Il nemico sionista continua a commettere crimini contro il nostro popolo e a prendere di mira i palestinesi. Nonostante si continui a parlare di "tregua" e "calma" questi crimini non sono mai cessati - il che dimostra l'inutilità del trattare con gli occupanti -, anzi siamo di fronte a un'escalation sionista.
Poiché le Brigate Abu Ali Mustafa sono ben consapevoli della disonestà del nemico e dei suoi dirigenti, abbiamo sempre insistito nel rigettare la "tregua" con lo stato di occupazione e abbiamo continuato il nostro lavoro rivoluzionario in silenzio e con determinazione per infliggere colpi dolorosi al nemico, la cui ultima escalation è solo una continuazione della sua aggressione in corso e dei crimini contro il popolo palestinese, che non sono mai cessati.
Nella mattinata di Martedì 23 ottobre 2012, in un'operazione pianificata a seguito di un'osservazione, un combattente della Brigate Abu Ali Mustafa ha monitorato l'obiettivo e la sua posizione e ha collocato l'ordigno esplosivo nel luogo in cui i soldati nemici si avvicinano alla recinzione di confine, nei pressi del sito militare Kissufim a est di Khan Younis. Alle 07:16 il dispositivo è esploso, danneggiando attrezzature militari dell'occupante e ferendo un alto ufficiale della Brigate Givati, Zeev Shilon, che è stato trasferito in elicottero all'ospedale Soroka. La sua mano destra è stata amputata e secondo i rapporti dei media di occupazione il militare continua a lottare contro la morte. Dopo aver verificato che l'operazione fosse riuscita e che il bersaglio fosse stato colpito, i combattenti sono tornati sani e salvi a casa, per poi rivendicare l'operazione, in modo da dare speranza e gioia al nostro popolo e alla nostra resistenza.
La resistenza è in grado di colpire il nemico e renderlo responsabile per i suoi crimini; questo è un messaggio al nemico e ai suoi soldati che non sono protetti dai colpi della resistenza e che spargendo sangue palestinese procurano lo spargimento di altro sangue.
Dopo l'operazione, l'occupazione e i suoi leader, che inizialmente hanno affermato che l'esplosione proveniva da un colpo di mortaio, per poi rendersi conto che si trattava di un ordigno esplosivo, si sono precipitati a lanciare le loro minacce contro la resistenza ed i responsabili dell'eroica operazione, pensando di terrorizzare la resistenza e la nostra gente.
Ma si dimenticano che la resistenza palestinese, comprese le Brigate Abu Ali Mustafa, non è intimidita dalle minacce e che insisterà e continuerà nella sua risposta rivoluzionaria contro i crimini perpetrati dai dirigenti e dai soldati dell'occupazione nemica del nostro popolo, dei nostri luoghi sacri e della nostra terra.
Ci siamo impegnati a rimanere fedeli ai martiri, affinché il loro sangue non sia stato versato senza una risposta dura e dolorosa.
Mentre il nemico perpetra i suoi crimini, noi facciamo appello affinché ci si unisca per affrontare gli occupanti e le loro minacce, in modo da formare un fronte di resistenza per una difesa unitaria nazionale del nostro popolo, della nostra terra e dei nostri luoghi sacri, e affinché continuino gli scioperi contro gli occupanti.
Il nostro popolo e la nostra resistenza inevitabilmente prevarranno.
Riconoscimento e gloria alle Brigate Abbu Ali Mustafa, a tutte le organizzazioni armate che combattono, alla rivoluzione in tutto il mondo e alla resistenza in Palestina.
Ricordiamo tutti coloro il cui puro sangue è stato versato sulla terra di Palestina.
Salutiamo i prigionieri e i feriti.
La vittoria è inevitabile.
Fonte: PFLP
Traduzione a cura di PalestinaRossa