Campi profughi palestinesi

Oltre 66 anni di continia colonizzazione

Una combinazione di pratiche, leggi e politiche statali Israeliane hanno come scopo il totale sfollamento ed esproprio della popolazione indigena palestinese; esercitando un controllo completo attraverso un sistema di apartheid e di occupazione, questo sistema complesso mira a colonizzare l’intero territorio palestinese (noto anche come “Palestina storica” o “Palestina mandataria”). Pertanto, Israele non si limita ai Palestinesi che vivono nei Territori Occupati Palestinesi (TOP) ma ha come obiettivo anche i Palestinesi che vivono nel lato Israeliano della linea dell’armistizio del 1949 (Green Line).

Il trattamento Israeliano dei Palestinesi sia all’interno d’Israele che nei TOP, costituisce un regime discriminatorio che ha come scopo primario controllare la massima quantita’ di terra con il minor numero di popolazione indigena palestinese che vi risiede su di essa. Le componenti principali di questa struttura servono a violare nei vari settori i diritti dei Palestinesi, quali la nazionalita’, la cittadinanza, la residenza e la proprieta’ terriera. Questo sistema originariamente e’ stato applicato durante la Nakba palestinese nel 1948, con l’obbiettivo di dominare ed espropriare tutti i Palestinesi che sono stai forzatamente sfollati durante la Nakba, tra cui i 150,000 Palestinesi che sono riusciti a rimanere all’interno della linea della’armistizio del 1949, per poi diventare cittadini Palestinesi d’Israele.

Leila Khaled: «Per me, la Palestina è il paradiso»

Un’intervista esclusiva con Leila Khaled

giovedì 3 aprile 2014

Frank Barat per LMADO: Come stai Leila? Cosa fai attualmente ad Amman?

Leila Khaled: Sto bene da quando sono parte della lotta per la libertà, per il nostro diritto al ritorno e per uno Stato indipendente con Gerusalemme come capitale. So che questo non succederà in un futuro troppo vicino, ma sto lottando nonostante tutto. Qui ad Amman sono capo del dipartimento per i rifugiati ed il Diritto al Ritorno del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina (FPLP).

APPELLO PER UNA MOBILITAZIONE NAZIONALE NEL GIORNO DELLA NAKBA

Car@ compagn@, come molti di voi sanno la nostra missione a Gaza, effettuata nei primi di gennaio, è stata significativa, al di là delle nostre più rosee speranze e ambizioni. Oltre ad essere riuscita a rompere il criminale embargo a cui è sottoposta da anni la Striscia di terra palestinese e a consegnare all’Ospedale Al Awda la somma raccolta nei mesi precedenti, è riuscita a mettere al centro degli incontri il tema – per noi irrinunciabile e centrale – del diritto al ritorno.

La missione “Per non dimenticare il diritto al ritorno…” è stata preceduta da tante iniziative che si sono svolte in tutta Italia con l’aiuto di molti di voi, ma straordinaria è stata soprattutto la risposta che abbiamo potuto registrare una volta tornati in Italia da Gaza: in poco più di un mese oltre venti iniziative ci hanno permesso di raccontare e far sapere cosa avevamo visto e sentito durante la nostra permanenza in Palestina. Durante questi incontri, sia all’interno della delegazione, sia fra gli organizzatori degli incontri e i partecipanti, è arrivata con forza la domanda di dare risposte alle richieste che ci sono venute dai nostri amici palestinesi di Gaza e di farlo non lasciando cadere quel filo di rapporti e di disponibilità che si sono annodati durante la costruzione di questa missione.

Il lungo filo della Memoria - I profughi palestinesi in Libano

“La situazione in Libano, rispetto l’anno scorso, è peggiorata, ma noi continuiamo a sperare ed a lavorare per un futuro migliore. Ci sforziamo, tutti i giorni, di combattere contro il sistema confessionale razzista che vive in Libano e, cerchiamo di costruire un paese diverso. La tragedia palestinese continua, nei Territori Occupati i martiri cadono tutti i giorni, la repressione nei vari paesi arabi contro i palestinesi persiste e, per questo, il nostro benvenuto nei vostri confronti è sempre più grande. Voi portate speranza, là dove la lotta continua, sia per i vostri popoli e sia per i nostri diritti. Continueremo la lotta anche grazie la solidarietà che dimostrate con la vostra presenza ed il vostro sostegno a questa causa”.

Queste sono le parole espresse dal direttore-editore del quotidiano libanese “Assafir”, maestro Talal Salman, durante il nostro incontro a Beirut il 17 settembre scorso. Salman è sempre molto disponibile nei nostri confronti e, l’appuntamento annuale con lui rappresenta il punto di forza di tutto il viaggio. Chiediamo subito a Salman di parlarci della questione siriana e libanese.

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Per sviluppare un lavoro di classe nel sostegno alla lotta di liberazione della Palestina e degli altri popoli oppressi e aggrediti dall'imperialismo, oltre alle sterili e dannose concezioni del pacifismo e dell'equidistanza tra aggressori e aggrediti che hanno in gran parte contribuito ad affossare il movimento contro la guerra nel nostro paese negli ultimi anni, si è deciso di fondare l'organismo nazionale Fronte Palestina.

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