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appelli, campagne ed azioni per il Boicotaggio, Disinvestimento e Sanzioni
contro la politica e la cultura di Apartheid israeliane

Turista fai da te? Non andare in Israele!

Quello del turismo è uno degli strumenti che Israele più utilizza per mostrare un'immagine di sé democratica ed accogliente. Centinaia di manifesti che ci invitavano a visitare lo stato sionista hanno, negli scorsi mesi, riempito le stazioni delle metro e i pannelli pubblicitari di moltissime città italiane.

Poi è arrivato, puntuale come ogni anno, il BIT, la fiera internazionale del turismo di Milano, in cui ogni paese presenta, attraverso un proprio stand, le bellezze della sua terra. Anche Israele, con il suo imponente stand piazzato al centro dell'Europa, era lì per mostrare le bellezze della sua terra, in cui è stata ovviamente anche inserita Gerusalemme.

La battaglia degli ebrei statunitensi contro il festival dell'apartheid israeliana e le accuse mosse ad Israele

Gli attivisti di tutta l'America stanno organizzando la Settimana della Pace israeliana, nel tentativo di combattere il festival annuale anti-Israele.

Questo è un periodo molto denso nel calendario di un giornalista israeliano negli Stati Uniti. AIPAC e J Street stanno tenendo le loro conferenze annuali, i think tanks di Washington stanno discutendo sulla primavera araba, l'Iran e la Siria. E poi è in arrivo l'ottava Settimana annuale sull'Apartheid di Israele (26 Febbraio - 3 marzo) con le solite discussioni, film e mostre fotografiche, flashmobs e un concorso di poster sull'apartheid che mette in palio un premio di $ 400. Per la maggior parte, la comunità pro-israeliana non ha ancora capito quale sia il modo migliore per affrontare questo evento, e così decide di ignorarlo.

I DOCENTI NON POSSONO TACERE DI FRONTE ALL’APARTHEID

L’APARTHEID IMPOSTO DA ISRAELE NON PUO’ NON ESSERE SFIDATO

Oggi la sistematica privazione di terre palestinesi continua ad essere ignorata da Stati Uniti ed Unione Europea. Le barriere che ostacolano I movimenti dei palestinesi ed il loro sviluppo sociale e politico sono visibili ovunque.

Mentre gli ebrei israeliani hanno tutte le possibilità di muoversi, più di 500 posti di blocco limitano I movimenti a tutti I palestinesi che vivono nei Territori. Attraversando questi checkpoint in un viaggio di presa di coscienza della situazione organizzato dalla US Campaign for the Academic and Cultural Boycott of Israel, abbiamo realizzato quanto sia dura la quotidianità dei palestinesi, fatta di umiliazioni e subordinazione.

Napoli per i diritti dei palestinesi

Il Consiglio Comunale condanna la partecipazione della Pizzarotti alla Tel Aviv – Gerusalemme

13 febbraio 2012

Il Consiglio Comunale di Napoli ha votato ed approvato a maggioranza l’ordine del giorno presentato dai Consiglieri Fucito (FdS), Vasquez (N è T), Moxedano (IdV), Borriello (SEL), Fiale (PD) in cui si “Esprime condanna morale e politica nei confronti della ditta Pizzarotti & C. S.p.A. per la partecipazione ai lavori per la costruzione della A1 Gerusalemme- Tel Aviv”. La nuova linea ad alta velocità, infatti “ad uso esclusivo della popolazione israeliana, percorre 6,5 km attraverso la Cisgiordania occupata, con la confisca di proprietà privata palestinese nei villaggi di Beit Iksa e Beit Sourik, inclusi terreni agricoli riconosciuti dalla Corte Suprema Israeliana come ‘risorsa fondamentale per la sussistenza’ delle comunità”. Pertanto, “la linea ferroviaria A1 è in violazione del Diritto Internazionale Umanitario e dei Trattati internazionali sui Diritti Umani, tra cui la IV Convenzione di Ginevra, in particolare Art. 53 che vieta ‘alla potenza occupante di distruggere beni o mobili o immobili appartenenti individualmente o collettivamente a persone private, allo Stato o a enti pubblici, a organizzazioni sociali o a cooperative, salvo nel caso in cui tali distruzioni fossero rese assolutamente necessarie dalle operazioni militari’, in questo caso le distruzioni sono attuate per la costruzione di infrastrutture permanenti inaccessibili alla popolazione locale.”

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Informazioni sul Fronte Palestina

Per sviluppare un lavoro di classe nel sostegno alla lotta di liberazione della Palestina e degli altri popoli oppressi e aggrediti dall'imperialismo, oltre alle sterili e dannose concezioni del pacifismo e dell'equidistanza tra aggressori e aggrediti che hanno in gran parte contribuito ad affossare il movimento contro la guerra nel nostro paese negli ultimi anni, si è deciso di fondare l'organismo nazionale Fronte Palestina.

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