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L’accordo del secolo, ovvero Gramsci, il “che” e la Lotta di Liberazione del popolo palestinese

Noi, palestinesi, assomigliamo a dei papaveri rossi, dalla vita breve e fragile. La comunità internazionale non è impressionata dalla nostra bellezza e trascura di tutelarci. Al contrario, ci dice spesso che la nostra aspirazione alla liberazione è assurda e non può fiorire. Ciò nonostante, noi abbiamo fiducia nella nostra capacità collettiva di abbellire il versante brullo della montagna e di ispirare una primavera rivoluzionaria agli oppressi della terra”.

Lo chiamano accordo ma è l’ennesima violenza contro i palestinesi. Il cosiddetto “Accordo del secolo” tra Trump ed il governo sionista preparato da tempo, pare essere arrivato al suo punto finale. A parole tutte le fazioni palestinesi si dichiarano contrarie ed hanno organizzato una mobilitazione diffusa, la “giornata della collera”.

Chi ha memoria, ed ha seguito le vicende palestinesi, sa bene che parte dei dirigenti delle varie organizzazioni hanno tradito l’idea della lotta di Liberazione della propria terra. Gli esempi sono veramente innumerevoli e passano dalla continua collaborazione coi sionisti alla repressione delle avanguardie palestinesi, dalle condizioni di vita dei palestinesi alle torture dei prigionieri...ma ne riprendiamo uno per tutti: l’abbandono dei prigionieri, delle loro istanze di libertà o anche di sopravvivenza.

Da ormai molti anni solo il Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina ha seguito e sostenuto le lotte dei palestinesi fuori e dentro le prigioni; potremmo invece ricordare i ricatti praticati da altre forze politiche verso i prigionieri, con minacce di non sostenere le famiglie oltre loro stessi.

Ricordiamo come risposero i dirigenti palestinesi al documento firmato da tutte le fazioni palestinesi prigionieri: l’unica risposta fu il silenzio ed il ricatto.

Potremmo parlare, infine, della censura attuata da certa solidarietà verso la Palestina, ovvero che nulla hanno raccontato o raccontano sulla realtà politica che si vive in Palestina, sugli accordi di Oslo, sulla famigerata collaborazione tra Autorità Palestinese ed i sionisti, o di quanto esposto sopra.

Pensiamo non sia necessario arrivare a Gramsci quando diceva che “la verità è sempre rivoluzionaria”. Quando è intera, s’intende.

Noi sappiamo che raccontare la verità è l’unico modo di restare umani, anche quando si rischia l’isolamento o di essere assassinati come avvenne per Juliano Mer Kamis e per Vittorio Arrigoni, oppure come avvenne per il militante palestinese Omar Nayef Zayed, trovato morto nel giardino della sede diplomatica palestinese a Sofia, in Bulgaria.

Quindi oggi sarebbe da irresponsabili crede tout-court alle dichiarazioni dei dirigenti palestinesi che si dicono contrari al progetto di Trump. Sia chiaro quindi, che non ci fidiamo dell'ANP, come anche dei paesi arabi che si dicono “contrari” alla proposta del duo criminale…ma può essere una buona occasione per liberarcene definitivamente. La credibilità di Abu Mazen è bassa e le sue parole per i palestinesi, per i sostenitori della lotta di liberazione, valgono quanto la neve al sole.

Se non ricordiamo male sarà la 130esima volta che Abu Mazen dichiara di voler stracciare i famigerati accordi di Oslo, ma poi basta un rimbrotto americano, qualche soldo dagli USA o da qualche monarca saudita o qatariota e tutto torna come e peggio di prima, e tra i vari funzionari dell'ANP nessuno fiata se non per accondiscendere alla volontà di collaborazione con i sionisti. Ma questa può essere la volta che ci si libera dell'ANP, creatura partorita dall'amplesso tra i sionisti e lo stesso Abu Mazen.

Se i dirigenti palestinesi non accetteranno il ricatto sionista sarà inevitabile l’unità dei palestinesi, la fine degli accordi di Oslo e, finalmente, la lotta di Liberazione palestinese si potrà riaccendere, dando energia e vita alle lotte di liberazione in ogni parte del mondo. Se dovessero accettare il ricatto dei sionisti e dei paesi arabi “amici” sarebbe lo stesso la fine dell’ANP, perché anche i più ciechi vedrebbero la loro viltà e servilismo verso il progetto sionista. Questo per quanto riguarda la “casa” dei palestinesi.

Facciamo un salto, turandoci il naso, nella “casa” dei sionisti. Sarebbe ingenuo pensare che il Piano di Trump sia stato partorito dalla sola “mente” del sionista Trump, ovvero che non sia stato scritto a quattro mani, e due erano del criminale di guerra Netanyauh.

