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BREAKING THE SILENCE - Testimonianze di soldati 2005-2011

“Breaking the Silence” è un’organizzazione di veterani israeliani che erano in servizio durante la Seconda Intifada iniziata nel 2000. L’organizzazione vuole far conoscere la routine quotidiana nei Territori Occupati, una realtà della quale i media non parlano, e servire da canale di informazione alternativo per il pubblico più in generale riguardo ciò che accade nel “cortile di casa” dello Stato di Israele.

Fondata nel 2004, da allora ha goduto di una reputazione eccezionale tra il pubblico e i media facendosi portavoce dei soldati che fino ad allora non avevano voce. Fin dal principio più di 800 soldati, sia uomini che donne, hanno testimoniato le loro esperienze nell’esercito. Hanno descritto la realtà del regime militare nei territori occupati degli ultimi dodici anni, dal punto di vista dei soldati.

Israele: le elezioni e i cittadini palestinesi

Mentre Nazareth, la capitale della minoranza palestinese di Israele, si prepara alle elezioni generali del paese della prossima settimana, il manifesto più comune in città rappresenta tre leader di estrema destra famosi per le loro idee virulentemente antiarabe.


"A chi lo lasciate?" (il parlamento israeliano)

I manifesti, pagati da uno dei maggiori partiti palestinesi, mirano a mobilitare al voto i cittadini palestinesi del paese. Il volto che con maggior spicco guarda giù dai manifesti è quello di Avigdor Lieberman, il ministro degli esteri recentemente dimessosi che è sotto indagine della polizia per frode ma che continua a guidare Yisrael Beiteinu. Il suo partito vuole spogliare circa 1,4 milioni di palestinesi d’Israele della loro cittadinanza ridisegnando i confini con la West Bank, mentre gli altri dovrebbero essere costretti a sottoporsi a un test di lealtà.

Negare i diritti dei palestinesi è la questione centrale nelle elezioni in Israele

Per i palestinesi, in particolare quelli dei territori occupati, le elezioni israeliane significano sempre un'accelerazione delle azioni contro di loro, comportano più violazioni dei diritti umani, punizioni collettive, più arresti, confisca dei terreni e altre misure ingiuste. In generale, è un evento spiacevole. 

I partiti politici Israeliani competono tra di loro per chi più duramente avrà a che fare con i palestinesi, per chi riuscirà a creare più instralcio possibile prima degli accordi di pace e ostacolarne i negoziati, e in che modo si osteggeranno le ambizioni dei palestinesi ad avere un proprio Stato indipendente. 

Israele: filo di ferro ed espulsioni di massa contro gli immigrati

Completata a ritmi serrati una barriera anti-immigrati di filospinato al confine con l'Egitto. E il premier israeliano Netanyahu promette di espellere decine di migliaia di africani, aggirando le leggi del paese sulla concessione dell'asilo.

La strategia di progressivo isolamento dei confini – peraltro provvisori – di Israele continua rapida. Ieri il governo del cosiddetto ‘stato ebraico’ ha informato che è stata completata la sezione principale della nuova barriera costruita lungo il confine con l’Egitto, nel deserto della penisola del Sinai. Lunga 230 chilometri e alta cinque metri, la muraglia - composta di pali, reti e filo spinato ed equipaggiata con sistemi di sorveglianza elettronica dell’esercito – è stata inaugurata ufficialmente ieri sebbene manchino ancora 14 chilometri attorno alla città di Eilat, nell’estremo sud del paese.

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Per sviluppare un lavoro di classe nel sostegno alla lotta di liberazione della Palestina e degli altri popoli oppressi e aggrediti dall'imperialismo, oltre alle sterili e dannose concezioni del pacifismo e dell'equidistanza tra aggressori e aggrediti che hanno in gran parte contribuito ad affossare il movimento contro la guerra nel nostro paese negli ultimi anni, si è deciso di fondare l'organismo nazionale Fronte Palestina.

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