OLP

Organizzazione per la Liberazione della Palestina

Nostalgia di Trotskij nell’ascoltare i dirigenti palestinesi

Quando i politici palestinesi parlano con i giornalisti si impossessa improvvisamente di me una nostalgia di Trotskij. Se la memoria non mi tradisce, i testi di storia narrano come, da ministro degli esteri del primo governo bolscevico, Trotskij ordinò che fosse pubblicata tutta la corrispondenza diplomatica del governo zarista. Come si combattono gli imperi? Si rivelano quello che vogliono celare. Vero, ma i bolscevichi abbandonarono ben presto questo approccio sovversivo e divennero esperti di occultamento. Ma non ci sono ordini di tenere la bocca chiusa sulla nostalgia e certamente non contro la citazione di quanto noioso sia il talento dei rappresentanti palestinesi nell’essere generosi di dichiarazioni e avari di informazioni, specialmente in tempo reale.

Nel 1994 coltivavo ancora la speranza romantica, anche se chiaramente irrealistica, che i palestinesi avrebbero fornito dettagli precisi su processo dei negoziati con i rappresentanti israeliani. Ipotizzare, correttamente, che la supremazia militare israeliana si sarebbe tradotta in arroganza, in estorsioni e in gentilezza artificiosa al tavolo dei negoziati. E nella mia grande ingenuità speravo che i palestinesi avrebbero adottato l’approccio sovversivo di dire al mondo che cosa stava succedendo, essere questo uno dei pochissimi mezzi a loro disposizione per alterare l’iniquo rapporto di forze.

Intervista sui prigionieri a due membri del FPLP

Proponiamo, qui di seguito, un'intervista a due membri del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina a cura di una compagna attualmente presente in Palestina.

A partire dalle due esperienze dei compagni del Fronte -le quali prima di tutto testimoniano l'atrocità del sistema carcerario israeliano, tanto quanto di quello palestinese- si evince chiaramente quanto l'ANP sia criminalmente collaborazionista, che ruolo riescono ad assumere i compagni all'interno delle carceri, quanto questo sia fondamentale per la lotta all'esterno e quindi quanto sia necessario andare a rafforzare, con la lotta e la solidarietà internazionalista, proprio quei percorsi politici che si pongono in netto contrasto alle politiche sioniste e imperialiste di Israele, quei percorsi che ritengono indispensabile un ricompattamento del fronte della Resistenza palestinese fino a quando non otterranno libertà e giustizia.

Nel corso degli ultimi due mesi, i compagni del Fronte Popolare di Liberazione della Palestina del campo profughi di Aida hanno subito una massiccia campagna di repressione per mano della polizia palestinese e dell’occupante sionista. Sono stati compiuti 13 arresti da parte della polizia palestinese e 3 dall’esercito israeliano. Si tratta di una situazione estremamente grave che bisogna denunciare dal momento che vorrebbe, nelle intenzioni, indebolire la lotta e la resistenza dei compagni e della popolazione palestinese. I compagni, però dichiarano che la loro resistenza non si ferma e mai si fermerà e che tanti più compagni arrestati tanti più sono quelli fuori, per le strade e nei campi profughi che continuano la lotta e portano avanti azioni concrete di resistenza.

ADDAMEER: Comunicato Stampa

Quattro prigionieri palestinesi e cinque giordani sono in sciopero della fame; il tribunale militare deve esaminare la richiesta di Ahmed Sa'adat‪ di ricevere la visita di una sua nipote.

Ramallah‪, Territori occupati. 20 maggio 2013 - L'associazione Addameer in supporto dei prigionieri e per la Ricerca e Documentazione per i diritti umani ha annunciato che quattro prigionieri palestinesi sono in sciopero della fame per fare alcune richieste alle autorità di occupazione e al Servizio carcerario israeliano (IPS). Addameer ha aggiunto che anche 5 giordani detenuti sono in sciopero della fame, al fine di far luce sulla loro incarcerazione e per chiedere le visite dei familiari.

Addameer ha raccolto le seguenti informazioni sugli scioperanti della fame:

DALLA SOLIDARIETA' ALLA LOTTA INTERNAZIONALISTA

A FIANCO DELLA RESISTENZA PALESTINESE

Nell'ambito della solidarietà con la Palestina, a livello sia nazionale sia internazionale, ormai da tempo si riscontrano difficoltà nel creare una base condivisa da cui partire e su cui lavorare.

Questo è un effetto della divisone esistente tra gli stessi palestinesi, e in particolare tra le loro leadership, divisione che non solo indebolisce il movimento di lotta per la liberazione della Palestina, ma sta viziando concetti chiave come la definizione stessa di "popolo palestinese", ormai sempre più spesso identificato con i soli palestinesi che vivono in Cisgiordania e a Gaza - escludendo quindi di concetto tutti i palestinesi che vivono nei territori occupati nel '48 e nel '67 e i profughi che vivono fuori dalla Palestina - ed anche la stessa identificazione di cosa sia "la Palestina", ridotta ormai ad uno stato di apartheid in cui i cittadini vivono in bantustan circondati da un muro e da colonizzatori.

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Informazioni sul Fronte Palestina

Per sviluppare un lavoro di classe nel sostegno alla lotta di liberazione della Palestina e degli altri popoli oppressi e aggrediti dall'imperialismo, oltre alle sterili e dannose concezioni del pacifismo e dell'equidistanza tra aggressori e aggrediti che hanno in gran parte contribuito ad affossare il movimento contro la guerra nel nostro paese negli ultimi anni, si è deciso di fondare l'organismo nazionale Fronte Palestina.

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