Antisionismo

Israele: chiamiamolo fascismo

I nostri nonni dicevano che se qualcosa sembra un’anatra, starnazza come un’anatra e cammina come un’anatra, allora è un’anatra. Allo stesso modo, possiamo dire che se uno Stato agisce come un regime fascista, promuove leggi fasciste, utilizza termini fascisti e la sua popolazione reagisce in modo fascista, allora quello Stato è fascista.


Miri Regev, ex portavoce dell’esercito israeliano e attuale parlamentare,
ha definito i richiedenti asilo africani in Israele “un cancro”
(Foto: Moshe Milner, Ufficio Stampa del governo israeliano)

Per molti anni, ho avvertito del pericolo di utilizzare la parola “fascismo” per definire lo Stato di Israele. Il regime israeliano è prima di tutto un regime coloniale, mosso da considerazioni coloniali volte all’esclusione della popolazione indigena e alla confisca della sua nazione e delle sue terre. L’uso del termine “fascismo” serviva ad ammorbidire il carattere coloniale del progetto sionista e dello Stato di Israele.

Criticare o no la leadership palestinese?

In che modo si tradisce* la Causa Palestinese

Quasi sei anni fa la popolazione palestinese ha espresso il proprio voto - benché, non va scordato, si sia trattato di elezioni avvenute sotto occupazione - mostrando con decisione la voglia e la necessità di dare legittimità ad una forza all'epoca presentatasi come rivoluzionaria, Hamas, perché satura di anni di promesse e di finti accordi di pace. In ogni caso, in quelle elezioni il messaggio di rottura contro ogni forma di dialogo con l'occupante è stato chiaro, nonostante il dott. Salman sostenga che il voto pro-Hamas sia stato un modo per "punire" Fatah.

A seguito di questa scelta, opinabile per chi vuole, ma che resta pur sempre una scelta da accettare, la volontà dei palestinesi non è stata rispettata, perché né i governi né l'ONU hanno riconosciuto la legittimità della decisione popolare, né i sostenitori internazionali hanno fatto abbastanza per sostenere la volontà palestinese, forse a causa della persistente illusione di possibili accordi con lo stato sionista, che sempre più spesso hanno fatto capolino nella politica palestinese.

Report della riunione del Coordinamento Nazionale Freedom Flotilla Italia - Benvenuti in Palestina

Domenica 20 maggio si è tenuta a Roma la riunione del Coordinamento Nazionale Freedom Flotilla Italia – Benvenuti in Palestina, con la presenza di compagni rappresentanti le strutture ed i coordinamenti della Liguria, di Milano, della Toscana, di Ancona, Roma, Napoli e Brindisi.

La prima parte della riunione è stata dedicata ad un bilancio della missione “Benvenuti in Palestina”, valutata positivamente in riferimento agli obiettivi raggiunti, primo fra tutti l’interesse mediatico ottenuto e l’impatto sulla società civile palestinese, senza dimenticare le contraddizioni aperte anche nell’opinione pubblica israeliana. A partire da questo successo, si deve aprire la riflessione su tre elementi importanti.

Il presidente dell’Associazione palestinese per lo sport: fuori Israele dai comitati Olimpici

Israele dovrebbe essere escluso dai sindacati e comitati olimpici, ha dichiarato il capo della Federcalcio palestinese.

Jibril Rajoub, presidente della Federcalcio palestinese, giovedi ha chiesto che Israele venisse espulso da tutti i sindacati e comitati olimpici internazionali fino a quando "onorerà gli accordi internazionali".

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Informazioni sul Fronte Palestina

Per sviluppare un lavoro di classe nel sostegno alla lotta di liberazione della Palestina e degli altri popoli oppressi e aggrediti dall'imperialismo, oltre alle sterili e dannose concezioni del pacifismo e dell'equidistanza tra aggressori e aggrediti che hanno in gran parte contribuito ad affossare il movimento contro la guerra nel nostro paese negli ultimi anni, si è deciso di fondare l'organismo nazionale Fronte Palestina.

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