Non è un caso che di fronte alla chiarezza dei contenuti politici, alla coerenza di portarli in piazza ed alla determinazione di proseguire il nostro percorso in sostegno alla Resistenza palestinese ci siano delle reazioni aggressive che tentino di boicottare la giornata di lotta del 19 settembre ed i primi attacchi dai sionisti nostrani non hanno tardato ad arrivare, sostenuti dalle “grandi testate” editoriali.
Uno degli obiettivi che la campagna "No Expo - No Israele" si era preposto è di denunciare i tentativi di infiltrazione sionista che stavano avvenendo a Milano grazie all'esposizione universale Expo2015 dove Israele avrebbe ostentato le sue eccellenze nel campo dell'agricoltura e dell'innovazione tecnologica, in particolar modo sul tema della sicurezza e del controllo.
Expo, dunque, come laboratorio di flessibilità del lavoro (parole pronunciate dal sindaco di Milano Pisapia durante i preparativi dei padiglioni), in un paese dove è stata imposta la politica di attacco ai diritti collettivi dei lavoratori, con l'obiettivo di impedire qualunque forma di lotta collettiva attraverso l'ennesima riforma del lavoro chiamata Jobs Act. Expo come vetrina per gli assassini e gli affamatori del pianeta, per i signori della guerra che traggono i loro profitti da sfruttamenti e devastazioni. Multinazionali e paesi criminali si ritrovano allo stesso banchetto per condividere sistemi e strategie atte a soggiogare le masse e le popolazioni, appiattendo l'opinione pubblica su posizioni individualiste, reazionarie e razziste.
Chi ha deciso di lottare apertamente contro tutto questo, chi ha deciso di rappresentare ed incarnare modelli sociali antagonisti alle società classiste e ingiuste create dal capitalismo e si oppone ai governi guerrafondai che collaborano con i crimini dell'imperialismo il 19 settembre scenderà in piazza insieme a noi, portando le proprie rivendicazioni, ognuno con il proprio percorso ma tutti contro lo stesso nemico, che è lo stesso dei resistenti palestinesi e di tutte le resistenze popolari nel mondo.
I nostri contenuti sono chiari e ribadiamo che ci opporremo a qualunque collaborazione con lo Stato sionista, partendo proprio dalla nostra città medaglia d'oro alla Resistenza, onorando quanti hanno lottato prima di noi, con lo stesso spirito partigiano e per gli stessi valori di libertà, autodeterminazione e giustizia sociale.
Ricordiamo che in questi giorni si commemorerà uno dei crimini più orribili che la storia umana ricordi, il massacro di Sabra e Chatila, avvenuto nei due campi profughi del Beirut nel 1982. Purtroppo non solo i solidali con la Palestina a volte hanno la memoria corta, ma anche alcuni palestinesi: è di pochi giorni fa la notizia che l'ambasciatrice palestinese in Italia abbia instaurato il “Palestine National Day” all'Expo 2015, senza fare un minimo accenno né a quella ricorrenza né al fatto che la Palestina sia un paese sotto una delle occupazione più feroci che la storia ricordi.
Oggi la Palestina che resiste, oltre alla violenza della colonizzazione sionista, ha un nemico in più da cui difendersi: la repressione interna esercitata da quella borghesia che collabora con l'occupante, che svende i diritti inalienabili dei palestinesi e che lavora ad un processo di “normalizzazione”. È questa la più grande minaccia per i diritti nazionali di tutto il popolo palestinese e per il fronte di resistenza che da oltre settant'anni si scontra e fronteggia quotidianamente gli attacchi sionisti, nel tentativo di contrastare i piani di colonizzazione e di pulizia etnica in corso in Palestina.
Il 19 settembre diremo
NO al modello sionista securitario, razzista e repressivo
NO al modello Expo e alle politiche di sfruttamento del PD
NO agli accordi di Oslo e al collaborazionismo con l'occupazione
Sempre al fianco della Resistenza palestinese e dei popoli che si ribellano alle ingiustizie
ore 15 - CORTEO da p.zza Duca d'Aosta
ore 20 - CONCERTO al Baraonda di Segrate
con i Malasuerte Fi*Sud ed altri gruppi SKA-RAP milanesi *
Fronte Palestina - Milano
* il ricavato della serata sarà devoluto in sostegno alle lotte dei prigionieri palestinesi