embargo - assedio

Israele e AP chiedono unità senza resistenza

Non si può negare che, nonostante la firma di un accordo di riconciliazione con Hamas, l’Autorità Palestinese abbia obiettivi comuni con Israele. La coercizione dei palestinesi di Gaza è uno di questi. Imporre condizioni restrittive ad Hamas, in particolare che il movimento abbandoni ogni resistenza e si disarmi, è un altro reciproco obiettivo.

Dal momento in cui ha comunicato la sua intenzione di riconciliazione, Hamas ha insistito sul fatto che non consegnerà le sue armi all’AP, nonostante le richieste venute da Mahmoud Abbas per “uno Stato, un governo, una legge e un’arma”. Ieri, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha insistito con la sua retorica di malriposta affidabilità, chiedendo, come ha fatto Abbas, che Hamas si disarmi come parte dell’accordo di riconciliazione. Inoltre, un comunicato dell’ufficio di Netanyahu parzialmente citato dall’agenzia di stampa Ma’an ha informato: “Fino a quando Hamas non si disarma e continua a chiedere la distruzione di Israele, Israele lo riterrà responsabile di tutte le azioni terroristiche provenienti dalla striscia di Gaza.”

FPLP: il “17 Ottobre” rimane un esempio eroico di resistenza

Le Brigate Abu Ali Mustafa, il braccio armato del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina, hanno rilasciato una dichiarazione in occasione del 16° anniversario dell'operazione 17 ottobre, sottolineando che le forze che attaccano la resistenza e difendono i nemici percorrono un sentiero tortuoso e criminale. Il percorso per raggiungere il sogno palestinese e la promessa di liberazione è quello sulle orme della resistenza e della violenza rivoluzionaria.

Le brigate hanno dichiarato che l'arma della resistenza non si può negoziare e non permetteranno che sia né violata né compromessa: queste armi sono legittime finché l'occupazione sarà presente sulla terra di Palestina.

Leila Khaled: Le donne palestinesi sono più forti della congiura della normalizzazione

«La marcia di normalizzazione organizzata dalle forze sioniste insieme alla cosiddetta “commissione per la comunicazione con la società israeliana” è in contraddizione fondamentale con la posizione e la lotta del popolo palestinese e la rivendicazione dei loro diritti nazionali. Questa iniziativa ha lo scopo di distorcere e mistificare gli obiettivi della lotta di liberazione palestinese e la lotta delle donne palestinesi e arabe» ha dichiarato la compagna Leila Khaled, membro dell'Ufficio Politico del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina. «Questo è un altro tentativo fraudolento, nonché ripetitivo, di celarsi dietro lo slogan della “pace” per ingannare il popolo palestinese, quello arabo le persone libere del mondo».

«Il Fronte Popolare starà con il nostro popolo e la sua nazione, sosterrà tutti i movimenti e i comitati per il boicottaggio dell'occupazione per contrastare tutte le forme di normalizzazione politica, culturale ed economica dello stato sionista a prescindere dalla bandiera, gli slogan o le frasi scelte.

180 organizzazioni della società civile chiedono agli chef internazionali di ritirarsi dalle Round Tables di Tel Aviv

Fuori l'apartheid dal menù

Alla cortese attenzione di:

Pages

Subscribe to RSS - embargo - assedio

Informazioni sul Fronte Palestina

Per sviluppare un lavoro di classe nel sostegno alla lotta di liberazione della Palestina e degli altri popoli oppressi e aggrediti dall'imperialismo, oltre alle sterili e dannose concezioni del pacifismo e dell'equidistanza tra aggressori e aggrediti che hanno in gran parte contribuito ad affossare il movimento contro la guerra nel nostro paese negli ultimi anni, si è deciso di fondare l'organismo nazionale Fronte Palestina.

PalestinaRossa newsletter

Resta informato sulle nostre ultime news!

Subscribe to PalestinaRossa newsletter feed

User login