Antisionismo

Il potere del sionismo

Shalit è cittadino onorario di Roma. Ieri, il soldato sionista si è presentato in splendida forma accanto ai genitori e al sindaco della città, commosso per i cinque anni di prigionia subiti da un soldato che, durante un'invasione del suo esercito, è stato catturato da chi tentava di difendere la propria terra.

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Ma se, da questa storia, togliessimo il nome di Shalit e quello di Israele, qualcuno si indignerebbe? Se chiedessimo di provare compassione per un soldato rapito dai partigiani che difendono la propria terra e la propria dignità, qualcuno si mobiliterebbe per la sua libertà? Probabilmente no, e non lo fa neppure la legislazione internazionale, secondo la quale un popolo che vede minacciata la propria terra ha diritto di difenderla.

Teatri e Rappresentazioni

Carissimi Luca e Giorgio,

uno dei più importanti e interessanti libri di sociologia è «La vita quotidiana come rappresentazione», di Goffmann. Da lì si può comprendere che i nostri comportamenti di tutti i giorni seguono schemi di rappresentazione, appunto.

Per questo in fondo non mi offende troppo essere inserito nel «teatrino tra gli amici della Palestina che contestano la brigata ebraica...», come scrivete riguardo la manifestazione milanese del 25 aprile.

«La misura è colma» ?

Il giorno 25 aprile 2012 "Il Fatto Quotidiano" ha pubblicato un articolo di Jiga Malik (pseudonimo di Alessandro Schwed, scrittore israeliano) dal significativo titolo: "La misura è colma".

Partendo da un episodio verificatosi nella Palestina occupata da Israele (un tenente colonnello sionista colpisce in pieno volto ed a freddo un pacifista con il calcio del mitra), Jiga Melik invita gli ebrei del mondo a criticare questo governo che «fa più danni dei missili di Hamas».

A dire il vero e nella buona sostanza è anche un articolo che non dice molto su quella che è la realtà dell’occupazione, e mostra debolezza anche quando invita Israele a scommettere sulla pace.

Nuovi inquisitori e campagne calunniose

Intervista con Gilad Atzmon

In seguito alla pubblicazione dell’edizione francese del libro "The Wandering Who?", abbiamo chiesto al suo autore, il celebre jazzman Gilad Atzmon, di rispondere alle accuse mosse contro di lui da parte di coloro che tentano, continuamente, di impedire l’espressione e la diffusione delle sue idee.

Nel suo libro, Gilad decostruisce la politica identitaria ebraica. Fustiga allo stesso tempo il dominio della politica ebraica all’interno dei movimenti di sinistra ed in particolare dei movimenti solidali con il popolo palestinese. Le sue risposte, raccolte da Silvia Cattori, mostrano la pochezza delle argomentazioni di quanti complottano per isolarlo e smascherano le loro imposture perpetrate attraverso intimidazioni e calunnie.

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Informazioni sul Fronte Palestina

Per sviluppare un lavoro di classe nel sostegno alla lotta di liberazione della Palestina e degli altri popoli oppressi e aggrediti dall'imperialismo, oltre alle sterili e dannose concezioni del pacifismo e dell'equidistanza tra aggressori e aggrediti che hanno in gran parte contribuito ad affossare il movimento contro la guerra nel nostro paese negli ultimi anni, si è deciso di fondare l'organismo nazionale Fronte Palestina.

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