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Come lo "storico" accordo per l’acqua tra Israele e Giordania lascia a secco i palestinesi

I media di tutto il mondo, hanno recentemente osannato un nuovo progetto, sostenuto dalla Banca mondiale che, presumibilmente, "salverebbe" il Mar morto e dimostrerebbe così che la pace è possibile attraverso la cooperazione per la gestione delle risorse naturali. Ma questo progetto rischia solo di peggiorare una situazione già disastrosa, oltre a derubare i palestinesi del loro diritto all'acqua.

Il Mar Morto, il leggendario lago salato delimitato dalla Giordania, dall’odierno Israele e dalla Cisgiordania occupata, si sta restringendo in maniera allarmante di circa 1,5 metri all'anno. Di conseguenza, alberghi che pochi anni fa erano stati costruiti proprio sul litorale distano ormai dozzine di metri dal bordo dell'acqua. Studi di valutazione ambientale mostrano che alcuni dei danni prodotti — ad esempio al bacino acquifero orientale — sono ormai irreversibili. Per rallentare ed invertire questa catastrofe, Israele e Giordania proposero nel 2002 di costruire un canale lungi 180 chilometri per ricostituire il Mar morto con l'acqua del Mar Rosso. Essi sostenevano — falsamente — che il progetto avrebbe impedito la distruzione del Mar morto, ma il piano non ha mai affrontato la causa più ovvia e diretta: la diversione, soprattutto da parte di Israele, delle acque della parte settentrionale del fiume Giordano, che poi va ad alimentare il lago salato.

La più grande banca della Danimarca inserisce nella blacklist la banca Hapoalim di Israele a causa del suo coinvolgimento nella costruzione degli insediamenti

Danske Bank afferma che  Bank Hapoalim agisce contro le regole del diritto umanitario internazionale; la banca già ritirato gli  investimenti da due imprese israeliane.

La più grande banca della Danimarca ha deciso di mettere nella blacklist la banca israeliana Bank Hapoalim a causa del suo coinvolgimento nel finanziamento della costruzione degli insediamenti. Danske Bank ha aggiunto Banca Hapoalim alla sua lista di imprese in cui la società non può investire grazie alle sue regole di responsabilità aziendali.

Comune in Val Susa condanna Pizzarotti per il suo coinvolgimento nella TAV israeliana che attraversa la Cisgiordania

La Coalizione Italiana Stop That Train chiede al governo italiano di scoraggiare le imprese italiane che operano in violazione del diritto internazionale, seguendo l’esempio di altri paesi europei.

Il 27 dicembre il Consiglio comunale di Villar Focchiardo (TO) ha approvato all’unanimità una delibera che condanna la Pizzarotti & Co S.p.A. di Parma per il suo coinvolgimento nella ferrovia ad altra velocità israeliana che attraversa la Cisgiordania occupata. La TAV israeliana, che dovrebbe collegare Tel Aviv a Gerusalemme, taglia per 6,5 km i Territori palestinesi occupati in palese violazione del diritto internazionale, comportando la confisca di terre palestinesi e il saccheggio di beni appartenenti al territorio occupato per la costruzione di una linea ferroviaria ad uso quasi esclusivo dei cittadini israeliani.

Gli insediamenti israeliani nella Valle del Giordano colpiti dalla campagna di boicottaggio

Una campagna internazionale di boicottaggio dei prodotti israeliani provenienti dagli insediamenti si è rapidamente trasformata da un fastidio lontano in una dura realtà economica per gli agricoltori israeliani nella Valle del Giordano della Cisgiordania.

Il reddito dei produttori dei 21 insediamenti della vallata, il quale dipende dalle esportazioni, lo scorso anno è sceso di oltre il 14 per cento, o 29 milioni dollari, in gran parte perché le catene di supermercati europei, in particolare quelli in Gran Bretagna e in Scandinavia, evitano sempre di più peperoni, datteri, uva e erbe aromatiche dell’area, dicono i coloni.

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