Sodastream

Oxfam Italia sospende i rapporti con Paola Maugeri a causa del suo ruolo con Sodastream

Comunicato stampa della campagna Stop Sodastream

Oxfam Italia sceglie la coerenza e sospende i rapporti con Paola Maugeri - Il suo coinvolgimento con Sodastream in contrasto con la posizione di Oxfam sugli insediamenti israeliani

Continua a dare risultati la campagna di pressione nei confronti di promotori di Sodastream, ditta privata israeliana produttrice di gasatori per l'acqua di rubinetto il cui principale impianto di produzione è situato nell’insediamento israeliano di Mishor Adumim, costruito illegalmente nei Territori palestinesi occupati in violazione del diritto internazionale e dei diritti umani [1].

In seguito a una lettera di denuncia della Campagna Stop Sodastream [2], Oxfam Italia ha sospeso i rapporti con Paola Maugeri, “PR Ambassador” per Sodastream, che era stata precedentemente coinvolta come testimonial in una raccolta fondi dell’organizzazione per la campagna “Un futuro senza fame”.

Dalla Svezia a Paola Maugeri: Impegnarsi con Sodastream è tutt'altro che etico!

L'Associazione di solidarietà con la Palestina - Svezia, con 1000 membri e 16 gruppi locali, scrive a Paola Maugeri per chiederle di interrompere i suoi rapporti con Sodastream. Segnala questa lettera a Paola via Facebook e Twitter. Firma anche la lettera di Stop Sodastream indirizzata a Paola.

Cara Paola Maugeri,

In Svezia siamo rimasti piacevolmente sorpresi di sapere della sua ammirazione per il nostro senso di etica e di valori e che le visite che lei fa ogni anno al nostro paese, che chiama i suoi "due mesi di civiltà", sono state un fattore chiave nello sviluppo del suo rispetto per l'ambiente.

Ci ha sconcertato, quindi, apprendere che in Italia lei ha accettato di essere la "PR Ambassador " per la società israeliana Sodastream, i cui principali impianti di produzione si trovano nell’insediamento israeliano di Mishor Adumim, costruito illegalmente nei territori occupati palestinesi.

La linea di produzione Sodastream passa per la fabbrica in un insediamento israeliano in Cisgiordania

Contrario a quanto sostenuto nelle recenti dichiarazioni di Sodastream, il principale impianto di produzione della società si trova ancora nella zona industriale Mishor Adumim in un insediamento.

"Il principale impianto di produzione di Sodastream si trova a Mishor Adumim ...", come indicato chiaramente dalla società a pagina 16 della propria relazione annuale 2011 presentato alla Borsa statunitense, pubblicata ad aprile 2012.

L'azienda fornisce ulteriori dettagli sul suo processo di produzione:

"La maggior parte dei nostri prodotti sono realizzati presso i nostri due impianti israeliani, a Mishor Adumim, a est di Gerusalemme, e ad Ashkelon, sulla costa mediterranea. A Mishor Adumim, abbiamo una fabbrica per lavorare il metallo, una fabbrica per lavorare la plastica e produrre bottiglie, una fabbrica attrezzata con macchine utensili, una fabbrica di assemblaggio, un impianto per la produzione di cilindri, un impianto per la ricarica di CO2 e un impianto per collaudare i cilindri.

SODASTREAM: consegnata lettera a Radio Popolare

Milano, 5 luglio 2012

Oggetto: Spot Sodastream

Gentile Redazione di Radio Popolare,

Apprendiamo con stupore che la vostra emittente sta mandando in onda spot radiofonici per la Sodastream.

Ci stupisce vedere Radio Popolare vendere spazi pubblicitari ad un’azienda che opera in palese violazione dei diritti umani e della legalità internazionale: Sodastream ha il suo principale impianto di produzione nei Territori palestinesi occupati nell’insediamento israeliano illegale di Ma'aleh Adumim.

I rapporti commerciali che Radio Popolare ha intrapreso con Sodastream rischiano, quindi, di essere oggettivamente un atto di complicità con l’occupazione militare israeliana, attraverso il sostegno diretto ad un’azienda che produce in un insediamento illegale e trae profitti dalla sistematica violazione dei diritti umani basilari del popolo palestinese.

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Per sviluppare un lavoro di classe nel sostegno alla lotta di liberazione della Palestina e degli altri popoli oppressi e aggrediti dall'imperialismo, oltre alle sterili e dannose concezioni del pacifismo e dell'equidistanza tra aggressori e aggrediti che hanno in gran parte contribuito ad affossare il movimento contro la guerra nel nostro paese negli ultimi anni, si è deciso di fondare l'organismo nazionale Fronte Palestina.

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