Campi profughi palestinesi

La Siria tra rivoluzione e controrivoluzioni

Gilobert Achcar, autore del nuovo libro The People Want, è stato intervistato da Terry Conway.

TC: Potrebbe valutare l’attuale stato delle insurrezioni arabe in generale prima di concentrarci specificamente sulla Siria?

GA: Ciò che sta accadendo ora è la conferma di quello si poteva dire fin dall’inizio, il fatto che ciò che è cominciato nel dicembre del 2010 in Tunisia. non era una ‘Primavera’ come i media la hanno definita, un breve periodo di cambiamento politico durante il quale vengono destituiti questo o quell’altro despota, aprendo la strada a una bella democrazia parlamentare, e basta.   Le insurrezioni sono state descritte come una ‘rivoluzione di Facebook’, un’altra di quelle ‘rivoluzioni  colorate’.   Io, per cominciare, ho insistito dall’inizio che questa era una rappresentazione errata della realtà. Quello che aveva iniziato a realizzarsi  nel 2011, era un processo rivoluzionario a lungo termine che si sarebbe  sviluppato in molti, molti anni, se non decenni, specialmente se teniamo conto della sua estensione geografica.

Verso una strategia per resistere e contrastare il trasferimento forzato

6,8 milioni di rifugiati palestinesi e il numero aumenta. Il trasferimento forzato della popolazione Palestinese continua ad essere la questione centrale del conflitto israelo-palestinese. La creazione di rifugiati, attualmente 6,8 milioni, così come la creazione di sfollati interni, più di 600.000, da entrambi i lati della Linea Verde, e rifiutando il loro diritto al risarcimento e compreso il loro diritto al ritorno è la componente principale della Nakba in corso.

Il violento sradicamento dei palestinesi dalla loro terra è stato condotto in modo evolutivo dal 1947 ad oggi. La 53esima edizione della rivista di Al-Majdal, cerca di evidenziare questo continuo crimine. Il material presentato il 4 giugno 2013, durante la Conferenza di BADIL, “Il Trasferimento Forzato della Popolazione Palestine: una risposta preliminare per coordinare una difesa globale contro il trasferimento forzato”. L’accuratezza della Nakba in corso: Svelare il trasferimento forzato della popolazione fornisce delle fonti, estratti dalla conferenza di BADIL e delle analisi giuridiche – un riepilogo delle principali componenti del nostro ultimo lavoro.

Sabra e Shatila è una amara lezione nel tentativo di affidarsi alle garanzie date dagli Stati Uniti

Il Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina ricorda come il massacro di Sabra e Shatila costituisca una lezione per coloro che stanno ancora affidandosi alle garanzie degli Stati Uniti e aggiunge che gli accordi di Oslo sono un ennesimo disastro nazionale.

Durante un evento nel campo profughi di al-Buss, vicino a Tiro in Libano, in occasione del trentunesimo anniversario del massacro di Sabra e Shatila, del ventesimo anniversario degli accordi di Oslo e per manifestare contro le minacce degli Stati Uniti contro la Siria, il Fronte ha dichiarato che continuerà la sua campagna per fermare gli accordi di Oslo.

Il compagno Ahmed Mourad, membro del Comitato Centrale del FPLP in Libano, ha parlato dell'invasione sionista del Libano nel 1982, dell'assedio di Beirut, della resistenza palestinese e del movimento nazionale libanese, e ha inoltre ricordato i mesi di negoziati ed infine l’accordo sull'uscita dal Libano dei rivoluzionari palestinesi, sotto le cosiddette garanzie degli Stati Uniti per la protezione dei rifugiati palestinesi in Libano.

"Cosa è successo dopo è ben noto", ha detto Mourad, "quando le forze nemiche hanno attaccato Beirut, in particolare i campi palestinesi, e facilitato l'ingresso di gruppi di assassini affinché commettessero terribili massacri uccidendo migliaia di persone. Questi crimini efferati sono stati il frutto di "garanzie americane ", e questo dovrebbe essere una lezione per coloro che ancora si affidano a tali garanzie".

Io sto con Laith – io sto con la Palestina!

In un lasso di tempo non meglio specificato tra l’uno e il due settembre 2013 il nostro compagno Laith A., abitante del campo profughi di Aida, Betlemme, ed attivista del centro Amal al Mustakbal (“speranza nel futuro”), è stato arrestato dall’esercito israeliano e deportato presso la prigione di Ofer, situata a sud di Ramallah.

Parma, 9 settembre 2013

L’accusa rivolta a Laith da parte dei militari e, successivamente, dei giudici sionisti è quella di non essere in possesso di un permesso rilasciato dalle autorità israeliane (ottenuto da appena il 18% dei lavoratori della terra) che gli permetta di attraversare “legalmente” il labirinto di check points, posti di blocco e barriere che si chiama Cisgiordania. Laith stava tentando di uscire dalla West Bank in cerca di un lavoro, una prospettiva quasi impossibile se abiti in un campo profughi, hai 24 anni e l’economia della tua terra è strangolata da un’occupazione che impedisce la libertà di movimento a merci e persone.

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Informazioni sul Fronte Palestina

Per sviluppare un lavoro di classe nel sostegno alla lotta di liberazione della Palestina e degli altri popoli oppressi e aggrediti dall'imperialismo, oltre alle sterili e dannose concezioni del pacifismo e dell'equidistanza tra aggressori e aggrediti che hanno in gran parte contribuito ad affossare il movimento contro la guerra nel nostro paese negli ultimi anni, si è deciso di fondare l'organismo nazionale Fronte Palestina.

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