Vittorio Arrigoni

Palestina. Rachel Corrie, 9 anni dopo

Il 16 marzo del 2003 Rachel Corrie muore a Rafah, schiacciata da un bulldozer israeliano, mentre tenta di impedire la demolizione di un’abitazione palestinese. Le sue lettere, indirizzate alla famiglia e pubblicate dopo la morte, raccontano una Gaza che non è diversa da quella odierna, in cui l’assedio israeliano continua e i raid si ripetono ciclicamente senza che le vittime facciano notizia.

“Sono in Palestina da due settimane e un giorno, e ho ancora poche parole per descrivere ciò che vedo (…). Io non so se molti dei bambini qui abbiano mai vissuto senza i buchi di carri armati alle pareti, senza le torri di un esercito di occupazione che li sorveglia costantemente da un orizzonte vicino.

Io penso, sebbene non sia del tutto sicura, che anche il più piccolo di questi bambini capisce che la vita non è così ovunque”. 

Rachel Corrie ha appena 23 anni quando la sua vita viene schiacciata da un bulldozer Caterpillar D9R dell’Esercito israeliano a Rafah, Striscia di Gaza, il 16 marzo del 2003.

Sulla collina di detriti che le ruspe hanno formato nei terreni che circondano l’abitazione del medico Samir Masri, Rachel sta dritta in piedi con un megafono, e indossa un giubbino arancione ben noto alle forze di occupazione israeliana. 

GAZA: CENTRO CULTURALE IN RICORDO DI VITTORIO

E’ in fase di allestimento il centro culturale che associazioni e cooperative italiane apriranno nelle prossime settimane a Gaza city e che porterà il nome dell’attivista assassinato lo scorso anno.

Gaza city, 28 febbraio 2012

Il processo agli assassini di Vittorio Arrigoni procede a passo di lumaca – anche ieri si è svolta una udienza-lampo davanti alla corte militare di Gaza city – ma i palestinesi non dimenticano l’attivista italiano, assassinato nel 2011, che aveva dedicato alla condizione della Striscia sotto blocco israeliano gli ultimi anni della sua vita. Con il contributo decisivo di associazioni e cooperative italiane, nelle prossime settimane verrà inaugurato nel capoluogo della Striscia di Gaza, il centro culturale e comunicazione “Vittorio Arrigoni”.

Dalla parte dei diritti umani... e della verità

A giugno 2011 si svolgeva la kermesse "Unexpected Israel": in Piazza Duomo, pieno centro di Milano, per una settimana la propaganda sionista ha mostrato con immagini e suoni i traguardi raggiunti in diversi campi tecnologici, scientifici e culturali.

Parallelamente un insieme di persone si organizzava per denunciare l’abisso che si frappone tra la realtà di un paese criminale e razzista e ciò che l’installazione multimediale “l’Israele che non ti aspetti” propagandava: un paese tecnologicamente avanzato, culturalmente ricchissimo, sicuramente democratico.

In quei giorni Roberto Jarach, il presidente della Comunità Ebraica milanese, affermava: "è triste e incredibile che durante una manifestazione improntata sulla riconoscenza reciproca e sugli sviluppi economici e scientifici ci sia questo tipo di boicottaggio violento e questa virulenza contro tutto ciò che rappresenta Israele".

Dal 16 al 19 febbraio, alla fiera di Rho si è tenuta la Borsa Internazionale del Turismo. L’impianto dello stand non era troppo dissimile all’installazione dell’estate passata: immagini affascinanti di paesaggi e persone, musica, filmati proiettati su enormi schermi. Il tentativo di porsi come paese pienamente europeo in questa fiera si è concretizzato nella scelta logistica di porsi in mezzo agli stati europei, lontano dalla zona in cui c'erano gli stand di quel pezzo di Asia che Israele occupa.

DA PARIGI E DA TUTTO IL MONDO ALLA PALESTINA

La manifestazione internazionale che si è svolta a Parigi, nella grande sala della Borsa del Lavoro di Saint Denis, è stata partecipata da centinaia di attivisti, che hanno ascoltato con attenzione gli interventi dei delegati provenienti, oltre che dalla Francia, dal Belgio, dal Canada, dall’Italia e dal Regno Unito. Per gli Israeliani che si battono contro l’occupazione, è intervenuto Sebastian Rodriguez, reduce da un lungo giro in Italia che lo ha portato a Napoli, Roma, Firenze, Massa, La Spezia e Milano. Dalla Palestina, Jacques Neno, coordinatore del progetto del complesso scolastico in costruzione a Betlemme sostenuto dalla missione Benvenuti in Palestina 2012.

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Per sviluppare un lavoro di classe nel sostegno alla lotta di liberazione della Palestina e degli altri popoli oppressi e aggrediti dall'imperialismo, oltre alle sterili e dannose concezioni del pacifismo e dell'equidistanza tra aggressori e aggrediti che hanno in gran parte contribuito ad affossare il movimento contro la guerra nel nostro paese negli ultimi anni, si è deciso di fondare l'organismo nazionale Fronte Palestina.

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