Il 10 marzo 2020 inizia il processo che ci vede imputati per incitamento all’odio razziale. L’imputazione riguarda la contestazione da parte di centinaia di persone nei confronti della presenza delle bandiere israeliane alla manifestazione del 25 Aprile 2018 a Milano.
Tra queste centinaia di persone il grande impegno della DIGOS e della Procura della Repubblica del Tribunale di Milano ha selezionato noi per dare corpo ad un’operazione repressiva che ha il chiaro obiettivo di falsificare la storia equiparando l’antisionismo all’antisemitismo, l’opposizione alla politica genocida di Israele nei confronti del popolo palestinese e guerrafondaia in tutto il Medio Oriente con l’antisemitismo nazifascista che portò ai campi di sterminio, in cui oltre all’Olocausto degli ebrei furono massacrati milioni di Rom, gay, comunisti, socialisti e antinazisti.
In primo luogo noi denunciamo l’assurda provocazione di essere accusati di razzismo, equiparandoci così agli attuali nazistelli antisemiti nonché grandi elettori del fascio-leghista Salvini, rivendichiamo inoltre la contestazione della presenza delle bandiere sioniste alla manifestazione del 25 Aprile come atto di solidarietà attiva alla lotta del popolo palestinese, che da quasi un secolo resiste alla feroce progressione dell’invasione e occupazione della loro terra. Aggressione colonialista che attraverso innumerevoli massacri, deportazioni e discriminazioni persegue il progetto di istituzione di uno stato confessionale ebraico in Palestina, uno stato costituzionalmente, esso sì, razzista.