palestina, infatti, i governi arabi “non usciranno mai dalla loro dipendenza neocoloniale inglese o americana nascente e, dal Cairo a Baghdad, manifesteranno apertamente le proprie inimicizie, la propria impotenza e tradiranno la causa che dicevano di difendere”.

Non tutti i paesi arabi, inoltre, inviarono uomini e armi nella misura richiesta dal Consiglio della Lega araba, e le migliaia di volontari ansiosi di sacrificarsi per la Palestina criticarono infatti i propri governi per la loro inerzia: Egitto e Arabia fornirono solo un aiuto finanziario di non grande entità, il Libano promise un limitato numero di pezzi d”artiglieria, e sembra che solo la Siria si impegnasse in reali preparativi di guerra, convincendo anche l'Iraq ad allinearsi su questa linea. Delle truppe regolari dei paesi arabi la Legione Araba della Transgiordania - creata e sussidiata dagli inglesi e comandata da ufficiali britannici al servizio di re Abdallah - era l”eccezione quanto a perfetta organizzazione ed efficienza, ma presentava l'ambiguità di essere collegata all'esercito inglese. Infatti, anche se il Governo di Sua Maestà si era premurato di assicurare che gli ufficiali inglesi arruolati nella Legione non dipendevano più dal comando militare britannico ma da dal sovrano hascemita, non è più un segreto che re Abdallah era colluso con i sionisti. Avendo in comune con loro, oltre alla protezione britannica, anche interessi territoriali e l'inimicizia verso il Mufti Haji Amin al-Husseini, il re di Transgiordania si era incontrato due volte in segreto con Golda Meir alla vigilia della guerra, gettando le basi per una divisione della Palestina lungo frontiere diverse da quelle stabilite dall'ONU, pur non potendo prometterle la propria non partecipazione alla guerra annunciata dalla Lega araba. Del resto, come ben scrive Avi Schlaim, “assicurare la Palestina ai palestinesi era anche la foglia di fico dietro cui ogni Stato arabo celava gli interessi nazionali e dinastici da cui era mosso”, e gli israeliani, che conoscevano le divisioni arabe, le sfruttarono abilmente.

Per smontare ulteriormente il dogma del piccolo David che rischiava di scomparire sotto i colpi del potente Golia arabo, va ricordato che la guerra israeliana fu più una guerra di offesa che di difesa in quanto Ben Gurion, volendo allargare il corridoio verso Gerusalemme, ordinò di conquistare postazioni come Latrun e Ramallah che la spartizione ONU aveva invece attribuito agli arabi. Al contrario, la Legione Araba giordana, unico tra i contingenti arabi a dare del filo da torcere all'IDF, non fece mai nessun tentativo di conquistare parti di territorio assegnato allo Stato ebraico dall'ONU: difese con successo Latrun e Ramallah e disputò agli israeliani solo Gerusalemme. Inoltre, come dimostra Avi Schlaim7, le truppe arabe entrarono in Palestina non certo “per distruggere il giovane Stato ebraico”, della qual cosa si sapevano incapaci, ma piuttosto per impedire che Israele e la Transgiordania si spartissero tra loro il territorio assegnato allo Stato palestinese dalle Nazioni Unite. [...]

Tratto da “Gli spinosi cactus di Palestina e Israele” di Claudia Berton - pag. 121
 

I paesi arabi ora

[...] Il giorno stesso (4 maggio 2016)) in cui si insedia alla NATO il nuovo Comandante Supremo Alleato in Europa - il generale USA Curtis Scaparrotti, nominato come i suoi 17 predecessori dal Presidente degli Stati Uniti - il Consiglio Nord Atlantico annuncia che al quartier generale della NATO a Bruxelles viene istituita una Missione ufficiale israeliana, capeggiata dall°ambasciatore di Israele presso la UE.

Israele viene cosi integrato ancora di più nella NATO, alla quale è già strettamente collegato tramite il «Programma di cooperazione individuale», che era stato ratificato dalla NATO il 2 dicembre 2008, tre settimane prima dell'operazione israeliana «Piombo fuso›› a Gaza.

Esso comprende tra l'altro la collaborazione tra i servizi di intelligence e la connessione delle forze israeliane, comprese quelle nucleari, al sistema elettronico NATO.

