Antinazismo

Giorno della Memoria: un contributo su antifascismo ed antisionismo

Siamo antifascisti ed antirazzisti. Ed è esattamente per questo che siamo antisionisti.

Il razzismo, da sempre arma delle classi dominanti per creare divisioni e rotture negli strati sociali più bassi, ci ripugna. E ci ripugna quando viene applicato contro qualsiasi minoranza etnica, come ci ripugnano il sessismo e l'omofobia. Per questo ci ripugna anche il razzismo dei sionisti contro i palestinesi. Quello di ieri, e quello di oggi: è perchè siamo antirazzisti che non sopportiamo l'idea che esistano in Palestina due sistemi legislativi differenti, uno per palestinesi e l'altro per ebrei: questo è solo uno dei tanti fattori che rendono esplicita la dominazione sionista e le sue pratiche di apartheid verso il popolo palestinese. Ci schieriamo contro i rastrellamenti notturni, i bombardamenti indiscriminati, le punizioni collettive cui viene sottoposto il popolo palestinese: alla base di queste, e alla base del fatto che passino sotto silenzio, si trova proprio l'idea razzista che i palestinesi siano esseri umani 'di serie B'. I sionisti, tra l'altro, non sono razzisti solo nei confronti dei palestinesi, ma anche nei confronti di gruppi ebraici africani, si osservino ad esempio le discriminazioni nei confronti degli ebrei etiopi o “Falasha”.

Non tutti gli antisionisti sono pro palestinesi, non tutti gli antimperialisti sono anticapitalisti

A seguito degli argomenti trattati nel dibattito avvenuto domenica scorsa, promosso dal Centro Falastin a Torino, si propone il seguente elaborato (un punto sulla situazione in Palestina e Medio Oriente) del comitato Ricordare la Nakba.

29/09/2012

Lo sviluppo della situazione in Medio Oriente e nel mondo arabo, gli atti dell’imperialismo nordamericano ed europeo, in modo sempre più esplicito si muovono nella direzione di costruire le basi politiche, economiche e militari per realizzare il disegno di un Nuovo Grande Medio Oriente sotto la direzione ed il controllo dell’imperialismo. Disegno funzionale alla realizzazione di equilibri in grado di garantire, al capitalismo occidentale in crisi, le risorse, i mercati e gli equilibri strategici e militari nei confronti delle economie di nuova espansione, necessari per bloccare la caduta dei tassi di profitto e, quindi, per rinviare gli effetti più pesanti della crisi del sistema che, per il capitale rischia di non avere altrimenti alcuno sbocco.

Appare più chiara, seppur non meno grave, la strategia imperialista che, nel vicino Oriente, ha rimesso in discussione ruoli e schieramenti che apparivano consolidati.

L'UNICO VENTO CHE SOFFIA DAVVERO È QUELLO DELLA RESISTENZA

«Se siete neutrali in situazioni di ingiustizia, avete scelto la parte dell´oppressore»

Vescovo Desmond Tutu


Un'iniziativa CIPMO in collaborazione con i Comitati per l’Iniziativa di Ginevra
e grazie al sostegno del Ministero degli Affari Esteri e Fondazione CARIPLO

Circa una settimana fa si è tenuto presso Palazzo Marino a Milano un seminario riservato agli israeliani e ai palestinesi "addetti ai lavori" dal titolo “Tra Final Status e management del conflitto: il possibile uso delle Confidence Building Measures e i possibili percorsi di riconciliazione”. In sostanza si è trattato della classica e solita rincorsa alla ricerca di forme atte ad innescare un apparente pacifismo sociale: fin dall'inizio degli accordi sulla sicurezza, che per Israele sono la conditio sine qua non per sedersi ai tavoli delle trattative "di pace", è risultato evidente che l'obiettivo fosse colpire la resistenza palestinese e infondere una divisione all'interno della società.

Superimperialismo e democrazia totalitaria

In questo intervento cercherò di fissare alcune basi teoriche riguardanti lo studio del (neo)imperialismo. Partirò, quindi, dalla analisi classica leninista, mettendo poi a fuoco le nuove forme di sfruttamento capitalistico.

Lenin spiegò (in polemica con Rosa Luxemburg e Bukarin) che «Monopoli, oligarchia, tendenza al dominio anziché alla libertà, sfruttamento di un numero sempre maggiore di nazioni piccole e deboli per opera di un numero sempre maggiore di nazioni più ricche o potenti: sono le caratteristiche dell'imperialismo, che ne fanno un capitalismo parassitario e putrescente». (Lenin, Imperialismo, Ed. Lotta Comunista)

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Informazioni sul Fronte Palestina

Per sviluppare un lavoro di classe nel sostegno alla lotta di liberazione della Palestina e degli altri popoli oppressi e aggrediti dall'imperialismo, oltre alle sterili e dannose concezioni del pacifismo e dell'equidistanza tra aggressori e aggrediti che hanno in gran parte contribuito ad affossare il movimento contro la guerra nel nostro paese negli ultimi anni, si è deciso di fondare l'organismo nazionale Fronte Palestina.

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