OLP

Organizzazione per la Liberazione della Palestina

Nel suo 12° anniversario l’Intifada di Al-Aqsa è stata rappresentata come un referendum, a dimostrare il fallimento degli accordi di Oslo

Nel dodicesimo anniversario dell’inizio dell’Intifada di Al-Aqsa, il Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina ha dichiarato che l’Intifada è stata come un referendum espresso nel sangue sul disastroso e presunto processo di pace ratificato dagli accordi di Oslo.

L’Intifada di Al-Aqsa è esplosa dopo la presa d’assalto della stessa Al-Aqsa da parte del ministro della guerra sionista e dal relativo esercito, dopo il fallimento dei negoziati “Camp David 2″ nel 2000.

L’Intifada era un movimento di difesa che è emerso dopo l’uccisione a sangue freddo di centinaia di palestinesi da parte dell’esercito di occupazione durante delle proteste pacifiche contro l’occupazione e l’insediamento.

Dodici anni dopo risulta ancora in modo chiaro l’intento dei negoziati bilaterali e degli impegni economici e di sicurezza tenuti sotto gli auspici degli Stati Uniti. Tali accordi sono diventati strumenti delle forze di occupazione, di fatto utilizzati per asservirne le esigenze economiche e di sicurezza, per promuoverne lo “stato dai confini temporanei”, espanderne gli insediamenti, diffondere il giudaismo a Gerusalemme e nel West Bank e negare i diritti dei palestinesi.

Smascherare il razzismo dietro la soluzione dei due stati

È stato detto e scritto molto riguardo gli accordi di Oslo e Ginevra. I firmatari sostengono che all’inizio questi documenti molto discussi hanno aperto nuove possibilità di “cooperazione” per quelle posizioni che per lungo tempo sono parse inconciliabili.

Per esempio i firmatari dell’accordo di Ginevra, Yasser Abed Rabbo e Yossi Beilin, credono che “l’unica soluzione del conflitto israelo-palestinese sia la fondazione di due stati”.  E, in quello che suona come un avvertimento, il secondo [il negoziatore sionista NdT] aggiunge che la finestra per la soluzione dei due stati non resterà aperta per un tempo indefinito e che Israele sarà costretta ad affrontare la “minaccia demografica” imposta su di essa dai palestinesi nella Palestina storica. Al contrario questo articolo sostiene che, date le condizioni attuali, la soluzione dei due stati nega la possibilità di una coesistenza reale fondata sull’uguaglianza.

L'AUTORITA' PALESTINESE - priva di qualunque autorità

Gli "Accordi di Oslo", inizialmente intesi per creare un governo proprio palestinese, hanno invece lasciato i palestinesi con "sacche" autonome che servono solo a rinforzare l'egemonia di Israele.

"Tutto andrà bene", la piacevole trasmissione di "Army radio" (radio dell'esercito) ha una redazione più giovane rispetto a quella di "Voice of Palestine" (voce della Palestina): a "Good Morning Palestine" (Buon giorno Palestina) il microfono a volte è aperto a cittadini qualunque che hanno delle lamentele da fare verso le varie istituzioni della burocrazia palestinese. Come a "Tutto andrà bene" il conduttore del programma trova più semplice rispetto alla gente comune individuare il numero di telefono di chi sia responsabile di cosa e strappare una promessa che al problema che viene discusso verrà trovata una soluzione.

PALESTINA 19 ANNI DOPO OSLO: QUALCHE NOTA E ALCUNE RIFLESSIONI

Il 13 settembre 1993 venivano firmati gli Accordi di Oslo, fin da subito motivo di reazioni e giudizi contrastanti: da una parte sembrò aprirsi la speranza di un processo che avesse come esito la costituzione di uno Stato palestinese indipendente, dall'altra le enormi rinunce che gli accordi comportavano da parte palestinese furono giudicate un passo indietro e un tradimento delle aspettative generate dall'Intifada e dal protagonismo palestinese degli ultimi anni, a causa dello svuotamento del ruolo dell'OLP.

Il bilancio che se ne può fare oggi è quello di un totale fallimento degli auspici. In questi 19 anni, quello che si è consumato è stato un processo ben diverso, che non ha creato in realtà nessun presupposto per una pace equa e duratura, e che oggi vede una situazione in cui Israele, che di fatto è sempre più padrona del campo, ribadisce arrogantemente ogni giorno e sotto ogni punto di vista la sua ingiusta supremazia.

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Informazioni sul Fronte Palestina

Per sviluppare un lavoro di classe nel sostegno alla lotta di liberazione della Palestina e degli altri popoli oppressi e aggrediti dall'imperialismo, oltre alle sterili e dannose concezioni del pacifismo e dell'equidistanza tra aggressori e aggrediti che hanno in gran parte contribuito ad affossare il movimento contro la guerra nel nostro paese negli ultimi anni, si è deciso di fondare l'organismo nazionale Fronte Palestina.

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