Israele – l°unica potenza nucleare in Medioriente, non aderente al Trattato di non-proliferazione, sottoscritto invece dall'lran che non ha armi nucleari – possiede (pur senza ammetterlo) un arsenale stimato in 100-400 armi nucleari, tra cui mini-nukes e bombe neutroniche di nuova generazione, e produce plutonio e trizio in quantità tale da costruirne altre centinaia. Le testate nucleari israeliane sono pronte al lancio su missili balistici e su cacciabombardieri dagli USA, cui si aggiungono ora gli F-35.

I principali paesi europei della NATO, che formalmente sostengono l°accordo sul nucleare iraniano stipulato nel 2015 (da cui gli USA sono usciti nel 2018), sono in realtà schierati con Israele. La Germania gli ha fornito sei sottomarini Dolphin, modificati così da poter lanciare missili da crociera a testata nucleare, ed ha approvato la fornitura di altri tre. Germania, Francia, Italia, Grecia e Polonia hanno partecipato, con gli USA, alla più grande esercitazione internazionale di guerra aerea nella storia di Israele, la Blue Flag 2017. L'ltalia, legata a Israele da un accordo di cooperazione militare (Legge n. 94, 2005), vi ha partecipato con caccia Tornado del 6° Stormo di Ghedi, addetto al trasporto delle bombe nucleari USA.

Secondo il piano testato nella esercitazione USA-Israele Juniper Cobra 2018, forze USA e NATO arriverebbero dall'Europa (soprattutto dalle basi in Italia) per sostenere Israele in una guerra contro l'Iran. Essa potrebbe iniziare con un attacco israeliano agli impianti nucleari iraniani, tipo quello effettuato nel 1981 a Osiraq in Iraq. In caso di rappresaglia iraniana, Israele potrebbe far uso di un'arma nucleare mettendo in moto una reazione a catena dagli esiti imprevedibili.

Alla Missione ufficiale israeliana presso la NATO si affiancano quelle del regno di Giordania e degli emirati del Qatar e del Kuwait, «partner molto attivi» che sono integrati ancor più nella NATO per meriti acquisiti. La Giordania ospita basi segrete della CIA nelle quali – documentano il New York Times e Der Spiegel – sono stati addestrati militanti islamici di Al Qaeda e dell'ISIS per la guerra coperta in Siria e Iraq. Il Qatar ha partecipato alla guerra NATO contro la Libia, infiltrando nel 2011 circa 5mila commandos sul suo territorio (come dichiarato a The Guardian dallo stesso Capo di stato maggiore qatariano), e a quella contro la Siria: lo ammette in una intervista al financial Times l”ex primo ministro qatariano, Hamad Bin Jassim Al Thani, che parla di operazioni qatariane e saudite di «interferenza›› in Siria, coordinate degli Stati Uniti.

Il Kuwait, tramite l'«Accordo sul transito», permette alla NATO di avere il suo primo scalo aeroportuale nel Golfo, non solo per l'invio di forze e materiali militari in Afghanistan, ma anche per la «cooperazione pratica della Saudita». Partner sostenuti dagli USA nella guerra che fa strage di civili nello Yemen. Vi partecipa, con una quindicina di cacciabombardieri, anche il Kuwait, a cui l'Italia fornisce 28 caccia Eurofighter Typhoon di nuova generazione, dopo aver fornito a Israele 30 caccia M-346 da addestramento avanzato. Gli Eurofighter Typhoon, che il Kuwait usa per fare stragi nello Yemen e altrove, possono essere armati anche di bombe nucleari. [...]

All'addestramento degli equipaggi provvede l'Aeronautica italiana.

Tratto da “I 70 anni della Nato: di guerra in guerra” cap. Israele ed emiri nella NATO
 


Per la pubblicazione dell'articolo ringraziamo ParalleloPalestina

Informazioni sul Fronte Palestina

Per sviluppare un lavoro di classe nel sostegno alla lotta di liberazione della Palestina e degli altri popoli oppressi e aggrediti dall'imperialismo, oltre alle sterili e dannose concezioni del pacifismo e dell'equidistanza tra aggressori e aggrediti che hanno in gran parte contribuito ad affossare il movimento contro la guerra nel nostro paese negli ultimi anni, si è deciso di fondare l'organismo nazionale Fronte Palestina.

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