“Non una lacrima! Perché vedete? Li hanno scacciati dalla loro terra e dal loro sogno li hanno dispersi li hanno rinchiusi nei campi gli hanno messo un numero chiamandoli profughi li hanno venduti su tutti i mercati |
e quando hanno preso il fucile "Banditi!" hanno gridato e li hanno uccisi torturati massacrati divisi e gli hanno detto "Tu non avrai patria!" ed essi in piedi con la loro statura abitano il mondo abitano il mondo abitano il mondo!” |
Cantata Rossa per Tel al Zaatar
Da settimane ormai Napoli risponde all'aggressione militare israeliana nella striscia di Gaza dimostrando una grande forza e solidarietà in sostegno alla popolazione palestinese, nonostante si sia arrivati a fine luglio. Si è provato e si continua a provare a fare qualsiasi cosa pur di denunciare quanto sta accadendo, qualsiasi cosa pur di dimostrare che la Palestina è ormai il simbolo di ogni ingiustizia e che siamo stanchi della cronaca e dell’opportunismo di media e Governo, più impegnati nell'infinito reality della Costa Concordia che a prestare attenzione alla pulizia etnica in atto su un’altra costa del Mediterraneo. E basta ripercorrere brevemente le tappe della piccola mobilitazione napoletana per rendersi conto di quanto sia stata intensa per ciò che è riuscita ad esprimere, non solo per il numero delle iniziative e per la buona partecipazione, ma per la voglia di lottare ancora contro l'ingiustizia e i suoi responsabili, che talvolta prendono nomi e forme diversi, a differenti latitudini, ma che sono frutto dello stesso mondo basato sull'ineguaglianza e l'oppressione dell'uomo sull'uomo.