Accordi di OSLO

Analisi: la normalizzazione della sinistra israeliana

Mentre il resto del mondo arabo e i palestinesi, per la maggior parte, avrebbero continuato a resistere contro la normalizzazione, la sinistra israeliana l'ha appoggiata negli anni successivi alla firma degli Accordi di Oslo, ed è così nata un'industria basata su programmi “people- to-people".

L'accordo di pace tra Egitto e Israele, che è stato firmato dal presidente egiziano Anwar Sadat e il primo ministro israeliano Menachem Begin nel 1979, simboleggiava una parziale fine al boicottaggio di normalizzazione con Israele. Inutile dire che i palestinesi hanno considerato quest'azione una pugnalata collettiva alla schiena. Gli arabi lo hanno visto come un tradimento ed l'accordo è stato respinto a gran voce in tutta la regione, Egitto compreso. Quando il presidente Sadat è stato assassinato due anni dopo, ha pagato con la vita questo tradimento.

A proposito del riconoscimento preventivo dello Stato palestinese

A proposito del riconoscimento preventivo dello Stato palestinese, mi limito ad osservare che almeno dalla morte di Arafat in poi, le azioni dell'ANP (Autorità Nazionale Palestinese, alias OLP o Fatah) non sono più solo indotte da Israele, ma piuttosto coordinate con gli organi dello Stato israeliano, vedi ad esempio l'organizzazione e il ruolo della polizia palestinese, e in politica internazionale basti ricordare il caso del rapporto Goldstone. Non vedo perché un'azione politica piuttosto rilevante come quella annunciata non debba essere come altre preventivamente concordata.

I funzionari che guidano l'ANP (OLP-Fatah) non sono affatto persone stupide e sanno benissimo che non potranno disporre, come vorrebbero, di uno Stato palestinese autonomo in accordo con Israele. Allora a che cosa mirano? Si accontentano di uno Stato "temporaneo", come è nei programmi israeliani, o più modestamente di continuare a gestire l'ANP, così com'è, o più realisticamente di “tirare a campare” per qualche anno ancora.

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