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Per la fine del blocco di Gaza e per la libertà di movimento dei Palestinesi

Per la fine del blocco di Gaza e per la libertà di movimento dei Palestinesi

Per costruire un futuro di pace, i Palestinesi devono avere totale libertà di movimento per viaggiare e commerciare, verso e dal porto di Gaza e attraverso la Palestina. Una pace duratura può essere raggiunta solo togliendo il blocco imposto a Gaza in maniera totale, permanente e incondizionata, restituendo così ai Palestinesi i diritti sanciti dalla legge internazionale.

Chiediamo alla Segreteria Generale dell’ONU e ai nostri governi:

  di fare tutto quanto in loro potere per far pressione su Israele affinché revochi  tutte le restrizioni alla libertà di movimento e commercio imposte ai Palestinesi,  permettendo anche all'imbarcazione internazionale Arca di Gaza di partire da Gaza in sicurezza e senza ostacoli;

Lettera a Neil Young: le chiediamo di mostrare solidarietà agli agricoltori di Gaza e alle loro famiglie

Caro Neil Young,
siamo degli agricoltori e dei lavoratori agricoli palestinesi nella Striscia di Gaza assediata.

Dato che Lei si è battuto molte volte per gli agricoltori e i lavoratori agricoli in tutto il mondo, senza dubbio le sarà capitato di incontrare alcune delle persone che più hanno a cuore la dignità, il lavoro duro e la famiglia. Lei saprà che coltivare la terra non è una vita facile. Per quanto riguarda i palestinesi nella striscia di Gaza, dovrebbe vedere con i Suoi occhi per credere a quello che le forze di occupazione israeliana, per molti dei cui appartenenti Lei ha intenzione di esibirsi nel luglio di quest'anno, hanno fatto alle nostre risorse agricole, alle famiglie e alle comunità. Provi a immaginare come possono essere le nostre vite di agricoltori quando:

Un blog per rompere l’assedio a Gaza

Intervista a Shahd Abusalama, autrice di “Palestine from my eyes

Shahd Abusalama è una giovane artista di Gaza che cura da due anni il blog in lingua inglese Palestine from my eyes in cui alterna i suoi disegni e articoli sulla vita quotidiana nella striscia di Gaza, chiusa dal 2007 dall’assedio imposto dall’occupazione israeliana. Ci sentiamo via Skype in un sabato pomeriggio, dopo aver superato i suoi ultimi impegni universitari.

Il sottotitolo del tuo blog è “resistenza pacifica sotto forma di scritti e disegni da Gaza, Palestina”. Puoi spiegarcelo?

Credo che sia i miei disegni sia i miei scritti fanno parte di una forma di resistenza molto potente, perché sono un mezzo per diffondere consapevolezza sulla Palestina mettendo in risalto la dimensione umana della causa palestinese. I miei scritti hanno uno stile diverso da quello giornalistico, che normalmente tratta le vite come numeri in statistiche e finisce col disumanizzare i palestinesi. Invece c’è una storia umana dietro ogni persona, che merita attenzione e ascolto. Io provo a raccontarla attraverso i miei occhi, ad esempio quando incontro un ex prigioniero che mi racconta la sua storia, o le famiglie che mi dicono ciò che hanno sofferto, le restrizioni imposte dal carcere israeliano per aumentarne l’oppressione e negare loro tutti i più elementari diritti garantiti dal diritto e dagli accordi internazionali.

SULLA NORMALIZZAZIONE DEI RAPPORTI TRA TURCHIA E ISRAELE, PESA IL MASSACRO DELLA MAVI MARMARA

Israele pagherà alla Turchia "decine di milioni di dollari" per gli omicidi della flottiglia: relazione

Israele pagherà alla Turchia "decine di milioni di dollari" per compensare le famiglie degli attivisti uccisi nel 2010 nel raid contro la flottiglia per Gaza, come parte di un accordo per ripristinare le relazioni diplomatiche tra i due paesi, una fonte turca ha detto al quotidiano israeliano Haaretz. La fonte anonima ha detto che l'ammontare del prezzo del sangue da trasferire alle famiglie dei nove attivisti uccisi, quando le truppe israeliane salirono sulla loro nave, è ancora da stabilire, ma sarà nell'ordine di decine di milioni , secondo il rapporto pubblicato Martedì.

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Informazioni sul Fronte Palestina

Per sviluppare un lavoro di classe nel sostegno alla lotta di liberazione della Palestina e degli altri popoli oppressi e aggrediti dall'imperialismo, oltre alle sterili e dannose concezioni del pacifismo e dell'equidistanza tra aggressori e aggrediti che hanno in gran parte contribuito ad affossare il movimento contro la guerra nel nostro paese negli ultimi anni, si è deciso di fondare l'organismo nazionale Fronte Palestina.

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