Gaza

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L'occupazione invisibile della Striscia di Gaza

I droni di sorveglianza, il controllo delle falde acquifere, gli omicidi mirati, l’embargo,il blocco delle frontiere. Israele esercita ancora il suo dominio sulla vita dei palestinesi di Gaza. Gli ultimi combattimenti nella Striscia di Gaza, prima del cessate il fuoco, andrebbero visti non come l’interruzione di una quiete immaginaria, ma come il passaggio da una forma di violenza all’altra.

La situazione in cui è tornata la popolazione di Gaza – uno stato di occupazione, sottomissione, isolamento e assedio – non è altro che violenza esercitata con altri mezzi. Ogni tanto questa costante violenza “fredda” esplodo in una forma spettacolare di violenza “calda”. Ma è proprio questa situazione ordinaria ad avere gradualmente eroso i mezzi di sostentamento dei palestinesi e a mantenere ai minimi termini la loro possibilità di movimento, l’economia, l’assistenza sanitaria e perfino l’alimentazione. La violenza strutturale dell’occupazione è fisica e reale, e non è meno letale delle bombe e dei missili telecomandati, anche se è più difficile da identificare e misurare. E poiché è più complicata da fotografare, passa facilmente inosservata e viene contrastata di rado.

Palestina all'Onu , niente da festeggiare

La lettera: "Un'altra vittoria dell'ideologia sionista. Con un po' di fumo negli occhi, viene presentato come una vittoria, un momento storico. E si festeggia".

Roma, 1 dicembre 2012, Nena News

È incredibile come nessuno si renda conto della trappola mortale in cui ci hanno buttato. Tutti a festeggiare...ma a festeggiare cosa? Il "regalo" che una oligarchia corrotta e priva di legittimità ha voluto fare ad "Israele", tentando di allontanare ulteriormente una lotta basata "su giustizia, liberazione, ritorno" piuttosto che su meri confini e pseudo-sovranità?

GAZA L'ARMA DEL TRAUMA

Nell'operazione «Pilastro di difesa» per la prima volta su Twitter, Facebook e Youtube, l'esercito israeliano ha inviato un flusso incessante di messaggi - uniti alle azioni militari - per dimostrare che ad essere traumatizzati sono solo gli israeliani dei villaggi alla frontiera con Gaza. Per giustificare così, sotto l'aura della scientificità, gli omicidi «mirati» e a questo punto «terapeutici»

Il primo tweet dell'esercito israeliano recitava: «Missili innoqui? Un numero sbalorditivo di bambini del sud di Israele soffre ti PTSD (Stress post-traumatico)». Pochi minuti dopo: «Foto: bambini e genitori israeliani dormono in un rifugio anti-missile ad Ashkelon, ieri». Chiaramente, l'uso dei social media durante le guerre sta diventando sempre più diffuso. Tuttavia potremmo chiederci: che cosa c'è dietro la strategia comunicativa che ha accompagnato l'operazione «Pilastro di difesa»? E quale politica del trauma è stata messa in gioco?

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Informazioni sul Fronte Palestina

Per sviluppare un lavoro di classe nel sostegno alla lotta di liberazione della Palestina e degli altri popoli oppressi e aggrediti dall'imperialismo, oltre alle sterili e dannose concezioni del pacifismo e dell'equidistanza tra aggressori e aggrediti che hanno in gran parte contribuito ad affossare il movimento contro la guerra nel nostro paese negli ultimi anni, si è deciso di fondare l'organismo nazionale Fronte Palestina.

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