NAKBA

Gerusalemme: una Pasqua di provocazioni sioniste e di sangue – nel silenzio generale

Nelle scorse settimane Gerusalemme, e la moschea di al-Aqsa in particolare, sono state il luogo di una catena di provocazioni anti-palestinesi e anti-islamiche da parte delle autorità dello stato di Israele e delle organizzazioni dei coloni. Sono prove di forza che schiacceranno per sempre le masse palestinesi e le indurranno alla resa? Assolutamente no. Come scriviamo nelle conclusioni: è da settantaquattro anni, dalla Nakba (1948), che i Palestinesi resistono. Invitti. Questa è la prova storica che la politica colonialista e razzista di Israele, fondata sulle espropriazioni senza fine, sulle discriminazioni da apartheid (che colpiscono anche una parte della stessa popolazione ebraica immigrata dal Corno d’Africa), su una repressione sistematica e spietata dotata delle tecnologie di avanguardia, non è in grado di piegare la resistenza palestinese che, come l’araba fenice, rinasce periodicamente dalle proprie ceneri. (Red.)

Una settimana di raid

Quella che è andata in scena presso la moschea di al-Aqsa nei giorni scorsi è stata la ripetizione di un medesimo tragico copione, che non è certo una novità nel quadro della persecuzione palestinese in Israele e nei Territori Occupati, ma ne rappresenta uno dei picchi più drammatici degli ultimi tempi.

L'amministrazione degli Stati Uniti è complice di Israele

Alla luce dei continui finanziamenti da parte del governo degli Stati Uniti al regime israeliano di occupazione militare, colonialismo e apartheid e della sua protezione riguardo gli obblighi di risponderne, la società civile palestinese condanna la visita del Segretario di Stato degli Stati Uniti nella città di Ramallah occupata.

Nonostante il massacro di Israele a Gaza, l'amministrazione Biden ha approvato la vendita a Israele di bombe a guida di precisione per 735 milioni di dollari, consentendole di continuare a massacrare con precisione le famiglie palestinesi a Gaza e altrove.

RESISTENZA, SOLIDARIETÀ E PALESTINA

La storia e la realtà ci insegnano che la lotta di classe è fra sfruttati e sfruttatori, fra occupanti e occupati, come fu la Resistenza che sancì la lotta contro il nemico esterno, ma anche quello interno, responsabile di una società iniqua e classista.

Rompiamo il silenzio. Mobilitazioni in tutta Italia

La sanguinosa repressione delle proteste popolari palestinesi a Sheikh Jarrah, gli assalti militari a Gaza sotto assedio, i pogrom contro i palestinesi ad Akka, Haifa, Jaffa, Lydda, Ramleh da parte di Israele ci chiamano all'azione.

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Informazioni sul Fronte Palestina

Per sviluppare un lavoro di classe nel sostegno alla lotta di liberazione della Palestina e degli altri popoli oppressi e aggrediti dall'imperialismo, oltre alle sterili e dannose concezioni del pacifismo e dell'equidistanza tra aggressori e aggrediti che hanno in gran parte contribuito ad affossare il movimento contro la guerra nel nostro paese negli ultimi anni, si è deciso di fondare l'organismo nazionale Fronte Palestina.

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