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L’ooccupazione economica israeliana del Golan siriano

Al-Marsad pubblica nuovamente il suo rapporto chiamato “Dagli insediamenti agli scaffali: l'occupazione economica del Golan siriano” in vista degli ultimi tentativi di Israele di creare ‘fatti sul terreno’ sia aumentando la popolazione dei coloni sia proseguendo con l'estrazione delle risorse naturali nel Golan siriano occupato.

Nonostante la comunità internazionale rifiuti la sovranità israeliana sul Golan siriano (vedi le dichiarazioni provenienti da Stati Uniti, Unione europea e Nazioni Unite) le recenti dichiarazioni e le conseguenti azioni intraprese da figure del governo israeliano continuano a creare ‘fatti sul terreno’, col rapido aumento degli insediamenti e della popolazione dei coloni e con l'estrazione delle risorse naturali, per rafforzare il controllo del territorio occupato, pratiche che rappresentano una continuazione delle politiche attuate da Israele subito dopo la guerra arabo-israeliana del 1967.

Già in un precedente rapporto Al-Marsad fornisce uno sfondo dettagliato e l'analisi dell'occupazione, esaminando come gli interessi del settore privato portino all’occupazione benefici economici a spese della popolazione siriano nativa. Il nuovo rapporto completo è disponibile in allegato così come una sintesi della relazione (testi in inglese).

Il rapporto considera anche come gran parte della popolazione siriana autoctona del Golan occupato è stata espulsa dalle forze israeliane durante la guerra arabo-israeliana del 1967. Gli abitanti nativi sono stati sostituiti da coloni israeliani i cui insediamenti sono stati spesso costruita su villaggi siriani distrutti. Le autorità israeliane hanno attuato politiche discriminatorie per il controllo delle risorse preziose nella regione, in particolare terreni agricoli ed acqua. Inoltre le autorità israeliane hanno istituito numerose politiche volte a limitare le pratiche economiche pre-esistenti della popolazione siriana.

Di conseguenza l'economia nel Golan siriano occupato è dominata dai coloni, i cui prodotti - come il manzo, le ciliegie, le mele, il vino e l’acqua minerale – e provvede ad una quota significativa del fabbisogno di Israele. Anche l'industria del turismo rappresenta una componente importante dell'economia locale - la maggioranza dei siti turistici sono sempre controllati da insediamenti israeliani - nonostante le risoluzioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite sottolineano l'illegalità degli insediamenti.

Molte società multinazionali, oltre alle aziende israeliane, sono coinvolte e connesse alle attività di insediamento nel Golan siriano occupato. Queste società possono essere coinvolte direttamente ma anche indirettamente, agevolando le attività dell’occupazione che comportano la violazione dei diritti umani fondamentali.

La comunità internazionale dovrebbe come minimo garantire che si arresti la politica espansionistica israeliana nel Golan siriano, che cessino le politiche e le pratiche discriminatorie applicate dalle autorità israeliane contro la popolazione siriana locale e lo sfruttamento di Israele delle risorse naturali del Golan occupato.

Informazioni sul Fronte Palestina

Per sviluppare un lavoro di classe nel sostegno alla lotta di liberazione della Palestina e degli altri popoli oppressi e aggrediti dall'imperialismo, oltre alle sterili e dannose concezioni del pacifismo e dell'equidistanza tra aggressori e aggrediti che hanno in gran parte contribuito ad affossare il movimento contro la guerra nel nostro paese negli ultimi anni, si è deciso di fondare l'organismo nazionale Fronte Palestina.

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