Perché sono i sionisti che hanno bisogno di questo accordo. Davvero qualcuno pensa che loro abbiano intenzione di fermare il vero progetto di cancellare tutti i palestinesi ed occupare tutta la Palestina?

Siamo seri, il fatto è questo: gli imperialisti americani e sionisti hanno capito che il vento di questi anni a loro favore sta per terminare, sanno di non poter godere ancora per molto della loro completa impunità.

La mossa dell’accordo proposto dai sionisti serve a spingere l’asticella ancora un passo in avanti verso la completa occupazione della Palestina. L’hanno fatto molte altre volte attraverso i famigerati ed inutili, per i palestinesi, accordi di pace, quello più importante firmato ad Oslo.

Una firma oggi tra i sionisti e palestinesi servirebbe a “legalizzare” una fetta più grande dell’occupazione, firmando l’accordo non si potrebbe più parlare di colonie illegali, perché sarebbero legalizzate.

Questo è il vero piano del secolo, la completa legalizzazione dell’occupazione.

Qui servirebbero le parole finali del discorso che il Che fece all'assemblea dell’ONU sulla sovranità l’11 dicembre 1964: «Vogliamo pace. Questa disposizione nuova di un Continente d’America è plasmata e riassunta nel grido che giorno dopo giorno le nostre masse proclamano come espressione incontestabile della propria decisione di lotta paralizzando la mano armata dell’invasore. Proclama che conta con la comprensione e l’appoggio di tutti i popoli del mondo, questo proclama è: Patria o Morte».

Noi abbiamo grande fiducia nel popolo palestinese che resiste da oltre 70 anni e, nonostante la situazione difficile che abbiamo cercato di descrivere, auspichiamo l’unità le organizzazioni palestinesi, di tutta la solidarietà verso la Palestina, rigettando la proposta sionista e combattendo nel nostro paese il tentativo di criminalizzarci equiparando il nostro antisionismo con il loro antisemitismo.

Chiudiamo ricordando a tutte e tutti quanto disse il compagno segretario del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina Ahmad Sa'adat: “non una singola casa sarà costruita in una colonia sionista come prezzo per la mia libertà”.

Con la Palestina nel cuore, fino alla vittoria!

Palestina Rossa
 


Mobilitazione promossa dalla Comunità palestinese: MILANO - ROMA - NAPOLI

Comments

Il csa Vittoria parteciperà e invita a partecipare in massa al presidio di sabato 1° febbraio in Piazza Duomo indetto dalle comunità palestinesi.

Il piano del secolo di Trump non è altro che un piano di guerra contro i palestinesi.

La "pace" per Trump è ridurre il popolo palestinese in piccoli lembi di terra senza legami né sovranità, non consentendo il ritorno dei profughi, ma con il riconoscimento di una "mancia" per gli stati arabi che decideranno di tenere i palestinesi nel limbo dei campi allestiti per chi scappò dal massacro dell'occupazione.

Il piano del secolo è un regalo a Netanyahu e alla politica destabilizzatrice di Israele in Medio Oriente. D'altronde Israele ha dato sostegno, nascosto all'Isis, alle guerre dell'Arabia Saudita, alla guerra in Siria e contro l'Iran.

Chiamiamo tutte e tutti alla partecipazione alle iniziative che si terranno contro questa ennesima enorme ingiustizia contro i palestinesi, iniziando dal presidio di sabato alle ore 16 in Duomo (Arengario)

La Palestina è una terra occupata.

Il sionismo è l'ideologia che tiene in piedi Israele, la cultura di odio e sangue che permea la sua società e la sua politica espansionistica e genocida dei palestinesi.

Se i terroristi Trump e Netanyahu pensano di potersi comprare i palestinesi si sbagliano di grosso.

Il popolo palestinese non è in vendita, esiste e resiste ancora e ancora, e anche questa volta non lascerà che altri decidano sul suo destino.

Un solo stato per tanti popoli con giustizia sociale, questo dovrà essere il futuro della Palestina.

Palestina libera! Palestina Rossa!

I compagni e le compagne del Csa Vittoria
www.csavittoria.org

“Accordo del secolo” ovvero Bantustan “Palestina”

"Finalmente" è stato svelato il cosiddetto “Accordo del Secolo”, fortemente voluto dall’Amministrazione sionista statunitense e per anni tenuto segreto, in attesa di essere tirato fuori “al momento giusto”. A quanto pare, la lobby evangelico-sionista ha deciso che questo “momento” dovesse combaciare con l’anno delle elezioni presidenziali statunitensi, a circa un mese da quelle, ennesime, israeliane. Ossia in un contesto di massimo rendimento per i ricatti politici sulle anatre zoppe Trump e Netanyahu: il primo sotto “impeachment” al Congresso USA, l’altro presto “alla sbarra” davanti ai tribunali israeliani. Un’occasione più unica che rara, per i lobbisti senza scrupoli. Un asso-piglia-tutto antipalestinese, presentato in mondovisione, di fronte ad una selezionatissima claque sionista, in quanto proposta di accordo, testualmente, tra “Israele e i palestinesi”, nella più totale assenza dei...palestinesi!

