Mossad

Libano: la maledizione di Ansariyeh colpisce ancora

A sorpresa, l'esercito israeliano ha finalmente ammesso che le bombe portate sul luogo dai suoi soldati nella disastrosa operazione di Ansariyeh in Libano nel 1997 erano simili a quelle utilizzate dai gruppi armati locali proprio perchè doveva sembrare che dietro l'operazione ci fossero questi gruppi.

Undici soldati Israeliani sono stati uccisi in un'imboscata tesa da Hezbollah che aveva previsto che l'esercito israeliano compisse un'operazione del genere nel villaggio di Ansariyeh nel sud del Libano. Fu davvero umiliante per Israele ammettere di avere perso diversi mebri della sua unità di comando d'elite, Shayatet 13, e lo fu anche dover ammettere che Hezbollah era riuscito attraverso la sua contro-intelligence a scoprire in anticipo i dettagli di questa operazione.

In memoria di Wael Abdel Zwaiter

L’Italia sapeva chi erano i killer di Wael Zwaiter e non li ha arrestati

Le rivelazioni di Cossiga richiedono che si riaprano tutte le inchieste sugli assassini di quattro dirigenti palestinesi a Roma

Wael Zwaiter nel 1972, Majed Abu Sharar nel 1981, Kamal Hussein e Nazih Matar nel 1982, sono questi i nomi e le date degli omicidi di quattro dirigenti palestinesi avvenuti a Roma nel giro di dieci anni ed effettuati con armi da fuoco ed esplosivi dai servizi segreti israeliani. Su questi delitti il depistaggio e l’insabbiamento degli inquirenti e dei mass media italiani sono stati totali.

Sul primo caso, quello dell’intellettuale palestinese Wael Zwaiter troviamo conferma nelle parole dell’ex presidente della Repubblica Francesco Cossiga, di come le autorità italiane sapevano chi fossero gli assassini ma non procedettero ad alcun arresto.

In una intervista rilasciata al quotidiano israeliano Yediot Aronoth, pubblicato il 5 ottobre scorso, Francesco Cossiga ammette testualmente: "L'azione del Mossad contro gli assassini degli atleti israeliani alle Olimpiadi di Monaco nel 1972 è passata anche per Roma", dice.

Perché "il giorno dei rifugiati" in Israele è una cortina fumogena per negare i diritti dei palestinesi

All'ombra della teatralità del primo ministro Benjamin Netanyahu alle Nazioni Unite, armato del suo cartone animato sulla bomba iraniana, i funzionari israeliani hanno lanciato una più tranquilla, ma altrettanto combattiva, iniziativa per spegnere tutte le ultime speranze di rilanciare il processo di pace.


La preoccupazione di Israele per gli ebrei arabi è in realtà un cinico tentativo
di minare i diritti dei rifugiati palestinesi.

Per la prima volta nella sua storia, Israele sta cercando di equiparare milioni di palestinesi nei campi profughi in tutto il Medio Oriente, con milioni di cittadini israeliani discendenti di ebrei che, prima della fondazione di Israele nel 1948, hanno vissuto nei paesi arabi.

In memoria di Naji Al Ali

Il più popolare e influente cartoonist politico palestinese viene ucciso davanti alla sua abitazione a Londra. L'assassino è sconosciuto, anche se l'agenzia di intelligence israeliana, il Mossad, è il primo sospettato.

Ideatore dell'Handala, nacque nel 1937 in un piccolo villaggio nell'alta Galilea, fra Nazareth ed il lago di Tiberiade. La sua famiglia, composta da quattro figli, oltre al padre ed alla madre, era la classica famiglia contadina che viveva della coltivazione della terra intorno all' abitazione.

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Per sviluppare un lavoro di classe nel sostegno alla lotta di liberazione della Palestina e degli altri popoli oppressi e aggrediti dall'imperialismo, oltre alle sterili e dannose concezioni del pacifismo e dell'equidistanza tra aggressori e aggrediti che hanno in gran parte contribuito ad affossare il movimento contro la guerra nel nostro paese negli ultimi anni, si è deciso di fondare l'organismo nazionale Fronte Palestina.

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