Detenzione amministrativa

Solidali con i prigionieri: sciopero della fame in Italia

Cari tutti, qui di seguito riportiamo la lettera che abbiamo inviato, come rete di gruppi di solidarietà di Roma, al Ministro degli Esteri italiano per chiedere di intervenire presso il governo israeliano contro le misure di punizione collettiva applicate ai prigionieri politici palestinesi.

Abbiamo anche deciso di aderire per tre giorni allo sciopero della fame in solidarietà con i prigionieri politici palestinesi e con le richieste da loro presentate. Allo sciopero aderiscono, tra gli altri, Luisa Morgantini (ex vice presidente del Parlamento Europeo), Moni Ovadia (regista, attore, scrittore), Giovanni Franzoni (teologico e scrittore della Comunità San Paolo) e Vincenzo Vita (senatore del Partito Democratico).

KHADER ADNAN: BASTA DETENZIONE AMMINISTRATIVA

Dopo 66 giorni di sciopero della fame, Israele accetta di liberare l'ormai celebre detenuto palestinese. Adnan quattro giorni dopo il suo rilascio ha concesso una INTERVISTA ESCLUSIVA a Nena News e al quotidiano basco Berria

Arraba (Jenin, Cisigiordania), 21 Aprile 2012

Khader Adnan è stato liberato dopo 4 mesi di carcere e uno sciopero della fame di 66 giorni, rischiando la vita ma diventando anche il simbolo della lotta contro la detenzione amministrativa. Padre di due figlie, e di un terzo in arrivo, attivo in passato come studente di economia all’Università di Bir Zeit, ha trascorso sei anni nelle carceri israeliane. All’ultimo suo arresto, il 17 dicembre 2011, ha iniziato uno sciopero della fame in protesta contro la detenzione amministrativa, un mezzo usato da Israele – illegale secondo il diritto internazionale -  che non prevede né capo d’accusa né processo.  In esclusiva, Khader Adnan sul significato della sua lotta.

Roma 17 aprile 2012: Comunicato e foto dell'iniziativa nella Giornata Internazionale del rigioniero politico

Con Cuba, con la Palestina nel cuore per la libertà dei cinque patrioti cubani, per la liberazione dei prigionieri politici palestinesi.

Nel pomeriggio di martedì 17 aprile di fronte agli archi del Colosseo nel centro storico di Roma oltre duecento manifestanti si sono dati appuntamento per la giornata internazionale del prigioniero politico. Le associazioni italiane di solidarietà internazionalista come il Comitato Giustizia per i Cinque , il Forum Palestina , la Comunità Palestinese di Roma e altre hanno portato la giornata di solidarietà internazionale di solidarietà i prigionieri politici nel cuore di Roma. Due grandi bandiere quella di Cuba e quella della Palestina hanno fatto da sfondo alla manifestazione, i numerosi turisti ed i romani che si trovano o a passare in questo suggestivo angolo di Roma si sono fermati ad ascoltare la denuncia della vergognosa prigionia a cui sono sottoposti nelle carceri statunitensi i cinque patrioti cubani. I volti di René González, Gerardo Hernández, Ramón Labañino, Antonio Guerrero e Fernando González erano affiancati in una mostra ai prigionieri palestinesi. il caso dei 5 infatti è giustamente sentito come un simbolo della lotta contro l’ingiustizia allo stesso modo delle migliaia di palestinesi ingiustamente detenuti nelle carceri di Israele. Alla manifestazione si è unita una folta delegazione curda in rappresentanza di dei loro connazionali che in questi giorni sono in sciopero della fame per reclamare la liberazione di Ocalan.

Report della “Palestinian prisoner's day” a Milano

Ieri, 17 aprile, in occasione della giornata dei prigionieri palestinesi, una delegazione formata da circa 50 attivisti, si è radunata davanti alla sede della Croce Rossa Internazionale di Milano per chiedere che l'istituzione si attivi a difesa dei detenuti palestinesi rinchiusi nelle carceri israeliane, quotidianamente sottoposti a torture fisiche e psicologiche in violazione di ogni diritto umano.

La sede della Croce Rossa era chiusa, ci si augura per motivi differenti dalla preannunciata presenza degli attivisti. Il dubbio resta, quantomeno per l'atteggiamento di questa istituzione che, come la maggior parte, di fronte ad Israele usa due pesi e due misure: mentre infatti si era energicamente spesa per la liberazione del soldato sionista Shalit, detenuto da Hamas, anche a seguito del nostro primo sollecito perché si attivasse a sostegno del detenuto Khader Adnan in sciopero della fame, non si è mossa in difesa dei diritti dei prigionieri palestinesi, nonostante sia un suo dovere.

Impossibilitati ad entrare nella Croce Rossa per consegnare al direttore un dossier sulla condizione dei minori palestinesi detenuti, i circa cinquanta attivisti si sono spostati davanti alla sede della Rai, dove hanno letto un comunicato, alcuni estratti della lettera di Khader Adnan e alcune parti di un'intervista a Marwan Barghouti, intervallando le letture con inni come “Free Palestine!” e “Boycott Israel!”.

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