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L’Europa importa più dalle colonie israeliane che dalla Palestina

Uno studio evidenzia che gli scambi sono 100 volte superiori
Esportazioni dagli insediamenti illegali verso l’Ue per 230 milioni di euro l’anno

A dispetto dei suoi interventi per una soluzione del conflitto israelo-palestinese e delle sue condanne verso le colonie ebraiche in Cisgiordania, l’Unione europea continua a importare prodotti provenienti dagli insediamenti illegali. Anzi, ha un volume di affari con loro 100 volte superiore a quello che ha con i territori palestinesi. È il quadro che emerge da uno studio, molto accurato e dettagliato, promosso da una coalizione di 22 organizzazioni non governative, laiche e cristiane, in collaborazione con un ex commissario europeo, l’olandese Hans van den Broek.

“Con decine di dichiarazioni ufficiali l’UE riafferma continuamente l’illegalità degli insediamenti secondo il diritto internazionale e li considera come il maggiore ostacolo alla pace – spiega van den Broek – Ma mentre la costruzione degli insediamenti accelera, noi europei non siamo riusciti a passare dalle parole ai fatti”.

L'inviato Onu Richard Falk: "Boicottare le aziende che collaborano con le colonie israeliane"

Lo Special Rapporteur per i diritti umani nei Territori Palestinesi Occupati presenta all'Onu un rapporto sulla responsabilità delle aziende collegate agli insediamenti israeliani. E invita la società civile al boicottaggio.

Nel sommario si legge che la relazione "affronta la questione del rispetto da parte di Israele dei suoi obblighi in base al diritto internazionale in relazione all'occupazione dei Territori Palestinesi". E fin qui, niente di nuovo. Poi però specifica che lo fa "con particolare attenzione alla responsabilità legale delle compagnie, imprese, corporation e attori non statali che svolgono attività collegate agli insediamenti israeliani".

Secondo i media israeliani, l’UE sta considerando di vietare il commercio di prodotti provenienti dalle colonie

Tra gli ultimi di una serie di segnali che alcuni governi europei cominciano a capire di dover andare oltre la semplice condanna della colonizzazione israeliana della terra palestinese, ci sono le osservazioni di un diplomatico greco e del ministro degli esteri norvegese, le quali suggeriscono che i governi europei stanno discutendo misure contro i prodotti provenienti dalle colonie.

I media israeliani affermano che un diplomatico greco ha detto ad alcuni giornalisti che l'Unione europea sta prendendo in considerazione di vietare l’importazione dei prodotti delle colonie. Un articolo del Jerusalem Post afferma:

Catena di supermercati svizzera etichetterà i prodotti degli insediamenti israeliani

Migros, una delle più grandi catene di supermercati della Svizzera, inizierà ad informare i clienti se i prodotti provengono da insediamenti israeliani in Cisgiordania. Questi prodotti venivano precedentemente etichettati come provenienti da Israele.

Ynet quotidiano israeliano riporta che il portavoce della catena Migros, Monika Weibel, ha dichiarato che mentre "Migros non supporta la richiesta di boicottaggio da parte dei gruppi filo-palestinesi ... ma che vuole consentire ai  suoi clienti di decidere quali prodotti acquistare".

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