Giovedì 26 aprile c'è stato un interessante incontro con un membro del movimento XX Febbraio nato in Marocco poco più di un anno fa.
Mouha Ouakziz, un "marxista-leninista", così come lui stesso si è definito, è venuto in Italia per parlare di quanto sta accadendo in Marocco, una rivoluzione silenziosa perché completamente censurata dai media internazionali.
Il movimento XX Febbraio è nato grazie a diversi focolai che sono esplosi in tutto il Paese contro la monarchia e i suoi strumenti di oppressione e imperialismo e a sostegno delle altre cause, come quella palestinese. "Non si tratta solo di un movimento che rivendica il pane, quello del XX Febbraio è un movimento politico e sindacale, volto a rovesciare la monarchia reggente. Il BDS in Marocco è molto forte, e consideriamo quella palestinese una lotta anche nostra, perché avanguardia delle altre rivolte arabe", ha spiegato Ouakziz.
La lotta contro il sionismo attiva in Marocco riguarda anche il sostegno che questi, insieme alle forze armate imperialiste francesi e inglesi, dà al regime monarchico che il movimento vuole contrastare.
"La lotta deve essere globale, perché c'è un unico padrone che comanda grazie ad un unico sistema: il capitalismo. Per questo è necessario che la comunità internazionale capisca l'importanza della solidarietà con questi movimenti, e che li sostenga e li appoggi".
Tornando al Marocco, il movimento ha permesso alle persone di liberarsi dalla paura, di tornare a protestare per le strade senza il terrore di eventuali ritorsioni; non solo: il XX febbraio ha fatto sì che i marocchini non accettassero le mediazioni proposte dal regime, come l'aver varato una costituzione fintamente democratica.
Il movimento, inoltre, è rimasto intatto e genuino, contrastando i tentativi dei partiti integralisti di manovrare la rivolta e rifiutando le proposte delle altre formazioni politiche che hanno richiesto la presenza di un parlamento all'interno del regime monarchico.
Il XX Febbraio, forte nei suoi ideali e deciso a proseguire nella lotta, mira al raggiungimento del socialismo e all'abbattimento del regime. "Per arrivare alla rivoluzione, ha spiegato Ouakziz, cioè all'abbattimento del capitalismo, la strada è lunga e impervia, ci sono degli ostacoli e delle pause. L'importante è avere chiaro l'obiettivo e non mollare, non scendere mai a compromessi".
Il percorso è impervio, si è detto, e molti sono i nemici da contrastare: ad esempio i partiti integralisti religiosi, nati per essere innanzitutto reazionari e anticomunisti, per ostacolare le rivolte. Tali formazioni partitiche non hanno dietro di sé un'ideologia, quanto una classe sociale, e chiunque sostenga queste realtà danneggia la solidarietà tra compagni, rallentando la lotta per la libertà e la giustizia. Ne è un esempio la “reazione”, nella Striscia di Gaza, della forza integralista di Hamas nell'inchiesta sulla morte di Vittorio Arrigoni, sulla quale è evidente che non voglia far luce. I cardini della lotta popolare, al contrario, vanno ricercati nell'ideologia comunista, che non ha come scopo l'accumulo di capitale e di potere e il controllo sulla popolazione quanto la piena uguaglianza tra tutte le persone.
Nella lotta del Marocco contro l'oppressore, molti studenti del movimento XX Febbraio sono stati imprigionati, e tutt'ora si trovano rinchiusi nelle carceri del regime; molti di essi sono in sciopero della fame, unico loro strumento per rivendicare i propri diritti. Così come in Palestina, dove i sionisti arrestano a loro discrezione i palestinesi senza alcun tipo di accusa, in Marocco il regime sequestra ed imprigiona chiunque voglia, con il tacito assenso dell'Europa e delle presunte democrazie occidentali.
A tal proposito, il nostro pieno sostegno va ai ragazzi marocchini e a quelli palestinesi in sciopero della fame: è di ieri la notizia che Bilal Diab, palestinese di 27 anni che rifiuta il cibo da 64 giorni, è entrato in coma, e le sue condizioni di salute sono molto critiche.
Il movimento XX Febbraio è solido e coeso nelle sue richieste, nonostante il regime abbia tentato di dissuaderlo attraverso l'emanazione di una costituzione e l'aumento dei diritti per le donne. Entrambi specchietti per le allodole, soprattutto la questione femminile, quasi per nulla citata nella costituzione emanata. "Le donne in Marocco non sono né libere né padrone del loro corpo. Un uomo, e questo lo sancisce la costituzione, che ha violentato una donna ha il diritto di sposarsela, per salvare il suo onore". Nel movimento XX Febbraio ci sono molte donne, che reclamano i loro diritti, e molti giovani si stanno occupando proprio della situazione femminile. "Noi crediamo che la causa femminile sia una chiave del movimento, una delle condizioni fondamentali per arrivare al vero cambiamento. Non sarà facile, ma siamo disposti a continuare, fino a quando non saranno riconosciuti tutti i nostri diritti", ha concluso Ouakziz.
Redazione PalestinaRossa