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APPELLO “ESTELLE 100%”

Le  iniziative come quelle che, negli ultimi anni, sono riuscite ad imporre la Palestina all’attenzione del mondo hanno dei costi altissimi. Dalla Gaza Freedom March alle Flotille, passando per le missioni Benvenuti in Palestina, questo enorme sforzo umano, politico ed anche economico è stato sostenuto da migliaia di persone comuni, molte organizzate in associazioni e comitati, molte altre a livello individuale. Le straordinarie mobilitazioni della solidarietà internazionale hanno messo in seria difficoltà l’occupazione israeliana ed i suoi complici, dai governi alle grandi compagnie aeree. Ora, la nostra nuova scommessa si chiama Estelle.

Estelle è un veliero che è stato acquistato dall’organizzazione svedese Ship to Gaza, componente, come noi, della coalizione internazionale della Freedom Flotilla.

Estelle: storia di un veliero finlandese, di un ex parà israeliano e di una nuova Arca di Noè a Gaza.

La drammatica crisi siriana, con il suo carico di implicazioni regionali e globali, ha confinato sullo sfondo quello che rimane il cuore dell’instabilità del Vicino Oriente: la Palestina.

La drammatica crisi siriana, con il suo carico di implicazioni regionali e globali, ha confinato sullo sfondo quello che rimane il cuore dell’instabilità del Vicino Oriente: la Palestina. Nonostante non...

Nonostante non se ne parli quasi più, la Striscia di Gaza è tuttora stretta nella morsa dell’assedio israeliano, mentre nella West Bank ed a Gerusalemme avanza senza soste il processo coloniale di espulsione dei nativi, nonostante le flebili condanne dell’ONU e dell’Unione Europea. A riportare la Palestina nell’agenda politica della comunità internazionale potrebbe essere, nei prossimi mesi, un vecchio veliero finlandese, acquistato da un’organizzazione svedese e “comandato” da un personaggio decisamente interessante.

A due anni dalla massacro della Mavi Marmara, l'impunità di Israele persiste

Quotidianamente Israele ci ricorda di poter violare il diritto internazionale, di poter calpestare la dignità umana e di poter ignorare le risoluzioni ONU senza essere né accusato né sanzionato.

Due anni fa, forse in uno dei casi più gravi e più eclatanti in cui questa supremazia ingiustificata si è espressa, 9 attivisti turchi sono stati uccisi a sangue freddo in acque internazionali mentre cercavano, a bordo della nave Mavi Marmara, ammiraglia della Freedom Flotilla, di rompere il disumano assedio che affligge ormai da anni il popolo di Gaza.

Le navi trasportavano solidarietà ed aiuti (quali sedie a rotelle, medicinali, etc) che avrebbero dovuto raggiungere il porto di Gaza, ma la Israele si è annoverato il diritto, con le navi da guerra di una delle marine militari più potenti al mondo, di attaccare in acque in cui non godeva di alcuna sovranità le navi civili della Flotilla, uccidendo volutamente alcuni attivisti, arrestandone molti altri e sequestrando tutto il materiale trasportato, nonché i beni personali di chi era a bordo: un atto illecito da ogni punto di vista.

Report della riunione del Coordinamento Nazionale Freedom Flotilla Italia - Benvenuti in Palestina

Domenica 20 maggio si è tenuta a Roma la riunione del Coordinamento Nazionale Freedom Flotilla Italia – Benvenuti in Palestina, con la presenza di compagni rappresentanti le strutture ed i coordinamenti della Liguria, di Milano, della Toscana, di Ancona, Roma, Napoli e Brindisi.

La prima parte della riunione è stata dedicata ad un bilancio della missione “Benvenuti in Palestina”, valutata positivamente in riferimento agli obiettivi raggiunti, primo fra tutti l’interesse mediatico ottenuto e l’impatto sulla società civile palestinese, senza dimenticare le contraddizioni aperte anche nell’opinione pubblica israeliana. A partire da questo successo, si deve aprire la riflessione su tre elementi importanti.

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Informazioni sul Fronte Palestina

Per sviluppare un lavoro di classe nel sostegno alla lotta di liberazione della Palestina e degli altri popoli oppressi e aggrediti dall'imperialismo, oltre alle sterili e dannose concezioni del pacifismo e dell'equidistanza tra aggressori e aggrediti che hanno in gran parte contribuito ad affossare il movimento contro la guerra nel nostro paese negli ultimi anni, si è deciso di fondare l'organismo nazionale Fronte Palestina.

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