Una raffigurazione grottesca e rivelatrice dell’attuale dinamica politica internazionale, dove gli accordi riguardanti gli occupati – spesso in contumacia – vengono stipulati tra le potenze occupanti e quindi imposti agli assenti. Nel caso specifico non solo gli occupanti e colonialisti della Palestina, ribadiscono in toto la politica segregazionista dell’Apartheid del Sudafrica ariano, ma si spingono a mutuarne la forma politico-istituzionale del bantustan, spacciandola orwellianamente per “progetto di un futuro stato palestinese”. Un insulto all’intelligenza per chiunque, basti vedere i punti salienti del sedicente “Deal” trumpiano: “Gerusalemme capitale indivisibile di Israele”, “Annessione delle colonie in Cisgiordania e dell’intera Valle del Giordano”, “No al Diritto al Ritorno per i palestinesi in Palestina”, “(eventuale) Stato palestinese demilitarizzato, senza continuità territoriale e con frontiere controllate da Israele”, “Disarmo totale e incondizionato della Resistenza palestinese”, “Riconoscimento di israele come Stato degli ebrei” e un’ampia gragnola di doveri, costrizioni, barriere, umiliazioni, limitazioni a libero arbitrio dei segregazionisti antiarabi: in definitiva uno zoo di esseri umani. Il perfetto assassinio politico della cosiddetta questione palestinese aperta con la famigerata Dichiarazione di Balfour che, per inciso, ora spicca per “equilibrio” se confrontata con la proposta dal “genero sionista di Trump”.

Di una cosa va dato però atto all’”Accordo del Secolo”: ha la forza della chiarezza. Spazza via l’illusione della convivenza di “2 Stati e 2 Popoli” in Palestina, sostituendola con lo “Stato degli Ebrei”, segregazionista e colonialista. Con altrettanta forza spazza via anche gli auspici di collaborazionismo israelo-palestinese per un quarto di secolo sponsorizzato dagli euroimperialisti e certa “sinistra” (para)istituzionale e movimentista, anche italiana. Così come fa carta straccia degli “Accordi di Oslo” che, “spazzatura” sin dall’inizio, sono stati definitivamente gettati nel “cestino della Storia”. Infine tale progetto ha il pregio di far emergere alla luce del sole, in maniera incontrovertibile, quel finora latente sionismo arabo sponsorizzato dalle petromonarchie del Golfo Persico; per troppo tempo negato anche dai diretti interessati. Una emersione che va a “saldare” un Asse della Reazione di stampo sionista NATO-Israele-petromonarchie che ora potrà accelerare la normalizzazione e costituirsi come Patto politico-militare contro le Resistenze anticolonialiste e antisioniste in tutta l’area mediorientale.

Ma soprattutto, questo “accordo” mette con le spalle al muro proprio i palestinesi, chiamati a prendere posizione a tutti i livelli: politici, militari, diplomatici, economici e sociali. Costringendoli a decidere se tagliare o meno i molti nodi gordiani che li hanno “incaprettati” da Oslo in poi, nel tatticismo fine a se stesso, in una immobile e litigiosa frammentazione strategica.

Scioglieranno l’inservibile ANP? Stracceranno le famigerate collaborazioni di sicurezza con l’Occupazione? Si unificheranno politicamente contro l’Occupazione? Rilanceranno la Resistenza politico-militare contro il Sionismo? Boicotteranno le prossime elezioni dell’Entità segregazionista? Si uniranno coerentemente alle altre Forze della Resistenza antisionista mediorientali? Sapranno rielaborare e contestualizzare il “sogno” di una Palestina unica, indivisa, democratica, popolare e antirazzista?

È evidente che per i palestinesi giunto il momento irrimandabile delle decisioni, a dispetto di un imperialismo sionista pronto a scommette che la rinuncia a tutto ciò sia in vendita, al costo di saldo di 50miliardi di dollari. Al netto dei collaborazionisti, crediamo che il nemico stia sbagliando i calcoli.

Per noi invece l’opzione politica internazionalista rimane quella di concentrarci sulla questione sionista, autentica radice del disastro mediorientale.

Fronte Palestina

 

Informazioni sul Fronte Palestina

Per sviluppare un lavoro di classe nel sostegno alla lotta di liberazione della Palestina e degli altri popoli oppressi e aggrediti dall'imperialismo, oltre alle sterili e dannose concezioni del pacifismo e dell'equidistanza tra aggressori e aggrediti che hanno in gran parte contribuito ad affossare il movimento contro la guerra nel nostro paese negli ultimi anni, si è deciso di fondare l'organismo nazionale Fronte Palestina.

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