A 9 anni dall'uccisione di Rachel Corrie, i suoi genitori si rivolgono a tutta la comunità internazionale affinché educhi, rafforzi la coesione collettiva e si adoperi per attivare un cambiamento.
Cari amici,
sono passati nove anni da quando nostra figlia Rachel è morta, schiacciata da un cingolato D9 guidato da israeliani, finanziato e costruito negli Stati Uniti, a Gaza. Nel marzo 2003 i notiziari traboccavano di discorsi sulla guerra con l’Iraq, una guerra preventiva per proteggere l’occidente, in particolare gli USA e Israele, dalle armi di distruzione di massa presumibilmente ammassate da Saddam Hussein. Quando Rachel si recò a Gaza in quell’anno, il mondo non guardava. Secondo Human Rights Watch, dal settembre del 2000 al settembre del 2004, nell’occupazione della Striscia di Gaza, l’esercito israeliano ha distrutto 1600 abitazioni palestinesi nella città di Rafah. Un decimo degli abitanti ha perso la propria casa. Rachel fece la scelta di essere a Gaza nel momento in cui veniva sferrato l’attacco di terra all’Iraq. Temeva un’escalation della violenza e una stretta dell’isolamento nei confronti della popolazione mentre l’attenzione del mondo era rivolta al nord-est e alla carneficina in Iraq. Questo non accadde immediatamente come alcuni si aspettavano, ma con l’attacco militare israeliano a Gaza dal novembre 2008 al gennaio 2009 la violenza divenne schiacciante, e la stretta dell’assedio iniziato dagli israeliani nel 2006 per togliere di mezzo Hamas, rese l’isolamento pressoché totale.