Uno studio evidenzia che gli scambi sono 100 volte superiori
Esportazioni dagli insediamenti illegali verso l’Ue per 230 milioni di euro l’anno
A dispetto dei suoi interventi per una soluzione del conflitto israelo-palestinese e delle sue condanne verso le colonie ebraiche in Cisgiordania, l’Unione europea continua a importare prodotti provenienti dagli insediamenti illegali. Anzi, ha un volume di affari con loro 100 volte superiore a quello che ha con i territori palestinesi. È il quadro che emerge da uno studio, molto accurato e dettagliato, promosso da una coalizione di 22 organizzazioni non governative, laiche e cristiane, in collaborazione con un ex commissario europeo, l’olandese Hans van den Broek.
“Con decine di dichiarazioni ufficiali l’UE riafferma continuamente l’illegalità degli insediamenti secondo il diritto internazionale e li considera come il maggiore ostacolo alla pace – spiega van den Broek – Ma mentre la costruzione degli insediamenti accelera, noi europei non siamo riusciti a passare dalle parole ai fatti”.