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FPLP: Le manifestazione svolte a Ramallah e a Dheisheh Camp dovranno continuare e crescere per affrontare l'occupazione e condannare le sanzioni dell'Autorità palestinese su Gaza

Il Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina sollecita la continuazione del movimento popolare nella Cisgiordania occupata e in tutta la Palestina per affrontare l'occupazione e le politiche dell'Autorità palestinese.

Il FPLP ha elogiato le masse del popolo palestinese in Cisgiordania che sono scese in piazza domenica sera a Ramallah e a Dheisheh organizzando manifestazioni di massa a sostegno del nostro popolo e per costruire una continua pressione sull’Autorità palestinese per porre fine al crimine di sanzioni contro la Striscia di Gaza.

La paramedica di Gaza uccisa da Israele è stata colpita alla schiena

Una fotografia scattata il 1^ aprile mostra la paramedica palestinese Razan al-Njjar mentre sta curando dei feriti in una tenda del pronto soccorso durante le proteste a Gaza vicino al confine con Israele. Il 1^ giugno Al-Najjar è stata colpita a morte da un cecchino israeliano mentre prestava soccorso a dimostranti feriti vicino a Khan Younis.

Nel corso dei loro continui attacchi indiscriminati contro i palestinesi che partecipavano alle proteste della ‘Grande Marcia del Ritorno’ a Gaza, svoltesi per 10 venerdì consecutivi, le forze di occupazione israeliane hanno colpito a morte un medico volontario e ferito decine di persone.

Biglietto da visita - L'illegalità fatta sistema

Nell’approcciarsi all’argomento “Israele”, inevitabilmente, si paga lo scotto della doverosa cautela ad esprimere giudizi in virtù dello spontaneo riferimento storico alla tragedia della Shoà: proprio per il rispetto dovuto alle vittime e per dimostrare di aver compreso l’orribile insegnamento di quel precedente, associare Olocausto e governo israeliano rappresenta un falso storico, di cui vergognarsi se si possiede una coscienza.

Theodor Herzl parla in un suo libro di “Stato ebraico” nel 1896; l’anno dopo si svolge il primo Congresso sionista, in Svizzera, con la rivendicazione di una casa per il popolo ebraico in Palestina; grazie agli arrivi, numerosi seppur alla spicciolata, di sionisti provenienti prevalentemente dall’est Europa, nei primi anni del ‘900 la popolazione ebrea in Palestina raggiunge la percentuale del 6% sul totale, quota che andrà ad accrescersi agli albori degli anni trenta, con appannaggio del 3% della terra rispetto al totale.

Un 25 aprile senza ipocrisia

Parole chiare, per rispetto delle migliaia di partigiani comunisti, e non solo, assassinati dal fascismo e poi traditi dai diversi governi costituitisi dopo la Liberazione.

Partiamo dalle motivazioni per cui noi del Fronte Palestina, insieme a tante altre persone, abbiamo condiviso la scelta di contestare le bandiere criminali, pur consapevoli che sarebbero arrivate le solite vigliacche aggressioni da parte dei media assoldati dai sionisti, da parte delle comunità ebraiche in giro per il Paese, e che nessuno sarebbe venuto a sentire la nostra voce, le nostre ragioni.

Secondo i dati diffusi dalle Nazioni Unite 40 palestinesi sono stati uccisi e altri 5.511 feriti dal fuoco dei soldati israeliani durante le manifestazioni della Grande Marcia del Ritorno. Qualcuno ha scritto di questo? Qualche comunità ebraica ha preso le distanze da tali crimini? Non ci risulta pervenuta nessuna presa di distanza, anzi….

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Informazioni sul Fronte Palestina

Per sviluppare un lavoro di classe nel sostegno alla lotta di liberazione della Palestina e degli altri popoli oppressi e aggrediti dall'imperialismo, oltre alle sterili e dannose concezioni del pacifismo e dell'equidistanza tra aggressori e aggrediti che hanno in gran parte contribuito ad affossare il movimento contro la guerra nel nostro paese negli ultimi anni, si è deciso di fondare l'organismo nazionale Fronte Palestina.

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