Alle 3:30 di mattina del 17 gennaio le forze di occupazione israeliane, dopo essere entrate di forza nella sua casa all’interno del Campo profughi di Aida di Betlemme, hanno arrestato il compagno Bilal Jado.
Bilal è un nostro fratello, amico e compagno che abbiamo avuto occasione di incontrare più volte in Italia ma soprattutto in Palestina. Grazie a lui abbiamo conosciuto la grandezza di un popolo che da oltre 70 anni di occupazione resiste alla violenza dell’esercito israeliano. Con lui abbiamo attraversato più volte le strade del campo di Aida, abbiamo sentito il calore della gente e conosciuto i bambini e le bambine che animano il Centro Amal Almustakbal Center: un asilo per i bambini del campo a cui Bilal dedicava tutte le sue energie pur di regalare loro un sorriso e la speranza d'un domani migliore.
L’arresto di Bilal non è un fatto isolato, il giorno precedente abbiamo assisto all’arresto ed espulsione di un’attivista italiana portata via in spalla dai soldati israeliani entrati nel campo profughi di Dheisheh dove contestualmente era stato ucciso un 14enne palestinese. Nel solo giorno di martedì 17 gennaio sono stati arrestati ben 66 palestinesi e in soli 18 giorni sono stati assassinati ben 15 palestinesi. Attualmente sono 4700 i prigionieri politici palestinesi detenuti nelle carceri israeliane, di cui 150 bambini e 835 prigionieri in detenzione amministrativa ossia arrestati senza conoscere le proprie accuse e senza alcun processo.
Il nuovo governo Netanyahu, con il suo esecutivo più a destra della storia di Israele, attraverso questa escalation repressiva mira a fiaccare e mettere a tacere la resistenza palestinese e qualsiasi voce che cerchi di bucare il muro del silenzio sui crimini sionisti, sulla politica coloniale e di apartheid portata avanti ai danni di milioni di palestinesi.
Non possiamo restare in silenzio! E’ ora di far sentire la nostra voce e il nostro sostegno al fianco del popolo palestinese che ogni giorno ci insegna il vero valore della vita nella sua resistenza quotidiana. Nella settimana internazionale per la liberazione di Ahmad Sa’adat, ci uniamo al fianco di Bilal e di tutt@ i detenuti palestinesi ingiustamente rinchiusi nelle carceri israeliane.
“La nostra lotta è un conflitto fra chi desidera il progresso dei valori umani e le forze reazionarie, razziste e oscurantiste. Con il tuo sumud stai indebolendo il tuo nemico, la sua personalità e i suoi valori xenofobi. Non permettere all’odio di vincere sui meravigliosi e creativi valori umani”. (Ahmad Sa’adat)
BILAL NON SEI SOLO!
LIBERTA’ PER TUTTI I PRIGIONIERI!
PALESTINA LIBERA!
Fonte: Collettivo Handala Salerno