OLP

Organizzazione per la Liberazione della Palestina

"È ora di andare", hanno detto ad Abbas i palestinesi di Beirut

Venerdì 9 ottobre, circa 100 palestinesi rifugiati in Libano si sono riuniti all'ambasciata dell'Autorità palestinese a Beirut per chiedere la cacciata del presidente dell'ANP Mahmoud Abbas. I manifestanti sono stati oltraggiati da Abbas e dalle sue recenti dichiarazioni nella televisione israeliana contro il diritto al ritorno per i rifugiati palestinesi.


Durante la manifestazione di Beirut sono state usate solo bandiere palestinesi e slogan nazionali

Un temporale, le minacce dei membri di Fatah, il partito dominante dell'ANP con sede a Ramallah e la forte presenza di polizia libanese dispiegata in tenuta anti-sommossa presso l'ambasciata dell'Autorità non hanno impedito ai rifugiati palestinesi di esprimere la loro rabbia.

Fatah, la DC della Palestina?

La scelta di usare i paraocchi per poter dire "abbiamo vinto" le elezioni e per perpetrare ingiustizie ai danni della causa palestinese

Negli ultimi giorni abbiamo assistito a dichiarazioni, smentite e contro-risposte da parte dei leader delle fazioni palestinesi in merito alle ultime elezioni e al futuro della Palestina. Tali vicende non sono altro che la cartina tornasole della disarmonia e delle divisioni che ormai caratterizzano la scena politica palestinese degli ultimi anni, celata da molteplici promesse di riconciliazione nazionale che in realtà - ormai è evidente - non rientra nei progetti di nessuno tra gli attori presenti nei piani alti del potere.

C'è qualcosa di meglio degli accordi di OSLO?

La Palestina è ancora in attesa della risposa al meeting del 15 – 16/9 Aprile 2012 in cui doveva essere stabilito se annullare o meno gli accordi di Oslo, all'interno di un contesto caratterizzato da agitazioni popolari contro il carovita scaturito dalle decisioni prese dal Governo di Fayyad.

5 Novembre 2012

Senza dubbio, i palestinesi sono al corrente dell'accordo e dei suoi effetti. Il punto principale dell'accordo lega l'esistenza dell'Autorità Palestinese a Ramallah alla cooperazione con le autorità di occupazione per fini di sicurezza, ivi compreso l'intervento di Tel Aviv e la sua voce in capitolo per quanto concerne la formazione della polizia e le sue armi, il controllo dei posti di blocco, le limitazioni ai movimenti dei cittadini palestinesi, le tasse imposte ai beni palestinesi, e la supervisione dell'intera economia palestinese, compresi i prestiti e le donazioni internazionali.

A proposito di soluzioni politico-istituzionali del conflitto in Palestina

Il presente articolo è costituito da materiali già pubblicati dall’autore nel bollettino dell’Associazione di solidarietà internazionale “Rete Radiè Resch” nel dicembre 2009 e su altri periodici

Per affrontare la questione del tipo di assetto politico-istituzionale da dare al territorio palestinese è necessario fare alcune premesse:

  1. Nel territorio della Palestina mandataria esiste oggi uno Stato unico, lo Stato d’Israele, basato su una dottrina di esclusione/inclusione, la dottrina sionista, sulla quale si è creato un sistema di apartheid che condiziona ogni aspetto della vita quotidiana sia degli esclusi, i palestinesi, sia degli inclusi, gli israeliani, e di cui il muro di separazione è solo la manifestazione più apparente;

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Informazioni sul Fronte Palestina

Per sviluppare un lavoro di classe nel sostegno alla lotta di liberazione della Palestina e degli altri popoli oppressi e aggrediti dall'imperialismo, oltre alle sterili e dannose concezioni del pacifismo e dell'equidistanza tra aggressori e aggrediti che hanno in gran parte contribuito ad affossare il movimento contro la guerra nel nostro paese negli ultimi anni, si è deciso di fondare l'organismo nazionale Fronte Palestina.

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