Antisionismo

Benvenuti nel primo Stato-Bunker del mondo

Benvenuti nel primo Stato-bunker del mondo: c’è posto solo per gli ebrei nel regime di Israele, la “città in mezzo alla selva”.

 

da: lahaine.org, 26.1.2012

Tornano sempre sulla stessa cosa. La scorsa settimana il Parlamento israeliano ha riattualizzato una legge di 59 anni fa, che originariamente voleva impedire che centinaia di migliaia di palestinesi tornassero alle case e alle terre dalle quali erano stati scacciati dalla creazione dello Stato di Israele.

Il proposito della draconiana Legge di Prevenzione dell’Infiltrazione del 1954 era rinchiudere qualsiasi palestinese che riuscisse a sfuggire ai franchitiratori che proteggevano le frontiere del nuovo Stato. Israele credeva che solo un castigo selvaggio e la dissuasione potessero assicurare il mantenimeto della assoluta maggioranza ebrea che aveva appena creato con una campagna di pulizia etnica.

Marcia Globale verso Gerusalemme: 30 marzo 2012

Marcia Globale verso Gerusalemme: 30 marzo 2012

Il 30 marzo 2012, provenendo da tutti i continenti, convergeremo e ci raduneremo lungo i confini palestinesi con l'Egitto, Giordania, Siria e Libano, con la partecipazione di delegazioni provenienti da ogni paese del mondo, in una marcia pacifica verso la Palestina.

Dall'occupazione sionista del 78% della Palestina nel 1948, e dalla successiva occupazione di Gerusalemme e del resto della Palestina nel 1967, siamo stati testimoni degli sforzi crescenti per giudaizzare Gerusalemme e per colonizzare la Palestina. Questi crimini contro l'umanità sono compiuti sotto la protezione politica e il pieno sostegno delle diverse amministrazioni USA e  coperti grazie al loro potere di veto alle Nazioni Unite.

L'obiettivo dei sionisti è quello di spingere i residenti palestinesi fuori da Gerusalemme e dal resto della Palestina, attraverso atti di terrorismo di Stato, pressioni economiche, restrizioni legali, fino all'espulsione completa.

La giornata della memoria... che dimentica!

Una legge del parlamento italiano nel 2000 ha istituito la giornata della memoria, che da allora si commemora il 27 gennaio di ogni anno. La proposta, giunta a livello internazionale, aveva come intento quello di ricordare con una ricorrenza annuale le vittime del nazismo, del fascismo e dell'Olocausto e di onorare coloro che a rischio della propria vita hanno protetto i perseguitati.

Il testo dell'articolo 1 della legge definisce così le finalità del Giorno della Memoria:

«La Repubblica italiana riconosce il giorno 27 gennaio, data dell'abbattimento dei cancelli di Auschwitz, "Giorno della Memoria", al fine di ricordare la Shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subìto la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati.»

Lodevole commemorare le vittime di uno degli stermini del '900 (sicuramente il più "famoso", ma di certo non l'unico) ma interessante notare come nel ricordo vengano volutamente commesse alcune dimenticanze.

Intervista ad un compagno (PFLP) del campo profughi di Deisha

Intervista ad un portavoce del

Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina

 

Abu M è un militante di lungo corso del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina; ha 42 anni e di questi 11 ne ha trascorsi nelle prigioni israeliane. E’ stato arrestato 15 volte.

Lo abbiamo incontrato al campo profughi di Dheisheh e abbiamo parlato con lui dell’attuale situazione politica palestinese e del ruolo del FPLP in questa fase.

20/10/11, Betlemme

Qui di seguito la trascrizione dell’intervista:

All’indomani della conclusione della prima fase del rilascio di prigionieri che giudizio date dell’accordo di scambio raggiunto da Hamas e lo Stato sionista?

La liberazione anche di un solo prigioniero palestinese è già di per sé una vittoria.

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Informazioni sul Fronte Palestina

Per sviluppare un lavoro di classe nel sostegno alla lotta di liberazione della Palestina e degli altri popoli oppressi e aggrediti dall'imperialismo, oltre alle sterili e dannose concezioni del pacifismo e dell'equidistanza tra aggressori e aggrediti che hanno in gran parte contribuito ad affossare il movimento contro la guerra nel nostro paese negli ultimi anni, si è deciso di fondare l'organismo nazionale Fronte Palestina.

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