Gaza

Attivati con gli studenti di Gaza per il boicottaggio accademico di Israele

Un collettivo di studenti di Gaza ha creato la Campagna per il boicottaggio accademico di Israele (PSCABI). Questi studenti stanno cercando di estendere la loro collaborazione e partecipazione in eventi ed attività con attivisti presso le università internazionali.

I membri del PSCABI partecipano a molte attività qui a Gaza e sono molto impegnati a sostenere i movimenti internazionali di solidarietà studentesca, in particolare collaborano con studenti che sostengono le campagne per il Boicottaggio, Disinvestimento, Sanzioni contro Israele. Spesso sono impegnati a scrivere lettere da Gaza, alcune delle quali sono elencate di seguito, incoraggiando le persone a partecipare al boicottaggio e ringraziando le persone che sostengono la causa palestinese.

Il Segretario Generale del DFLP rivela che alcuni partiti palestinesi e regionali ostacolano la riconciliazione e incoraggiano la divisione

In un'intervista al quotidiano Al-Quds del 23 maggio 2012, Nayef Hawatmeh, segretario generale del Fronte Democratico per la Liberazione della Palestina, ha rivelato che alcune forze palestinesi e regionali vogliono ostacolare la riconciliazione e incoraggiare la divisione, che porterà alla perdita di diritti nazionali. Perciò, è necessario tornare al popolo e iniziare con delle elezioni, comprese quella per la presidenza e le elezioni legislative nazionali sulla base dei principi della rappresentanza proporzionale.

Hawatmeh ha avvertito che ci sono molte voci che chiedono di non considerare la Striscia di Gaza, ritenendola un fardello finanziario, politico e sociale. Al contrario, nella Striscia di Gaza ci sono voci che chiedono di ignorare la Cisgiordania, immaginando la possibilità di costruire un emirato nella Striscia di Gaza. "La divisione è la questione più pericolosa che può portare alla perdita dei territori palestinesi e dei diritti nazionali.

Ci sono poteri all'interno di Hamas e Fatah che non vogliono che la riconciliazione faccia il suo corso a causa della loro implicazione con altre fazioni e per i loro interessi personali. Ci sono anche potenze arabe e regionali che alimentano e finanziano la divisione per i propri interessi. Pertanto, chiedo di accelerare l'attuazione dell'accordo di riconciliazione e di promulgare una legge elettorale unificata per il consiglio nazionale, legislativo, locale e degli enti pubblici secondo la rappresentanza proporzionale che consenta la ricostruzione del tessuto politico nazionale basato sulla democrazia tra tutte le componenti del popolo palestinese".

A due anni dalla massacro della Mavi Marmara, l'impunità di Israele persiste

Quotidianamente Israele ci ricorda di poter violare il diritto internazionale, di poter calpestare la dignità umana e di poter ignorare le risoluzioni ONU senza essere né accusato né sanzionato.

Due anni fa, forse in uno dei casi più gravi e più eclatanti in cui questa supremazia ingiustificata si è espressa, 9 attivisti turchi sono stati uccisi a sangue freddo in acque internazionali mentre cercavano, a bordo della nave Mavi Marmara, ammiraglia della Freedom Flotilla, di rompere il disumano assedio che affligge ormai da anni il popolo di Gaza.

Le navi trasportavano solidarietà ed aiuti (quali sedie a rotelle, medicinali, etc) che avrebbero dovuto raggiungere il porto di Gaza, ma la Israele si è annoverato il diritto, con le navi da guerra di una delle marine militari più potenti al mondo, di attaccare in acque in cui non godeva di alcuna sovranità le navi civili della Flotilla, uccidendo volutamente alcuni attivisti, arrestandone molti altri e sequestrando tutto il materiale trasportato, nonché i beni personali di chi era a bordo: un atto illecito da ogni punto di vista.

NUOVO STOP AL PROCESSO AGLI ASSASSINI DI VIK

Rinviato di un mese perche' «Il giudice è in vacanza». Intanto i detenuti palestinesi denunciano mancato rispetto da parte di Israele dell'accordo che a meta' maggio aveva messo fine a sciopero della fame

Gaza, 29 maggio 2012, Nena News – La corte militare di Gaza city è rimasta chiusa ieri. Il giudice capo è in «vacanza», ha detto un poliziotto di guardia. Era avvenuto lo stesso 15 giorni fa. Nessuno delle autorità di Hamas ha pensato di comunicare il rinvio dell’udienza. Neppure al Centro palestinese per i diritti umani che segue da osservatore il processo che dallo scorso settembre vede alla sbarra quattro palestinesi accusati del rapimento e dell’assassinio dell’attivista e reporter Vittorio Arrigoni. La nuova udienza è prevista tra un mese, il 27 giugno. È uno scandalo che si ripete nell’indifferenza del governo di Hamas che pure aveva promesso un «processo vero». Di vero ormai non c’è più nulla ma non c’è nessuno a cui denunciarlo. I giornalisti di Gaza – presenti solo alla prima udienza – ieri erano al posto blocco di Hamas, a due km dal valico di Erez. Tutti in attesa dell’arrivo dalla Cisgiordania dei membri della Commissione elettorale centrale incaricati di provvedere con i colleghi di Gaza all’aggiornamento dei registri elettorali locali. Nei prossimi giorni sono previsti nuovi colloqui al Cairo sulla riconciliazione tra Hamas e Fatah e per la formazione di un governo palestinese di unità nazionale.

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Per sviluppare un lavoro di classe nel sostegno alla lotta di liberazione della Palestina e degli altri popoli oppressi e aggrediti dall'imperialismo, oltre alle sterili e dannose concezioni del pacifismo e dell'equidistanza tra aggressori e aggrediti che hanno in gran parte contribuito ad affossare il movimento contro la guerra nel nostro paese negli ultimi anni, si è deciso di fondare l'organismo nazionale Fronte Palestina.

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