Campi profughi palestinesi

Palestinesi in Libano arrabbiati e non più sorpresi per la dichiarazione di Abbas

La recente dichiarazione di Abbas alla TV israeliana sembra aver messo da parte il diritto al ritorno dei palestinesi. I rifugiati palestinesi in Libano hanno espresso una certa sorpresa in merito a tale dichiarazione, affermando che la loro situazione ha poca rilevanza agli occhi del loro presunto leader.


Il presidente palestinese Mahmoud Abbas parla col ministro degli Esteri del Qatar, Sheikh Hamad bin Jassim al-Thani, e il segretario generale della Lega Araba, Amr Moussa, durante un meeting dei ministri degli affari esteri arabi presso il quartier generale della Lega Araba al Cairo

Mentre i palestinesi sono occupati nella raccolta delle olive, i cui alberi sono sotto costante minaccia di sradicamento da parte di Israele, il presidente dell'Autorità Palestinese (PA) Mahmoud Abbas sta causando indignazione in merito alla sua apparente rinuncia al diritto al ritorno dei palestinesi.

I rifugiati palestinesi in Libano in lotta per l'acqua

La United Nations Relief and Works Agencye (UNRWA), che fornisce assistenza ai rifugiati palestinesi in Libano, è stata oggetto di attacco per non aver rifornito adeguati servizi di base, tra cui il più fondamentale di tutti: l'acqua potabile.

Baalbeck - "Anche l'acqua è usata per umiliarci", dice Mona, chiaramente stufa e affatica dal salire le scale fino al suo appartamento posto al secondo piano nel campo profughi al-Jalil a Baalbeck. Mona, sulla cinquantina, si arrampica per pochi passi con i suoi pesanti contenitori di acqua e si ferma a prendere fiato.

Sabra e Shatila, la strage degli innocenti che non possiamo dimenticare

Ricorre quest’anno il 30° anniversario dell'orrendo massacro, compiuto nei giorni del 16,17 e 18 settembre 1982 nei campi profughi palestinesi di Beirut, in Libano, di Sabra e Shatila, rimasti senza protezione dopo il ritiro delle forze di pace internazionali (per lo più francesi, italiani e americani) e prima ancora, dopo l'abbandono delle forze dell'Olp a Beirut, sulla base dell'accordo con l'inviato Usa Philip Habib.

Gli israeliani, sotto il comando del generale Ariel Sharon, invasero il Libano con l'intenzione di distruggere completamente le forze dell'Olp e i suoi alleati progressisti libanesi di Kamal Junblatt. Sharon dichiarò nei primi giorni del giugno 1982 che voleva anche catturare Arafat, trasportandolo in un gabbia in elicottero da Beirut a Tel Aviv. L'esercito israeliano abituato alle guerre lampo e di breve durata, fu costretto dall'eroica resistenza palestino-libanese, sotto il comando di Arafat, a usare una forza bellica spaventosa, bombardamenti massivi di 15-18 ore al giorno sulla città assediata di Beirut. Arafat riuscì a intrappolare Sharon nella battaglia di Beirut, che durò 88 giorni, con gravi perdite e una condanna della Comunità internazionale per gli israeliani.

IL CORRIERE A SHATILA

ALLORA STEFANO AVEVA RAGIONE. ERA ORA, MA...

Trenta anni fa, nei primi giorni di settembre, il falco israeliano Ariel Sharon, ministro della Difesa di Tel Aviv, forse aveva già  cominciato a progettare, insieme ai militari fascisti del Libano, una vendetta esemplare contro il popolo palestinese. L'efferatezza del massacro pianificato e realizzato nei campi profughi palestinesi di Sabra e Shatila tra il 16 e il 18 di quel mese, scattato proprio subito dopo la triste partenza in nave da Beirut del capo della resistenza, Yasser Arafat, concordata con le forze multinazionali, resta nelle coscienze di tutti: non solo delle vittime, di chi subì i lutti o l'oltraggio sul proprio corpo e ne porta ancora i segni visibili sulla pelle, ma anche del resto del mondo che guarda attonito, mortificato e impotente il compiersi della strage per due lunghissimi giorni e due interminabili notti.

Stefano Chiarini, una delle firme più note e amate del manifesto, ancora oggi pianto in Palestina e nei campi poverissimi del Libano, sentiva proprio che doveva intestardirsi, come lui sapeva ben fare, e non lasciare che la memoria di quel delitto, il più simbolico dei tanti che hanno colpito i palestinesi perché frutto di una pura volontà di ritorsione e umiliazione di quel popolo, scomparisse: fondò perciò, insieme a Kassem Aina, coordinatore delle Ong palestinesi in Libano, e Talal Salman, direttore del prestigioso quotidiano libanese Al Safyr, e a tanti altri, il Comitato Per non dimenticare Sabra e Shatila.

Pages

Subscribe to RSS - Campi profughi palestinesi

Informazioni sul Fronte Palestina

Per sviluppare un lavoro di classe nel sostegno alla lotta di liberazione della Palestina e degli altri popoli oppressi e aggrediti dall'imperialismo, oltre alle sterili e dannose concezioni del pacifismo e dell'equidistanza tra aggressori e aggrediti che hanno in gran parte contribuito ad affossare il movimento contro la guerra nel nostro paese negli ultimi anni, si è deciso di fondare l'organismo nazionale Fronte Palestina.

PalestinaRossa newsletter

Resta informato sulle nostre ultime news!

Subscribe to PalestinaRossa newsletter feed

User login