Nel dodicesimo anniversario dell’inizio dell’Intifada di Al-Aqsa, il Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina ha dichiarato che l’Intifada è stata come un referendum espresso nel sangue sul disastroso e presunto processo di pace ratificato dagli accordi di Oslo.
L’Intifada di Al-Aqsa è esplosa dopo la presa d’assalto della stessa Al-Aqsa da parte del ministro della guerra sionista e dal relativo esercito, dopo il fallimento dei negoziati “Camp David 2″ nel 2000.
L’Intifada era un movimento di difesa che è emerso dopo l’uccisione a sangue freddo di centinaia di palestinesi da parte dell’esercito di occupazione durante delle proteste pacifiche contro l’occupazione e l’insediamento.
Dodici anni dopo risulta ancora in modo chiaro l’intento dei negoziati bilaterali e degli impegni economici e di sicurezza tenuti sotto gli auspici degli Stati Uniti. Tali accordi sono diventati strumenti delle forze di occupazione, di fatto utilizzati per asservirne le esigenze economiche e di sicurezza, per promuoverne lo “stato dai confini temporanei”, espanderne gli insediamenti, diffondere il giudaismo a Gerusalemme e nel West Bank e negare i diritti dei palestinesi.