Libano

Difensore dei diritti dei Palestinesi diventa leader del Labour britannico

In un ribaltamento straordinario, Jeremy Corbyn è stato eletto alla guida del partito del Labour nel Regno Unito. Questo parlamentare di sinistra di lungo corso, sostenitore dichiarato dei diritti dei Palestinesi, ha preso quasi il 60 per cento dei voti, battendo i candidati dell’establishment Yvette Cooper, Andy Burnham e Liz Kendall.

L'ex primo ministro britannico Tony Blair aveva avvisato che il partito avrebbe rischiato “l’annientamento” se avesse vinto Corbyn. Questo non ha dissuaso le oltre 250 000 persone che hanno votato a favore di Corbyn nel corso della primissima elezione interna al partito basata sul sistema una persona, un voto.

Leila Khaled ed il Dr. Rabah Muhanna mettono in guardia sulla convocazione della sessione straordinaria del Consiglio nazionale palestinese

Il tentativo della leadership monopolistica palestinese di convocare una sessione straordinaria del Consiglio Nazionale Palestinese (PNC) è un atto di sabotaggio contro il movimento nazionale palestinese e dimostra un totale disprezzo per le istituzioni palestinesi e per la loro politica.

In un'intervista la compagna Leila Khaled, membro dell'Ufficio politico del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina, ha denunciato la strategia utilizzata per convocare la sessione di emergenza del PNC, osservando che le dimissioni dell'ex presidente Mahmoud Abbas e la sua richiesta di far presentare le dimissioni ad altri funzionari durante la riunione del Comitato esecutivo ha il fine esclusivo di creare il pretesto per una sessione di emergenza del PNC, nel tentativo di adattare il Comitato esecutivo alle comodità del presidente dell'Autorità nazionale.

Accademici USA a Obama: Ponga fine al supporto all’apartheid israeliano contro accademici palestinesi

Il presidente Usa Barack Obama, in una recente intervista con Jeffrey Goldberg a The Atlantic, ha ribadito il suo sostegno e l’amore per Israele, perché, come egli sostiene, “è una vera democrazia dove puoi esprimere le tue opinioni.”

Egli ha inoltre espresso il suo impegno a proteggere Israele come “stato ebraico”, garantendo una “maggioranza ebraica”. Il sostegno del governo degli Stati Uniti per lo “stato ebraico” è sempre stato molto più che retorico, sostenuto da miliardi di dollari di finanziamenti militari e con veti al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite a favore di Israele.

In partenza le delegazioni della missione "Per non dimenticare il Diritto al ritorno"

L’occupazione ha mille facce, mille sfumature, che si incuneano nella quotidianità della vita rendendola disumana. L’occupazione non è mai un qualcosa di astratto, di indefinito, ma si sostanzia con soprusi e privazioni, con l’obiettivo di spezzare la resistenza e la volontà del popolo che la subisce. Ed è precisamente questo che sta accadendo in Palestina, dove Israele impone a uomini e donne, colpevoli solo di rivendicare la propria dignità, una segregazione razziale intollerabile. E lo fa con la complicità di stati e governi che ora con aiuti diretti e ora con silenzi colpevoli sostengono nei fatti l’Occupazione.

L’Occupazione è quindi negazione della vita: impossibilità di lavorare, curarsi, studiare, avere affetti e l’elenco potrebbe continuare, lunghissimo. L’Occupazione è anche pulizia etnica, volontà deliberata di sradicare un popolo dalla sua terra per renderlo altro, un qualcosa di indefinito, un nulla. Il sionismo questo lo ha messo in pratica da sempre, fin dai quei drammatici giorni dopo la seconda guerra mondiale, quando centinaia di migliaia di palestinesi furono cacciati dalle loro case attraverso il terrore e la devastazione. Da lì inizio la diaspora di questo popolo, campi profughi senza diritti ospitati malvolentieri dagli stati limitrofi, ignorati da un Occidente opulento e egoista, condannati a non poter ritornare nelle loro case da una comunità internazionale sorda, cieca e muta. In poche parole: complice del crimine che si stava perpetuando.

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Informazioni sul Fronte Palestina

Per sviluppare un lavoro di classe nel sostegno alla lotta di liberazione della Palestina e degli altri popoli oppressi e aggrediti dall'imperialismo, oltre alle sterili e dannose concezioni del pacifismo e dell'equidistanza tra aggressori e aggrediti che hanno in gran parte contribuito ad affossare il movimento contro la guerra nel nostro paese negli ultimi anni, si è deciso di fondare l'organismo nazionale Fronte Palestina.

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