Mentre nella Festa dei Lavoratori, la vetrina mediatica Expo 2015 delle multinazionali, è andata in frantumi sotto il peso delle contraddizioni, provocate da anni di devastazioni cementificanti del territorio e del saccheggio miliardario della ricchezza sociale, attraverso il made in Italy della corruzione, della mafia e del capitalismo: tale filosofia del business di clientela si riproduce inesorabile. Anche nell'esposizione del brand israel e della sua fagocitazione della Palestina.
“La Palestina si trova nel territorio di Israele […] La Palestina non è ancora una Nazione a tutti gli effetti, visto che si sta cercando di risolvere la questione in questi decenni per via diplomatica, anche se i vari scontri a fuoco con Israele non facilitano la risoluzione definitiva di questa complicata situazione.” Recita così, testualmente, riferendosi alla Palestina, uno dei siti di riferimento della kermesse milanese (http://www.worldexpo2015.it/info/info/partecipanti/palestina.html). Sponsorizzato da Assolombarda ed altri grumi del capitalismo multinazionale. Dopo la figuraccia di aver presentato come capitale dell'entità sionista, Gerusalemme, non riconosciuta internazionalmente, il comitato d'affari dell'Esposizione universale, si contraddistingue nuovamente per la manipolazione filoisraeliana. Riscrivendo al contrario la storia e la geografia, a proprio uso e consumo.
Senza che questo sollevi l'obiezione dell'ambasciata dell'ANP in Italia. Nonostante anche la “Palestina” parteciperà a Expo2015. O per meglio dire l'Autorità Nazionale Palestinese. Che partecipando in tal modo, acriticamente, a Expo 2015, riconosce e sostiene la presenza di israele alla manifestazione, ne giustifica le menzogne e la narrazione politica che l'entità sionista impone di se stessa.
Ci chiediamo come possa l'ANP rimanere in silenzio su questo, mostrandosi invece entusiasta della posizione riservata alla Palestina all'interno di Expo, che ancora una volta la vede relegata al ruolo di bantustan d'israele. Una “Palestina” che di fatto parteciperà a Expo2015 in qualità di “parente povero”, ospitato all'interno del “cluster” (cioè un padiglione comune per Paesi che non hanno risorse per allestirne uno proprio), dedicato alle Zone Aride, con uno stand di 125 m².
Un “Paese arido” dunque la Palestina esposta, mentre la colonia israeliana “ha saputo rendere fertili molti dei suoi terreni in prevalenza aridi” e vuole “affrancarsi dall’immagine di un territorio arido. […] sono stati raggiunti dei grandi risultati grazie all’utilizzo di soluzioni innovative e tecnologicamente avanzate, all’ottimizzazione delle risorse idriche”. Il tutto esposto in un padiglione di 2369 m², più del decuplo di quello dei colonizzati palestinesi...
Expo 2015 "rappresenta un'occasione imperdibile", secondo Osama Abu Ali, direttore del settore esportazioni, dove tra balli e canti sarà presentato il “meglio della produzione di Cisgiordania e Gaza”, avendo come tema l'albero d'ulivo, simbolo di pace - o di pacificazione?
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