A scuola abbiamo sempre imparato che si ottengono dei bei voti in un compito solo se si rappresenta cocciutamente un solo punto di vista, opponendosi a tutti gli altri. La mia inclinazione originaria di voler considerare sempre le cose da tutte le prospettive, di sviluppare la comprensione per ogni atteggiamento e di far valere diverse verità veniva sempre punita con brutti voti.
Giunta in Israele-Palestina, mi accorgo di aver imparato una verità sbagliata. Infatti sono troppe le persone ad avere il loro punto di vista scolpito nella pietra; secondo loro tutti gli altri – ebrei, arabi, israeliani, palestinesi – avrebbero torto, apparterrebbero alla cultura sbagliata, sarebbero parte di una religione e tradizione violenta e sarebbero dunque opposti a noi in modo inconciliabile. “Il minimo assoluto che sarebbero disposti a darci è lontanissimo dal massimo che saremo disposti a dare noi”.