Palestina

TULKAREM SCHIACCIATA TRA MURO E INDUSTRIE CHIMICHE

La città palestinese è dal 1985 sede di una zona industriale chimica israeliana: la confisca e la contaminazione delle terre e l’elevato tasso di tumori stanno mettendo in ginocchio l’economia.

Tulkarem (Cisgiordania), 01 marzo 2012

Una città che resiste, stretta tra il Muro di Separazione che strangola il mercato del lavoro e dodici fabbriche chimiche che intossicano polmoni e terra: è Tulkarem, città a Nord Ovest della Cisgiordania, quasi 59 mila abitanti, due campi profughi e 58 villaggi nel distretto.

Nuovo progetto di Israele: il treno dell'apartheid

“Stiamo pianificando assieme alla comunità internazionale di collegare Jenin alla linea Emek e a Gerusalemme”. Con queste parole martedì scorso Yisrael Katz, il ministro israeliano dei trasporti, ha descritto il nuovo piano ferroviario israeliano che mira a ripristinare l'antica linea ottomana Haifa-Nablus-Jenin, rimasta in vigore anche sotto il mandato britannico. Promesso già nel 2010 durante una visita del ministro nel nord della Cisgiordania, questo progetto sta ora diventando realtà. Secondo la mappa che ha acquisito il quotidiano israeliano Haaretz, il piano prevede la creazione di 11 diverse linee ferroviarie per una lunghezza totale di 475 chilometri, che si andrebbero a sommare ai 1100 chilometri di binari già esistenti in Israele.

SIRIA, AL MANNA: NO A INTERVENTI ARMATI MASCHERATI

«Assad è il primo responsabile del conflitto. Ma siamo allergici all'esempio libico». Parla Haytham al Manna, del Comitato per il cambio democratico, ieri a Roma.

Roma, 01 marzo 2012

«Siamo contrari a qualsiasi intervento armato, sia dall’esterno che all’interno. La rivoluzione siriana deve trovare la strada in modo pacifico». Così dice al manifesto Haytham Manna (nella foto), rappresentante del Comitato nazionale di coordinamento per il cambiamento democratico in Siria (Cncd).

Lo abbiamo incontrato a Roma ieri, ospite di un convegno sulla primavera araba organizzato dalla comunità di Sant’Egidio.

La vera prigione sono le bugie che ti hanno raccontato: per Khader e per tutti gli altri ancora prigionieri vogliamo verità e libertà!

La vera prigione
Non è il tetto che perde / Non sono nemmeno le zanzare che ronzano
Nella umida, misera cella.
Non è il rumore metallico della chiave.
Mentre il secondino ti chiude dentro. / Non sono le meschine razioni
Insufficienti per uomo o bestia / Neanche il nulla del giorno
Che sprofonda nel vuoto della notte
Non è
/ Non è / Non è.
Sono le bugie che ti hanno martellato / Le orecchie per un'intera generazione
È il poliziotto che corre all'impazzata in un raptus omicida
/ Mentre esegue a sangue freddo ordini sanguinari
In cambio di un misero pasto al giorno. / Il magistrato che scrive sul suo libro
La punizione, lei lo sa, è ingiusta / La decrepitezza morale
L'inettitudine mentale
/ Che concede alla dittatura una falsa legittimazione
La vigliaccheria travestita da obbedienza / In agguato nelle nostre anime denigrate
È la paura di calzoni inumiditi
/ Non osiamo eliminare la nostra urina
È questo / È questo / È questo

Amico mio, è questo che trasforma il nostro mondo libero / In una cupa prigione.

Ken Saro Wiwa

Dopo 66 giorni Khader Adnan ha interrotto lo sciopero della fame che l’aveva ridotto in fin di vita e che ha compromesso, con tutta probabilità, irreversibilmente la sua piena salute fisica.

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Informazioni sul Fronte Palestina

Per sviluppare un lavoro di classe nel sostegno alla lotta di liberazione della Palestina e degli altri popoli oppressi e aggrediti dall'imperialismo, oltre alle sterili e dannose concezioni del pacifismo e dell'equidistanza tra aggressori e aggrediti che hanno in gran parte contribuito ad affossare il movimento contro la guerra nel nostro paese negli ultimi anni, si è deciso di fondare l'organismo nazionale Fronte Palestina.

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