Un anno fa scrissi sulla strategia del Mossad atta a combattere il movimento di boicottaggio, disinvestimento e sanzioni (BDS). In parte, basai la mia tesi sull'analisi dell'ex direttore del Mossad Shabatai Shavit, che aveva scritto al riguardo un importante e poco notato editoriale su Haaretz, quotidiano liberal israeliano.
In quel pezzo Shavit sosteneva, in maniera più sinistra, che "in questa epoca di guerra asimmetrica" le agenzie di spionaggio israeliane non stanno ancora "utilizzando tutte le nostre forze, e questo ha un effetto negativo sul nostro potere deterrente." A me, tutto ciò sembrava equivalere ad una dichiarazione di guerra al movimento BDS. Io ritengo che, a lungo termine, come Israele diverrà sempre più disperato nei suoi (in gran parte falliti) tentativi di combattere il BDS, la cosa più probabile è che realizzerà una sorta di violento attacco agli attivisti BDS.