Territori occupati

Smascherare il razzismo dietro la soluzione dei due stati

È stato detto e scritto molto riguardo gli accordi di Oslo e Ginevra. I firmatari sostengono che all’inizio questi documenti molto discussi hanno aperto nuove possibilità di “cooperazione” per quelle posizioni che per lungo tempo sono parse inconciliabili.

Per esempio i firmatari dell’accordo di Ginevra, Yasser Abed Rabbo e Yossi Beilin, credono che “l’unica soluzione del conflitto israelo-palestinese sia la fondazione di due stati”.  E, in quello che suona come un avvertimento, il secondo [il negoziatore sionista NdT] aggiunge che la finestra per la soluzione dei due stati non resterà aperta per un tempo indefinito e che Israele sarà costretta ad affrontare la “minaccia demografica” imposta su di essa dai palestinesi nella Palestina storica. Al contrario questo articolo sostiene che, date le condizioni attuali, la soluzione dei due stati nega la possibilità di una coesistenza reale fondata sull’uguaglianza.

Segreteria Invictapalestina - COMUNICATO STAMPA

PENTONE (CZ), 24 settembre 2012

La S. Messa celebrata in mezzo agli ulivi, sotto lo sguardo di un blindato israeliano: un momento di un viaggio alternativo in Palestina (Israele e Territori Occupati). Lo hanno fatto quindici persone.

Il documentario del viaggio organizzato da Don Nandino Capovilla sta girando sul canale youtube di InvictaPalestina, Centro di Documentazione sulla Palestina ubicato a Pentone, in provincia di Catanzaro. Lo ha realizzato Rosario Citriniti, esponente dello stesso Centro. Testimonianze (anche di cattolici) e immagini restituiscono la difficile quotidianità dei palestinesi e documentano le strategie israeliane per occupare sempre più territori della Palestina, dalla costruzione del Muro al controllo delle fonti d’acqua, dagli umilianti ceck-point attraversati dai palestinesi ogni giorno per poter andare a lavorare all’occupazione militare dei villaggi palestinesi annessi, all’arresto immotivato e alla tortura delle persone. Azioni che rendono difficile e impossibile la vita dei palestinesi, quelle messe in atto da Israele, interessato alla terra e non a chi ci vive da sempre.

L'ipocrisia di Achinoam Nini, in arte Noa, continua a mistificare i crimini sionisti col benvenuto delle amministrazioni comunali

Ancora una volta le scelte politiche, da parte di soggetti che sul motto "il vento cambia" hanno basato la propria campagna elettorale, restano quella inclini al potere, che non rispettano in alcun modo l'elettorato che invece, ancora una volta, rimane deluso da una classe dirigente corrotta e venduta.

Nei giorni scorsi l'assessore alla cultura del comune di Milano Boeri ha presentato l'iniziativa “Voci dal mondo – Women for Expo” in cui parteciperà anche la cantante israeliana Noa, cui è stata dedicata la serata di chiusura.

L’Intifada creativa di Suad Amiry

Recuperare la storia del popolo palestinese restaurando antichi villaggi. Trasformare costruzioni armate israeliane in spazi pubblici per tutti. Suad Amiry racconta il suo ventennale per decolonizzare la sua terra.


Hosh El Atem- Birzeit (copyright Riwaq)

Decolonizzare la Palestina, a partire dall’architettura. E’ il progetto a cui lavora con passione, da più di vent’anni, l’architetto e scrittrice Suad Amiry. Con un obiettivo: non aggiungere distruzione a distruzione. E nemmeno altro cemento alla già soffocata Ramallah, che boccheggia senza un alito di verde. Il punto cruciale per Amiry- conosciuta in Italia soprattutto per i suoi  romanzi e la forza dei dei suoi libri inchiesta – è dare nuova vita all’architettura palestinese, agli anonimi palazzi cittadini costruiti negli anni Novanta, ma anche alle abitazioni fortificate israeliane, immaginando parchi giochi al posto di basi militari e centri di aggregazione sui tetti delle colonie in disuso.

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Informazioni sul Fronte Palestina

Per sviluppare un lavoro di classe nel sostegno alla lotta di liberazione della Palestina e degli altri popoli oppressi e aggrediti dall'imperialismo, oltre alle sterili e dannose concezioni del pacifismo e dell'equidistanza tra aggressori e aggrediti che hanno in gran parte contribuito ad affossare il movimento contro la guerra nel nostro paese negli ultimi anni, si è deciso di fondare l'organismo nazionale Fronte Palestina.

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