Vittorio Arrigoni

CAMPAGNA DI SOTTOSCRIZIONE PER ESTELLE, L’ASILO "VITTORIO ARRIGONI" E GLI INTERNAZIONALI A GAZA

Milioni di lavoratori, pensionati, precari, giovani e meno giovani stanno vivendo un momento di pesantissime difficoltà. Le compagne ed i compagni, le attiviste e gli attivisti del movimento di solidarietà con la Palestina vivono le stesse difficoltà, perché sono le stesse persone che lavorano o hanno lavorato una vita intera, oppure studiano e sperano in un futuro migliore, quando non sono strette nella morsa del precariato e della disoccupazione.

Siamo consapevoli di tutto questo, ma non cambiamo la nostra scelta di indipendenza, di non avere padrini o padroni. Rilanciamo, dunque, l’appello a sottoscrivere per i nostri progetti, ognuno nell’ambito delle proprie possibilità. Ogni donazione, anche la più piccola, è preziosa.

I tentacoli sionisti nelle "stanze dei bottoni" italiane

La “Casa della Memoria” di Roma ha deciso di bloccare la presentazione della mostra “Notte molto nera – Sabra e Chatila, una memoria scomoda” (mai titolo fu più indovinato), sul massacro voluto dai sionisti nei campi profughi del Libano di Sabra e Chatila.

Da questa decisione emergono due elementi: in primis la subalternità del Comune di Roma e di chi gestisce la “Casa della Memoria”, che forse sarebbe bene rinominare “dell’oblio”, unita al potere della lobby sionista romana e della sua ambasciata e all'elevato numero di persone che ingiustificatamente si schiera a favore dello stato occupante anche quando questi commette crimini contro l’umanità, perpetuati da prima del 1948 fino ad arrivare ad alcuni dei più gravi delitti contro la dignità umana, come il massacro di Sabra e Chatila e l'aggressione al popolo palestinese di Gaza a cavallo tra il 2009 e il 2010 (testimoniata con grande coraggio dal quotidiano “Il Manifesto” attraverso gli occhi e le parole di Vittorio Arrigoni).

NUOVO STOP AL PROCESSO AGLI ASSASSINI DI VIK

Rinviato di un mese perche' «Il giudice è in vacanza». Intanto i detenuti palestinesi denunciano mancato rispetto da parte di Israele dell'accordo che a meta' maggio aveva messo fine a sciopero della fame

Gaza, 29 maggio 2012, Nena News – La corte militare di Gaza city è rimasta chiusa ieri. Il giudice capo è in «vacanza», ha detto un poliziotto di guardia. Era avvenuto lo stesso 15 giorni fa. Nessuno delle autorità di Hamas ha pensato di comunicare il rinvio dell’udienza. Neppure al Centro palestinese per i diritti umani che segue da osservatore il processo che dallo scorso settembre vede alla sbarra quattro palestinesi accusati del rapimento e dell’assassinio dell’attivista e reporter Vittorio Arrigoni. La nuova udienza è prevista tra un mese, il 27 giugno. È uno scandalo che si ripete nell’indifferenza del governo di Hamas che pure aveva promesso un «processo vero». Di vero ormai non c’è più nulla ma non c’è nessuno a cui denunciarlo. I giornalisti di Gaza – presenti solo alla prima udienza – ieri erano al posto blocco di Hamas, a due km dal valico di Erez. Tutti in attesa dell’arrivo dalla Cisgiordania dei membri della Commissione elettorale centrale incaricati di provvedere con i colleghi di Gaza all’aggiornamento dei registri elettorali locali. Nei prossimi giorni sono previsti nuovi colloqui al Cairo sulla riconciliazione tra Hamas e Fatah e per la formazione di un governo palestinese di unità nazionale.

Criticare o no la leadership palestinese?

In che modo si tradisce* la Causa Palestinese

Quasi sei anni fa la popolazione palestinese ha espresso il proprio voto - benché, non va scordato, si sia trattato di elezioni avvenute sotto occupazione - mostrando con decisione la voglia e la necessità di dare legittimità ad una forza all'epoca presentatasi come rivoluzionaria, Hamas, perché satura di anni di promesse e di finti accordi di pace. In ogni caso, in quelle elezioni il messaggio di rottura contro ogni forma di dialogo con l'occupante è stato chiaro, nonostante il dott. Salman sostenga che il voto pro-Hamas sia stato un modo per "punire" Fatah.

A seguito di questa scelta, opinabile per chi vuole, ma che resta pur sempre una scelta da accettare, la volontà dei palestinesi non è stata rispettata, perché né i governi né l'ONU hanno riconosciuto la legittimità della decisione popolare, né i sostenitori internazionali hanno fatto abbastanza per sostenere la volontà palestinese, forse a causa della persistente illusione di possibili accordi con lo stato sionista, che sempre più spesso hanno fatto capolino nella politica palestinese.

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Informazioni sul Fronte Palestina

Per sviluppare un lavoro di classe nel sostegno alla lotta di liberazione della Palestina e degli altri popoli oppressi e aggrediti dall'imperialismo, oltre alle sterili e dannose concezioni del pacifismo e dell'equidistanza tra aggressori e aggrediti che hanno in gran parte contribuito ad affossare il movimento contro la guerra nel nostro paese negli ultimi anni, si è deciso di fondare l'organismo nazionale Fronte Palestina.

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