Nel decimo anniversario del rapimento del segretario generale Ahmad Sa’adat, da parte dei servizi di sicurezza dell’Autorità Palestinese, il Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina ha chiesto all’Autorità Nazionale di porre fine al suo ruolo di repressione verso il popolo palestinese, ed invece di supportare il popolo palestinese e la sua lotta.
Il PFLP ha inoltre fatto appello per una manifestazione a Ramallah il 21 gennaio 2011 al Cultural Palace per ricordare l’evento e per alzare le insegne della libertà per Ahmad Sa’adat e i suoi compagni. L’AP ha rapito il Segretario Generale Sa’adat il 15 gennaio 2002, in seguito all’assassinio del noto ministro del turismo razzista, capo del partito Moledet, Rehavam Ze’evi, da parte di combattenti del PFLP per vendicare l’assassinio del segretario Generale del PFLP Abu Ali Mustafa il 29 agosto 2001; il rapimento di Sa’adat è avvenuto su richiesta di Washington e Tel Aviv.
In un comunicato scritto in occasione dell’anniversario il Fronte ha affermato che questa doloroso anniversario mostra l’utilizzo servile delle agenzie di sicurezza palestinese e delle agenzie dell’autorità nelle politiche e nelle pratiche che minano e attaccano direttamente la lotta e la resistenza del popolo palestinese.
Queste azioni derivano dai dettami degli accordi di Oslo, che sono stati pensati e sottoscritti allo scopo di dividere il popolo palestinese, distruggere il movimento di liberazione nazionale, minare i diritti nazionali palestinesi garantiti dalla legge internazionale, e rafforzare la normalizzazione con l’occupazione, contro cui il popolo arabo e palestinese ha tenacemente resistito negli scorsi decenni.
Il Fronte ha chiesto all’Autorità Nazionale di assumersi le responsabilità morali, politiche e di sicurezza per il rapimento di Sa’adat, dei suoi compagni e di Fouad Shobaki, notando come la complicità con gli USA con la Gran Bretagna con l’occupante, avessero lo scopo di minare i diritti garantiti anche dalla legislazione internazionale, affermando anche che l’arresto di Sa’adat e dei suoi compagni è dell’autorità.
Il Fronte ha fatto inoltre notare che Sa’adat si trova attualmente in isolamento per il terzo anno consecutivo, gli vengono negate le visite con i familiari, ha bisogno cure mediche, ed non può godere dei diritti umani e garantiti dalla legislazione internazionale e dalla legge umanitaria.