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Assolti gli antisionisti sotto processo a Milano

Lunedì 11 ottobre 2021 il Tribunale di Milano ha emesso la sentenza del processo intentato dalla Procura di Milano contro quattro compagni che avevano, assieme ad altri centinaia, contestato la presenza delle bandiere sioniste alla manifestazione del 25 aprile 2018 a Milano.

Tre compagni sono stati assolti con formula piena e uno è stato condannato a 6 mesi per resistenza a pubblico ufficiale. Le assoluzioni hanno riguardato i compagni a cui era stata contestata l'aggravante dell'odio razziale. È stato un processo politico imbastito dall'accusa con l'intento di criminalizzare la solidarietà attiva alla Resistenza del popolo palestinese contro il regime di occupazione coloniale sionista.

L'obiettivo dell'attacco era quello di equiparare l'antisionismo all'antisemitismo. Obiettivo che si concretizzava con la contestazione dell'aggravante dell'odio razziale contro i compagni. Arrivare ad una sentenza che formalizzasse questa equiparazione era quanto perseguiva la lobby sionista in Italia, vera fonte di ispirazione della Procura. Non si è trattato di un tentativo isolato ma di un momento specifico di una campagna internazionale contro la solidarietà ancora in corso, che vede anche l'attacco ad associazioni come il BDS e Samidou.

Oggi, grazie alla mobilitazione dei compagni, delle associazioni e dei movimenti di solidarietà alla Resistenza palestinese, questo tentativo è stato sconfitto. È una grande vittoria politica di tutto il movimento di solidarietà. Una vittoria ha rovesciato quello che doveva essere un precedente contro la solidarietà in un precedente che ribadisce la legittimità della contestazione della presenza sionista nelle  manifestazioni nel nostro paese e dell'appoggio all'eroica resistenza del popolo palestinese. Un valido sostegno per ottenere questa vittoria ci è stato dato dalle prese di posizione di compagni di origine ebraica che si sono espressi risolutamente al nostro fianco dichiarandosi fieramente antisionisti e anche testimoniandolo in aula.

È una vittoria che è stata ottenuta non limitandoci alla difesa, ma conducendo un processo di attacco. Utilizzando la tribuna di imputati per fare il processo al sionismo, denunciando i suoi crimini, dai massacri di Deir Yassin, a Sabra e Shatila, ai palestinesi assassinati nel corso della Marcia del Ritorno, nell'ambito della quale è collocato l'episodio di contestazione alle bandiere sioniste del 25 aprile 2018. Nell'ultima udienza abbiamo anche denunciato lo stillicidio di omicidi attualmente in corso in Cisgiordania e a Gaza e cercato di dare voce alla lotta dei prigionieri palestinesi nelle carceri sioniste.

La nostra nostra determinazione a condurre un processo di questo tipo ha trovato la sua forza grazie anche ai compagni palestinesi e libanesi che ci hanno fatto pervenire il loro caloroso appoggio, e ci hanno fatto sentire fino in fondo parte di un unico fronte di lotta antisionista e antimperialista.

Questa vittoria è un nuovo punto di partenza per rilanciare nel nostro paese la solidarietà alla sacrosanta causa della lotta per la liberazione della Palestina dall'occupazione coloniale e per sviluppare il movimento contro l'imperialismo e le sue guerre di aggressione contro i popoli oppressi del mondo. Questo è quello che cercheremo di fare forti di questa vittoria. Lo faremo assieme a tutti gli antimperialisti e a tutti i solidali che qui ringraziamo per il sostegno attivo che abbiamo ricevuto nel corso della mobilitazione per il processo.

Viva la resistenza del popolo palestinese
Morte all'imperialismo
Libertà ai popoli

GLI IMPUTATI
Milano 11 ottobre 2021
 

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Milano: cade l’accusa di antisemitismo dopo i fatti del 25 aprile 2018

Lunedì 11 ottobre, 9 di mattina, davanti al tribunale di Milano un presidio per sostenere i quattro imputati, accusati e processati in seguito alla contestazione della presenza al corteo di Milano del 25 aprile della cosiddetta “brigata ebraica”.

Il 25 aprile del 2018, come avviene da alcuni anni, un vivace gruppo di manifestanti solidali col popolo palestinese contestano la presenza di bandiere di Israele, una presenza dichiaratamente sionista.

Oggi si è svolta l’ultima udienza di un processo che ha visto anche le testimonianze di personalità del mondo della cultura, come Moni Ovadia e Vera Pegna, che hanno chiaramente spiegato come l’antisionismo non sia sinonimo di antisemitismo, come criticare anche duramente l’occupazione israeliana non può essere confuso con il razzismo.

Poco dopo le 10 escono avvocati e imputati: 3 assolti e una condanna a sei mesi ad uno di loro per resistenza a pubblico ufficiale. Il fatto più importante, però, è che è caduta la grave accusa di antisemitismo e incitamento all’odio razziale che pesava su di loro. C’è soddisfazione: striscioni e bandiere in favore della lotta del popolo palestinese vengono riavvolti, ci si sposta verso il presidio dei sindacati di base, le lotte si uniscono.

Ecco le parole di Claudio, uno dei quattro imputati: “Quella di oggi è una vittoria politica, questo era un processo politico che voleva discriminare le posizioni antisioniste e di appoggio alla lotta del popolo palestinese. È stata importante la mobilitazione e la presa di posizione sia di movimenti solidali alla lotta del popolo palestinese che di ebrei contro l’occupazione, i quali hanno sottolineato come l’antisionismo non sia paragonabile all’antisemitismo. Bisognerà far tesoro di questa vittoria e far crescere la solidarietà al popolo palestinese”.

Andrea De Lotto
 


Fonte: Pressenze
 

Informazioni sul Fronte Palestina

Per sviluppare un lavoro di classe nel sostegno alla lotta di liberazione della Palestina e degli altri popoli oppressi e aggrediti dall'imperialismo, oltre alle sterili e dannose concezioni del pacifismo e dell'equidistanza tra aggressori e aggrediti che hanno in gran parte contribuito ad affossare il movimento contro la guerra nel nostro paese negli ultimi anni, si è deciso di fondare l'organismo nazionale Fronte Palestina.

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