Gaza

Beirut - SolidNet: incontro su socialismo, mondo arabo, Gaza

Al centro di molti interventi proprio la situazione araba e gli sbocchi delle rivolte che hanno caratterizzato gli ultimi anni. Anche l'attacco a Gaza al centro del dibattito

Beirut, 24 novembre 2012, Nena News

In questi giorni si sta svolgendo a Beirut il 14° Solidnet, il network internazionale dei partiti comunisti e del lavoro. Un incontro che cade in un momento importante della politica di questa regione e la grande partecipazione di esponenti provenienti dal mondo arabo ne é una conferma. Al centro di molti interventi proprio la situazione araba e gli sbocchi delle rivolte che hanno caratterizzato gli ultimi anni. Un giudizio fatto di molte facce, ma su tutti prevale il disincanto e la convinzione che la strada verso uno sbocco di reale democrazia e diritti sia ancora molto lungo, seppur tutto possibile.

Sull'antisemitismo come ricatto politico

A proposito della nuova aggressione di Israele alla Striscia di Gaza

Un saggio di Atilio A. Boròn

Chi condanna la nuova aggressione di Israele alla Striscia di Gaza si espone alla reiterata squalifica di: “antisemita”. Per questi inveterati razzisti qualsiasi critica alle politiche genocide dello Stato di Israele, qualsiasi denuncia delle sue atrocità e barbarie può solo nascere da un intenso odio per il popolo ebraico. L'enorme confusione fra popolo e regime politico non è casuale né gratuita. Costituisce, invece, l'assurdo ricatto metodicamente utilizzato dalla destra reazionaria israeliana e i suoi alleati nell'impero per screditare qualsiasi denuncia dei crimini dello Stato di Israele e dell'iter suicida delle sue azioni che, alla lunga, avrà come vittima lo stesso popolo ebraico.

Questa posizione non è affatto esclusiva dei fascisti israeliani: ricorda quella che adottarono i loro omologhi argentini quando qualificavano di “campagna anti-argentina” le critiche che da dentro e fuori il paese si dirigevano contro la dittatura terrorista civile-militare che seminò distruzione e morte nella seconda metà degli anni settanta. Anche costoro equiparavano maliziosamente popolo e governo – come fanno oggi i razzisti ebrei- per squalificare ogni attacco contro lo Stato terrorista come se fosse un'aggressione al popolo argentino. In entrambi i casi lo scopo è quello di difendere un regime politico nefasto che, nel caso di Israele, è stato denunciato da eminenti personalità della comunità ebraica, dentro e fuori quel paese. Sono conosciuti – anche se nascosti ufficialmente i dubbi che Albert Einstein e il grande filosofo ebreo Martin Buber nutrivano in relazione alla forma concreta che stava prendendo lo Stato di Israele già nei suoi primi anni di vita. Poco prima dello scatenarsi dell'operazione “Pilastro Difensivo” Noam Chomsky ci informava di quel che aveva potuto vedere nella Striscia di Gaza, e le sue critiche non lasciano spazio a dubbi. Si può accedere al video corrispondente all'indirizzo: http://www.democracynow.org/2012/11/14/noam_chomsky_on_gaza_and_the.

Gaza: altro che tregua…

L'esercito israeliano apre il fuoco contro un gruppo di contadini di Gaza, ne ammazza uno e ne ferisce altri 8. In Cisgiordania arrestati sette deputati palestinesi. L'opinione pubblica israeliana insoddisfatta della tregua...

Un contadino palestinese é stato ucciso dal fuoco dei militari israeliani nel Sud della striscia di Gaza. Sotto i colpi di arma da fuoco delle truppe di Tel Aviv sono caduti anche altri otto contadini, rimasti feriti anche in modo grave. L’ingiustificato attacco è avvenuto nella zona agricola di al-Qarara, presso Khan Yunes, nel Sud della striscia, quando un gruppo di persone ha cercato di raggiungere appezzamenti di terra vicini alle linee di demarcazione con Israele.

IL MASSACRO DI GAZA: UN CRIMINE INTOLLERABILE

Una tregua (non si sa quanto definitiva) ha interrotto per il momento i criminali indiscriminati bombardamenti israeliani sulla striscia di Gaza continuati senza sosta per 9 giorni ad un ritmo di oltre cento missioni di guerra al giorno.

Alla data di oggi (giovedì 22 novembre) i morti Palestinesi sono oltre 160 (contro 5 israeliani) ed i feriti oltre mille. La maggior parte dei caduti sono civili, molti i bambini. Sono stati uccisi deliberatamente 3 giornalisti e colpita addirittura la sede della France Press. I danni materiali a case ed infrastrutture sono enormi.

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Per sviluppare un lavoro di classe nel sostegno alla lotta di liberazione della Palestina e degli altri popoli oppressi e aggrediti dall'imperialismo, oltre alle sterili e dannose concezioni del pacifismo e dell'equidistanza tra aggressori e aggrediti che hanno in gran parte contribuito ad affossare il movimento contro la guerra nel nostro paese negli ultimi anni, si è deciso di fondare l'organismo nazionale Fronte Palestina.

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